Nino Ferrer, nome d’arte di Agostino Arturo Maria Ferrari, nato il 15 agosto 1934 a Genova e morto il 13 agosto 1998 a Saint-Cyprien (Lot), è un autore, compositore e cantante italiano naturalizzato francese. Nato in un ambiente benestante, ha trascorso l’infanzia in Nuova Caledonia e poi in Italia durante la seconda guerra mondiale, prima di vivere a Parigi dove ha scoperto il jazz da adolescente. Suonando il contrabbasso, è diventato un apprezzato musicista dilettante nello stile di New Orleans, accompagnando musicisti famosi e suonando in importanti club con i Dixie Cats, un gruppo che ha fondato con un amico, e allo stesso tempo seguendo gli studi universitari per soddisfare i suoi genitori. Alla fine degli studi, nel 1959, poco entusiasta della carriera archeologica che si stava aprendo a lui, decise di tentare la fortuna come cantante. Dopo alcuni anni difficili, nel 1966 ha avuto successo con la canzone Mirza, un blues che si tinge di umorismo. Mentre la popolarità di Ferrer è stata incrementata dal numero crescente di successi che sfruttavano questa vena umoristica, non era contento di questo successo, che lo associava all’ondata di yéyés in cui non si riconosceva. Poi è andato in esilio in Italia dove ha scoperto il progressive rock. Al suo ritorno in Francia nel 1971, la sua ambizione era di essere riconosciuto come un importante cantautore, seguendo le orme delle star anglosassoni che ammirava, ma si scontrava con l’incomprensione del grande pubblico e con la logica commerciale delle sue varie case discografiche, sconcertate dai suoi incessanti cambiamenti di stile e dalla sua natura rabbiosa. Dopo il successo della canzone Le Sud nel 1975, vivendo molto male il divario tra la sua immagine pubblica e le sue ambizioni personali, ha finalmente rotto con lo showbiz parigino. La sua seconda carriera musicale, che voleva allontanarsi dai vincoli commerciali, è stata un fallimento. Dopo essersi ritirato nella regione del Quercy Blanc, ha gradualmente smesso di suonare la musica per dedicarsi alla pittura. Segnato dal bicentenario della Rivoluzione Francese, ha chiesto e ottenuto la cittadinanza francese nel 1989. Quando all’inizio degli anni Novanta uscì una compilation dei suoi più grandi successi, riguadagnò il favore del pubblico, pubblicò nuovi album e si esibì in numerosi concerti, prima di uccidersi nel 1998, vittima di un episodio di depressione in seguito alla morte della madre qualche settimana prima, di cui si sentiva responsabile, mentre registrava quello che pensava sarebbe stato il suo ultimo album. Personalità arrabbiata e complessa, sensibile e romantica, estremamente esigente nei confronti di se stesso, Nino Ferrer ha lasciato un corpus di oltre 200 canzoni (per le versioni francesi) con molteplici influenze, in gran parte ignorate dal grande pubblico e la cui importanza è stata riconosciuta fin dalla sua morte attraverso diversi omaggi.
“Dalle prime luci di una carriera, nel 1963, che stava per lasciare un segno indelebile nella memoria collettiva, fino all’ultimo barlume di luce nel 1998, l’anno nero del suicidio di Nino Ferrer, potete trovare finalmente riunite le registrazioni complete di uno dei più famosi cantanti e musicisti francesi, ancora lontano dalla scoperta. 206 canzoni distribuite su 12 CD – 37 dei quali mai pubblicati in questo formato – e un DVD di immagini intime prodotte dal secondo figlio Arthur, una maestosa presentazione in stile art book, il tutto illustrato da un fumetto biografico, dalle linee nere e luminose, prodotto per l’occasione dal fumettista Fred Bernard, amico intimo di Nino, era proprio quello che ci voleva per celebrare l’uomo la cui influenza continua ad essere rivendicata dalle giovani generazioni.
Al di là dei tanti indimenticabili successi degli anni Sessanta o delle intramontabili ballate malinconiche che ancora pizzicano il cuore, dei rock album bucolici, rabbiosi, ironici o “disillusi” degli anni Settanta e Novanta, è tutto uno spirito di imbracatura artistica e anticonformismo libertario – oltre a un umorismo piacevolmente desacralizzante – che Ferrer ha trasmesso. È ancora questo luogo un po’ marginale che continua a renderlo così unico, così singolare, agli occhi dei suoi contemporanei, dei cantanti e dei musicisti popolari del secolo scorso. La visita guidata di prima classe del cofanetto offre così una panoramica di un’opera in perenne movimento, che per trent’anni si è trasformata da cima a fondo, non per soddisfare le mode, anzi, andando spesso controcorrente, accumulando successi (enormi) e fallimenti (anche enormi) con un’intrepidezza che salta ancora alle orecchie fin dalle prime note”.
Grande Nino Ferrer! Indimenticabile ….
Les cornichons
Métronomie – Rock Progressive