Archive for marzo, 2021

marzo 30, 2021

MU: La Band Del Continente Perduto

Ci sono gruppi che hanno un “qualcosa” di veramente speciale che non può essere descritto con nessun’altra parola che “magnetismo” e MU: La Band Del Continente Perduto è uno di questi. Mu fu una delle tante band nate nell’area di Los Angeles, con membri totalmente immersi nel mondo dell’esoterico, del mistico e soprattutto molto interessati alla conoscenza delle religioni mondiali e allo studio delle culture antiche.

Con il pretesto di approfondire e continuare le loro ricerche sui paralleli culturali che si apprezzavano, secondo loro, tra i popoli nativi americani e quelli della Polinesia, decisero nel 1973 di dire addio alla dorata California e di andare alle Hawaii. Lì, lontano dalla metropoli, questo accumulo di ossessioni così varie e bizzarre ha dato vita nel 1974 a un suono molto vivace ed eclettico dove si combinavano ingredienti tanto disparati come il Folk, il Country e il Rock di radici eminentemente americane, la libertà creativa della Jazz-Fusion e innumerevoli altri tocchi più sottili ma molto efficaci come le reminiscenze orientali o quelle tracce esotiche provenienti dal locale e tradizionale folklore hawaiano. Per tutto questo, il risultato finale è difficilmente paragonabile ad altri artisti o gruppi.

Merrell Wayne Fankhauser è un cantante, compositore e chitarrista statunitense, attivo negli anni ’60 e ’70 con band come Impacts, Merrell & the Exiles, HMS Bounty, Fankhauser-Cassidy Band e MU. Inoltre, 12 canzoni registrate da Merrell & the Exiles furono successivamente pubblicate sotto il nome di Fapardokly, anche se quel gruppo non è mai esistito.

Merrell Fankhauser

Jeffrey Ralph Cotton, chitarrista rock statunitense ha avuto attenzione per la prima volta come chitarrista con Merrell and the Exils. Con Captain Beefheart and his magic Band  ha vissuto in solitudine otto mesi di prove per Troust Mask Replica durante i quali Beefheart ha sperimentato sui membri del gruppo privazione del sonno, del cibo e violenza fisica nel tentativo di abbattere il loro stato mentale. Cotton rinnovò la sua relazione professionale con Merrell Fankhauser dopo il 1970 con i MU.

Jeff Cotton
The Maui Album (Reckless, 1988)

Fankhauser per un breve periodo ha suonato anche con Captain Beefheart. Nel 1969 il chitarrista di Beefheart, Jeff Cotton ha formato insieme a Fankhauser la band MU (praticamente una reunion degli Exiles). Il loro primo album, MU (RTV, 1971), ripubblicato col nome The Maui Album (Reckless, 1988), contiene la suite mistico-tribale Eternal Thirst, l’originale ed esotica Mumbella Baye La La, un numero blues spasmodico à la Beefheart (Ain’t No Blues), la psichedelia eterea di Blue Form e Brother Lew. La band pubblica tre singoli prima di sciogliersi: Ballad of Brother Lew/Nobody Wants to Shine (Mantra, 1972), One More Day/You’ve Been Here Before (MU, 1972), On Our Way To Hana/Too Naked For Demetrius (MU, 1973). Il loro primo album è stato stampato nel 1971 in trecento copie di cui cento solo per promuovere il disco che ebbe una stupenda critica ma mai il successo commerciale.

A mio parere MU è uno dei dischi più belli del 1971 ed ascoltarlo oggi sembra sia uscito da un sogno.

Cotton è tornato a Los Angeles e si è fatto prete.

Il materiale registrato tra 1973 e il 1974 per il secondo album dei MU infine emerge in The Last Album (Appaloosa, 1982), ripubblicato successivamente come End Of An Era (Reckless, 1988). Il materiale di questo disco è meno psichedelico e più esotico, rilassato e spirituale. Il doppio disco MU (Sundazed, 1997) contiene una selezione di brani da entrambi gli album e dai singoli. Children of the Rainbow (Blue Form, 1985) raccoglie delle sessioni del 1975 non pubblicate. Tutti questi lavori impallidiscono di fronte al primo e maestoso album dei Mu.

I musicisti del primo album dei MU nel 1971 sono:

Jeff Parker – Bass –

Jeff Cotton – Vocals, Guitar, Bass –

Merrell Fankhauser – Producer, Vocals, Guitar, Bass, Percussion –

Mary Lee – Violin –

Larry Willey – Vocals, Bass, Percussion –

Randy Wimer – Vocals, Drums, Percussion –

Testi
Autore:
Gloria Berloso

marzo 20, 2021

Ricky Mantoan, il chitarrista che ha cambiato il modo di suonare e fare Musica in Italia

Ricky Mantoan e Branco Selvaggio Band  

La band fu fondata nel 1978 da Ricky Mantoan che fin dai primi anni sessanta si esibiva in pubblico. La prima ispirazione di Ricky fu il chitarrista americano Duane Eddy, che divenne famoso per aver introdotto la chitarra elettrica come strumento principale nel Rock’n’Roll, intorno al 1958. Tra il 1965 e il 1970, dopo varie esperienze con il suono di alcuni artisti come i Cream, gli Stones, e naturalmente Jimi Hendrix, Ricky scoprì e fu profondamente colpito dal Country Rock californiano e nello stesso tempo dal Folk Rock inglese.  Byrds, Flying Burrito Brothers, Grateful Dead, Fairport Convention, ma soprattutto il cantante country Gram Parsons influenzarono l’evoluzione del suo gusto musicale. Nel 1978 mise insieme un gruppo di sognatori country e il nome della band era “Branco Selvaggio“. In quel periodo iniziò a scrivere le sue composizioni che divennero parte del suo primo album da solista “Ricky“, pubblicato nel 1980. Questo lavoro fu ben accolto dalla critica musicale sia italiana che straniera. Una canzone dell’album, “Down in Memphis“, entrò con successo nelle classifiche di una famosa rivista specializzata inglese: Omaha Rainbow. Poi iniziò la collaborazione del chitarrista mancino con alcuni leggendari artisti californiani: Ricky entrò in contatto e strinse una forte amicizia con il bassista Skip Battin, già dei Byrds, dei New Riders of the Purple Sage e dei Flying Burrito Bros. Tra il 1982 e il 1994 suonò in tour con Skip Battin, Chris Darrow, Greg Harris, Sneaky Pete Kleinow, Gene Parsons, John York, Roger McGuinn, rivelandosi un eccellente chitarrista e un vero magic picker sulla Pedal Steel Guitar. Questi eventi sono stati registrati con relative pubblicazioni di due dischi: LIVE IN ITALY (Sneaky Pete Kleinow, Skip Battin, Ricky Mantoan, Vincenzo Rei Rosa) e FAMILY TREE con gli ex Byrds Skip Battin, John York, Ricky Mantoan e il batterista del Branco Selvaggio. L’album Family Tree fu registrato alla fine di un tour nel 1988 dagli ex Byrds Skip Battin e John York, voci, basso, pianoforte e chitarre; Ricky era alla Pedal Steel Guitar, alla chitarra elettrica String Bender Telecaster e anche alla voce. Un altro ragazzo del Branco Selvaggio di Ricky era Beppe D’Angelo alla batteria che diede alla band un hard disk, e sia Skip che John rimasero impressionati dal talento dei “colpi”. Allo stesso tempo Ricky lavorò in studio con alcuni musicisti italiani, partecipando anche a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche. Negli anni novanta i “Branco Selvaggio” furono apprezzati in tutta Italia con concerti che ancora oggi vengono definiti “memorabili”. Gli spettacoli della band erano una lunga playlist che assestava i suoni e le sensazioni di un vero Cosmic Country con un tocco di psichedelia. Nel 1991 il “DIZIONARIO DELLA CANZONE ITALIANA” di Renzo Arbore, edito da Curcio Editore, fece una scheda dedicata a Ricky qualificandolo tra i più creativi musicisti italiani. Nel 1992 venne realizzato il primo album di Branco Selvaggio, “Riders of the Universe”, con canzoni scritte da Ricky e alcune cover di Byrds e Bob Dylan. Nel 1994 gli venne chiesto di unirsi ai Byrds Celebration per partecipare ad un tour internazionale e questo evento viene ripreso da un concerto dal vivo a Ginevra da alcune emittenti televisive e di cui esiste un album su cd e un video intitolato “LIVE IN GENEVA”. Questa band era composta da Skip Battin, Terry Jones Rogers, Scott Nienhaus, Vince Barranco e Ricky Mantoan. Dal 2006 Branco Selvaggio rivolse la sua attenzione in particolare alla qualità del suono musicale e anche alle parti corali, insistendo sulle genuine radici del country elettrico e acustico.  Il rinnovato organico del gruppo comprendeva Dario Zara al basso e voce, Luciano Costa alle chitarre acustiche ed elettriche, voce e chitarra slide, Beppe D’Angelo alla batteria e voce, Ricky Mantoan naturalmente alla pedal steel guitar, chitarre elettriche e acustiche, dobro, mandolino, armonica, dulcimer e voce. Il nuovo album “RIDIN’ AGAIN” esclusivamente di canzoni di Ricky Mantoan fu pubblicato dalla Edit di Spilimbergo con la collaborazione di Andrea Del Favero, direttore artistico Folkest, Bruno Cimenti (suono) e Gloria Berloso.

Ricky Mantoan – 1968
1979
2015
Sneaky Pete Kleinow – 1985 – Flying Burrito Brothers in Italy e fondatore originale con Chris Hillman, Gram Parsons e Chris Ethridge
Skip Battin e Sneaky Pete Kleinow – 1985 – Flying Burrito Brothers in Italy
Ricky Mantoan – 1985 – Flying Burrito Brothers in Italy

La prima volta che Ricky Mantoan sentì il suono della Pedal Steel Guitar fu ascoltando un disco arrivato dagli Stati Uniti nel 1965. Il disco era Country Guitar ma in Italia nessuno aveva la più remota idea di che strumento si trattasse. Pensando ad una chitarra elettrica dotata di effetti speciali, Ricky fece ogni tentativo di avvicinarsi a quel suono particolare quando più tardi scoprì attraverso le immagini di Jerry Garcia il tipo di strumento ascoltato in tanti dischi in vinile che acquistava. In Europa non esisteva alcun rivenditore o costruttore di quel particolare strumento, oltretutto Ricky era mancino così la sua disperata ricerca riuscì finalmente a trovare pace quando vide la pubblicità della ZB Guitar Company su una rivista e ordinò per corrispondenza la sua chitarra senza sapere come suonarla e montarla. Attese più di un anno dato che il costruttore non aveva il modello mancino.

ZB pedal steel guitar originale di Ricky Mantoan
Primo album di Ricky Mantoan 1980

La chitarra arrivò in questa cassa (vedi foto) ovviamente smontata e priva di manuali. Ci vollero alcuni anni per far capire a Ricky come usare gli effetti dato che per suonare la pedal steel bisognava usare dei finger picks, mani, dita, pedali e ginocchia ma per farlo andò ad orecchio perfezionando il suono grazie ad alcuni manuali. L’impresa di Ricky Mantoan fu veramente eccezionale e così tra il 1975 e il 1980 creò dei fraseggi e degli accordi molto interessanti e armonici che da nessuna altra chitarra avrebbe ottenuto.

Per capire meglio bisogna ascoltare il suo primo disco “Ricky” pubblicato proprio nel 1980.

Si può certamente dire che fu proprio lui l’artefice di aver importato per primo una sonorità diversa e originale ed aver inventato un “modo di suonare”. Con la sua musica, le sue canzoni e il gruppo di amici ai quali aveva con pazienza e severità insegnato ad usare e suonare tutti gli strumenti, Ricky Mantoan portò un nuovo messaggio rivoluzionando il modo di fare musica. Il clima intellettuale degli amici musicisti americani che si fermarono a casa sua per lungo tempo, stimolò enormemente di continuare in quella direzione ma anche di ricercare nuove armonie. In particolare, Ricky Mantoan, influenzato dalla creatività di Clarence White (The Byrds), uno dei più grandi e geniali chitarristi che insieme a Gene Parsons (The Byrds) ed Eddy Tickner inventarono lo String Bender, divenne un ottimo discepolo affezionato come Albert Lee, Peter Townsed e pochi altri. E fu proprio quando si esibì in concerto nel 1984 con i componenti storici dei Byrds, Gene Parsons, Roger McGuinn e Skip Battin che Ricky diede prova d’essere all’altezza dei più importanti professionisti del suono e aprì la strada per portare in tour il messaggio della musica Country Rock soprattutto in Italia.

The Byrds 23 giugno 1970 – Roger McGuinn, Skip Battin, Clarence White, Gene Parsons
La storica formazione dei Byrds periodo 1969-1972/73 con Ricky Mantoan alla Guild Starfire Guitar nel 1984
2011

So much music time
So long time to love
So many thoughts of Gloria

marzo 17, 2021

Linda and Richard Thompson

Il primo album di Richard e Linda Thompson, I Want to See the Bright Lights Tonight, fu registrato nel maggio 1973 in poco tempo e con un piccolo budget. In gran parte a causa della carenza di benzina in Gran Bretagna e del suo impatto sulla disponibilità di vinile per i dischi, Bright Lights fu bloccato dalla Island Records per quasi un anno prima di essere pubblicato nell’aprile 1974. L’album fu ben accolto dalla critica, anche se le vendite furono meno che stellari.
I testi di Thompson esprimevano una visione del mondo piuttosto lugubre, ed è stato suggerito che l’argomento cupo delle sue canzoni abbia contribuito a tenere le sue registrazioni fuori dalla hit parade. Una spiegazione più plausibile è stata data dall’ex-Island A&R man Richard Williams nel documentario della BBC TV del 2003 Solitary Life: Thompson semplicemente non era interessato alla fama e alle sue trappole.

I Thompson registrarono altri due album-Hokey Pokey e Pour Down Like Silver, entrambi pubblicati nel 1975, prima che Richard Thompson decidesse di lasciare il business della musica. La coppia si trasferì in una comunità Sufi nell’East Anglia.
All’inizio non era evidente dai loro dischi, ma i Thompson avevano abbracciato un filone esoterico sufi dell’Islam all’inizio del 1974. I Want to See the Bright Lights Tonight fu registrata prima di questa conversione, ma fu pubblicata in seguito. Le canzoni per il secondo album di Richard e Linda, Hokey Pokey, furono analogamente scritte un po’ di tempo prima della registrazione dell’album e della sua eventuale pubblicazione. Fu Pour Down Like Silver, con la sua foto di copertina di un Richard Thompson col turbante che guarda il mondo, che fece capire al pubblico la crescente preoccupazione dei Thompson per la loro fede.

Linda & Richard Thompson

La trilogia di album pubblicati da una parte e dall’altra del suo soggiorno nella comune fu pesantemente influenzata dalle credenze di Thompson e dalle scritture sufi, ma alla lunga le sue credenze religiose non hanno influenzato il suo lavoro in modo evidente. La prospettiva espressa nelle sue canzoni, il suo stile musicale, i temi affrontati dai suoi testi non hanno mostrato alcun cambiamento fondamentale.
Thompson iniziò a riavvicinarsi al mondo della musica professionale nel 1977. Era stato ospite in un album di Sandy Denny, aveva intrapreso un breve tour e aveva iniziato a registrare con un gruppo di musicisti che erano anche sufi. Thompson chiese a Joe Boyd di produrre queste sessioni, e due giorni furono spesi per le registrazioni iniziali. Boyd ricorda che le sessioni non furono un successo: “Era davvero, sentivo, molto povero. Non avevo molta fiducia nei musicisti con cui stava lavorando. L’atmosfera era molto strana e non sembrava funzionare”.

Sandy Denny

In questo periodo i Thompson e la loro famiglia si trasferirono fuori dalla comune e tornarono alla loro vecchia casa a Hampstead. Boyd aveva già invitato Richard Thompson a suonare nell’album di debutto di Julie Covington. Con il tempo libero in studio e i musicisti di sessione americani assunti per lavorare all’album della Covington disponibili, i Thompson tornarono in studio per registrare a proprio nome per la prima volta dopo tre anni.
L’album risultante, First Light, fu accolto calorosamente dalla critica ma non vendette particolarmente bene. Nemmeno il suo seguito, Sunnyvista del 1979, più duro e cinico. La Chrysalis Records non accettò l’opzione di rinnovare il contratto, e i Thompson si ritrovarono senza contratto, ma non senza ammiratori.

Gerry Rafferty aveva prenotato i Thompson come gruppo di supporto per il suo tour del 1980, e aveva anche usato Richard come session player nel suo album Night Owl. Rafferty si offrì di finanziare la registrazione di un nuovo album di Richard e Linda Thompson che avrebbe poi usato per assicurare un contratto ai Thompson. Richard Thompson cadde con Rafferty durante questo progetto e non fu contento del prodotto finito. Ciononostante Rafferty mantenne la sua parte dell’accordo e presentò l’album a diverse case discografiche – nessuna delle quali espresse interesse nel firmare i Thompson.
Rafferty non recuperò il suo investimento.

Circa un anno dopo Joe Boyd firmò i Thompson per la sua piccola etichetta Hannibal e fu registrato un nuovo album. Shoot Out the Lights includeva nuove registrazioni di molte delle canzoni registrate nel 1980. Linda Thompson era incinta al momento della registrazione, così l’uscita dell’album fu ritardata fino a quando poterono fare un tour dopo l’album. Problemi di respirazione derivanti dalla sua gravidanza significarono anche che Linda non poteva cantare la parte principale in alcune di queste canzoni come aveva fatto nei nastri demo e nelle registrazioni prodotte da Rafferty.
Come misura provvisoria, Richard Thompson decise di organizzare un tour di basso profilo negli Stati Uniti. Questo tour fu organizzato da Nancy Covey che era stata nel Regno Unito nel 1981 cercando di ingaggiare Thompson per suonare nel famoso negozio di chitarre McCabe’s a Santa Monica. Durante questo tour Thompson e la Covey si avvicinarono sempre di più, e nel dicembre 1981 Richard e Linda Thompson si separarono.
Alla sua uscita nel 1982, Shoot Out the Lights fu lodato dalla critica e vendette abbastanza bene – specialmente negli Stati Uniti.
I Thompson, ora una coppia solo per scopi professionali, fecero un tour negli Stati Uniti per supportare l’album e poi presero strade diverse. Sia l’album che i loro spettacoli dal vivo furono ben accolti dai media americani, e Shoot Out the Lights rilanciò efficacemente la loro carriera – proprio mentre il loro matrimonio stava andando in pezzi. Le performance erano molto forti ma la tensione tra Richard e Linda era fin troppo evidente.



marzo 3, 2021

Jason McNiff – “Dust Of Yesterday” (Folk inglese)

Il cantante folk-country britannico Jason McNiff, nato a Bradford, Yorkshire, da padre irlandese e madre polacca ma cresciuto a Londra vive da qualche tempo nella città balneare e porto inglese di Hastings, East Sussex. Verso la fine del secolo ha pubblicato il suo album di debutto “Off The Rails” dopo essere stato scoperto in un club da Chris Kidson, cognato di Bert Jansch e proprietario di un’etichetta discografica. Sono seguiti altri due album per quell’etichetta. In seguito Jason McNiff è passato ad altre etichette per le quali ha pubblicato altri tre dischi, tra i quali l’album tutto acustico “Joy And Independence” nell’estate del 2018.

Il ‘Guitar-picking’ sulla chitarra acustica è una delle sue caratteristiche musicali.

A metà aprile 2021 pubblicherà il suo settimo album in studio “Dust Of Yesterday”, che ha registrato tra l’estate e l’autunno dell’anno scorso a Eastbourne nello studio di casa del produttore Roger Askew, noto per il suo lavoro con Christy Moore e Wilko Johnson tra gli altri. Jason McNiff ha suonato la chitarra acustica e le tastiere, mentre Roger Askew ha contribuito con le chitarre elettriche e basso, la musicista folk Basia Bartz al violino e Beth Porter della ‘Eliza Carthy Band’ al violoncello hanno fornito gli archi alle canzoni. Il primo singolo di “Dust Of Yesterday” è la ballata “Wherever I Choose”.

L’album contiene nove canzoni in cui Jason McNiff mostra il suo grande talento come cantante e compositore. Comincia subito nella prima traccia “For The First Time”, uno sguardo nostalgico al suo passato di ‘busker’ e performer in bar e club. Jason ha 46 anni parla correttamente tre lingue, inglese, francese e russo. I suoi idoli musicali sono Bert Jansch, Mark Knopfler e J.J. Cale per il loro modo di suonare la chitarra acustica e i testi poetici. In questo nuovo disco si potranno ascoltare canzoni melodiche e troubadour come “Try For The Sky”, “Mary Jane” e la piacevolmente corposa title track dell’album “Dust Of Yesterday”.

Gli altri brani “Tom” dedicato ad un amico d’infanzia, “If You Can See Me Now” in cui una rottura amorosa ha portato alla solitudine e a una vita alla deriva, “Damaged Woman” e la classica canzone folk “A Load Along” sono ulteriori prove dell’abilità di Jason McNiff come autore e interprete di canzoni emotive. La strumentazione su tutte queste canzoni è mantenuta molto sottile e sobria in tutto l’album, il che aggiunge solo alla potenza delle canzoni. L’album “Dust Of Yesterday” di Jason McNiff può essere chiamato una vera risorsa per la scena musicale folk del 2021.

If My Eyes Were Blind – Jason McNiff – 3 marzo 2021

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