Posts tagged ‘ilblogfolk di Gloria Berloso’

Maggio 27, 2023

Giulio Nerini – Il volo della Crisalide

Giulio Nerini era vestito da hippy quando incontrò casualmente in un negozio di dischi in centro a Gorizia Paola Michelstaedter! Lei gli fece vedere i manoscritti di suo fratello Carlo, tutti i suoi disegni e le sue poesie, che ispirarono Giulio a comporre con grande emozione alcune musiche. L’opera dopo anni di ricerca sonora profondamente ispirata alle sue poetiche filosofiche fu completata ma senza dimenticare la ricerca interiore con l’aiuto dell’Oratore di Pace, Prem Rawat.

Il suo CD “IL VOLO DELLA CRISALIDE” dedicato a Carlo Michelstaedter, si concretizzò con la preziosa collaborazione e sostegno di straordinari musicisti e attori recitanti, la Biblioteca Statale Isontina ove Giulio aveva lavorato parecchi anni, il Centro culturale Tullio Crali e la Regione Friuli Venezia Giulia.
Devo premettere che alla fine della seconda metà degli anni sessanta, Giulio Nerini, si era fatto conoscere con il complesso beat dei Provos che agli inizi degli anni settanta diventarono The From Distortion Megaton. Loro suonavano le canzoni dei Led Zeppelin, di Jimi Hendrix, Rolling Stones, Animals e dei Yarbirds ed io spesso mi trovavo nel posto giusto e nel momento giusto ad ascoltarli nella piccola Gorizia. Alcune reunion di complessi musicali locali si tenevano addirittura il mattino nei locali della Provincia in Castello poi trasformati in ristorante e noi giovanissimi studenti delle medie eravamo “costretti” a marinare la scuola per poter esserci. Io in particolare ero ben orgogliosa di vivere quei momenti e ricordo molti particolari, i ragazzi di allora, le cantine dove si suonava e si ballava al buio. E poi le sale impregnate di fumo e di profumo d’oriente che si riempivano di ragazzi giovanissimi, io ne avevo tredici o quattordici ed ero sempre sotto o vicino al palco dei complessi.
Il nostro modo di vestire era quello che sentivamo dentro, una continua ricerca di colori, di bellezza interiore e di libertà. Credo sia stato proprio Giulio ad ispirarmi a stracciare i miei pantaloni jeans e colorarli di mille colori. Noi eravamo così. E Giulio era veramente speciale!
Un pomeriggio nel 1972, incontrai Giulio casualmente. Era tornato da un viaggio ed aveva conosciuto il Prem Rawat. Quell’incontro fu veramente magia pura per me che non attraversavo un momento particolarmente buono per la mia salute ma è con la sua semplicità di parole oneste che mi ha fatto capire con grande dignità che dovevo abbracciare quelle cose bellissime che ci sono state date. Ancora oggi ritengo Giulio il mio “Guru” , il migliore che io abbia avuto!
Fatta la doverosa premessa, negli anni successivi quando lo incontravo o lo vedevo, stavo bene.
Fino ad oggi 27 maggio 2023, l’opera in formato CD era rimasta sigillata e si cullava dal 2006 tra gli altri rari dischi e libri della mia biblioteca personale.

Mi rivolgo a voi caro Giulio e caro Carlo con il canto delle crisalidi, la vita non è vita se la morte è nella vita e la morte non è finita se più forte per lei vive la vita.

 

Opera di Giulio Nerini dedicata a Carlo Michelstaedter
Maggio 10, 2023

OLTRE LA COLLINA – MIA MARTINI – Padre davvero

Quando ascoltai la prima volta Mia Martini, cantava Padre davvero che venne censurata dalla RAI perché giudicata dissacrante. Rimasi ammaliata soprattutto per l’estensione vocale e la bellezza infinita dell’interprete, e per bellezza intendo la purezza artistica. L’abbondante produzione discografica ad alto livello che negli anni settanta ha elargito al popolo vinilico non è bastata a renderle il giusto consenso. Anni fa, l’esordio discografico non era favorito per l’inesperienza degli artisti. Oggi, una cantante come Mia Martini, grazie alle produzioni intelligenti e capaci che comprendono bene le doti artistiche dei musicisti, sarebbe diventata unica e leggendaria. Io rimasi sbalordita al primo ascolto, perché quella ragazza bionda e paffutella, aveva delle caratteristiche vocali particolari ed una personalità già delineata.

Il suo primo album “OLTRE LA COLLINA” è la migliore opera realizzata da un’artista italiana, sia per i testi sia per gli arrangiamenti.

Oltre la collina (testo)

Tutto rimane là,
dietro la collina,
tutto rimane là.
La mia verginità se la prese il
mare, le mie lacrime durarono
tanto a lungo che finirono per
seccarsi.
La mia fede la persi e poi la
ritrovai, e poi la persi ancora,
un milione di volte.

La mia speranza diventò ben
presto un’abitudine, i miei sogni
furono le mie ossessioni, la mia
prigione fu la mia casa, le mie
fughe arrivarono solo dietro
l’angolo, i miei baci vennero
insudiciati dal primo venuto
La mia vita e la mia morte si
sposarono e insieme mi uccisero.
Ora tutto questo è là
dietro la collina, tutto rimane là
pronto a risucchiarmi indietro, a
trascinarmi con sé nel buio, nel
silenzio, nel marmo.
E io fuggo, correndo,
camminando, zoppicando,
strisciando per terra, io fuggo per
cercare disperatamente un amore.
Un amore mio, un amore magari
felice oppure, oppure infelice, ma sì, tanto è lo stesso.
Mi basta solo che sia un amore

Mia Martini ha scritto molte canzoni, tra le più belle “Quante Volte” ha decretato un successo anche in altri paesi d’Europa.

Mimì se n’è andata il 12 maggio del 1995, era sola nella sua abitazione vicino a Varese, dove si era trasferita da un mese per essere più vicina al padre con il quale si era riconciliata da allora e che non vedeva da 40 anni.

..Padre, davvero che cosa mi hai dato? Ma continuare è fiato sprecato…che sono tua figlia, lo sanno tutti…

domani i giornali con la mia foto ti prenderanno in giro da matti ..

Ciao Mimì

Maggio 8, 2023

Pistoia Blues Festival dal 5 al 12 luglio 2023

42esima edizione
PISTOIA BLUES FESTIVAL
dal 5 al 12 luglio 2023, Piazza Duomo, Pistoia
con
XAVIER RUDD, STEVE HACKETT, BAUSTELLE, WOLFMOTHER, ANA POPOVIC, DAMIEN RICE,
FIORELLA MANNOIA E DANILO REA
DIRTY HONEY, LINDSET STIRLING e molti altri


   



E’ in arrivo la 42esima edizione del Pistoia Blues Festival prevista in Piazza Duomo a Pistoia dal 5 al 12 luglio 2023. Il Festival, uno dei più longevi d’Italia, vedrà quest’anno alternarsi sul palco artisti internazionali di qualità come Damien Rice, Steve Hackett, Xavier Rudd, Ana Popovic, Wolfmother, Lindsey Stirling mentre saranno Baustelle con Fiorella Mannoia e Danilo Rea gli artisti italiani invitati (in attesa degli opening act del Festival – c’è tempo fino al 15 maggio per partecipare al contest Obiettivo BluesIn).

L’apertura del Pistoia Blues 2023 sarà quindi affidata a Xavier Rudd mercoledì 5 luglio in Piazza Duomo in quella che sarà la prima delle due sole tappe italiane estive del tour dedicato al suo nuovo album “Jan Juc Moon”.  Venerdì 7 luglio sarà la volta di un grande ritorno al Festival per il leggendario chitarrista dei Genesis Steve Hackett con il suo tour mondiale “Genesis Revisited World Tour – Foxtrot at Fifty + Hackett Highlights”. Sabato 8 luglio saliranno per la prima volta sul palco del Blues i Baustelle: la band toscana di Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini ha appena pubblicato il nuovo album “Elvis”.
Domenica 9 luglio si preannuncia una incredibile serata di rock blues internazionale: oltre ad Ana Popovic che presenterà il suo nuovo album “Power”, come co-headliner ci saranno i Wolfmother di Andrew Stockdale. In apertura del loro show una band d’eccezione: da Los Angeles i Dirty Honey infiammeranno il pubblico. Lunedì 10 luglio spazio al tour mondiale della celebre violinista californiana Lindsey Stirling che presenterà “Snow Waltz” il suo ultimo lavoro discografico uscito a fine 2022. Martedì 11 luglio saliranno sul palco di Piazza Duomo Fiorella Mannoia e Danilo Rea con il nuovo spettacolo “Luce”. Uno straordinario sodalizio artistico per un live unico piano e voce in un’atmosfera intima e potente a lume di candela.  Chiuderà la manifestazione mercoledì 12 luglio il cantautore irlandese Damien Rice con un grande ritorno al festival dopo la sua partecipazione nel 2016.

I biglietti per tutti gli spettacoli disponibili in prevendita sui circuiti Ticketone, Ticketmater, VivaTicket e punti vendita autorizzati. 

Gli eventi  in Piazza Duomo, inizio ore 21:00 circa.
05/07/2023 Xavier Rudd
07/07/2023 Steve Hackett
08/07/2023 Baustelle
09/07/2023 Ana Popovic – Wolfmother – Dirty Honey
10/07/2023 Lindsey Stirling
11/07/2023 Fiorella Mannoia e Danilo Rea
12/07/2023 Damien Rice
 
Segui il Festival sui canali ufficiali : 
www.pistoiablues.com
http://www.facebook.com/pistoiablues
http://www.instagram.com/pistoia_blues_festival
 
Scopri la terra di pistoia dove arte, paesaggio e bellezza si fondono: www.visitpistoia.eu
   
Maggio 2, 2023

Gordon Lightfoot, icona della musica folk canadese

L’icona della musica folk canadese Gordon Lightfoot, le cui canzoni evocative e poetiche sono rimaste impresse nel paesaggio musicale del Canada, è morto il 1° maggio 2023 a Toronto, all’età di 84 anni. Qualche anno fa Gordon Lightfoot cancellò tutti i concerti dopo una caduta e un intervento chirurgico.

Nato a Orillia, nell’Ontario, Gordon Lightfoot rocnosciuto come il trovatore folk del Canada per la sua musica soul e i suoi testi emozionanti. In canzoni come The Canadian Railroad Trilogy e The Wreck of the Edmund Fitzgerald, ha esplorato la storia, la geografia e la cultura del suo Paese.

Le canzoni di Gordon sono opere d’arte, rilevanti quanto la poesia classica. Il cantautore ha aperto la strada a molti altri insegnando che si può attingere alle proprie radici in patria e riuscire ad avere successo a livello internazionale.
Da bambino si esibiva alla radio locale e nei festival musicali regionali, La sua prima canzone, The Hula Hoop Song, la scrisse nel 1955, quando era ancora al liceo.
Dopo il diploma, Lightfoot si trasferì a Los Angeles per studiare al Westlake College of Music. Tornato in Canada nel 1959, ha svolto diversi lavori a Toronto. Fu interprete di cori, ballerino nel programma Country Hoedown della CBC e cantante folk nei Two Tones con Terry Whelan.

Negli anni Sessanta, ispirato dalla musica di Bob Dylan, Lightfoot entrò a far parte della nascente scena folk di Toronto. Sviluppò la scrittura di canzoni e iniziò a lavorare a un album di debutto. Lightfoot! Fu pubblicato nel 1966.
Allo stesso tempo, Lightfoot iniziò quello che sarebbe diventato un attesissimo concerto annuale alla Massey Hall di Toronto. Lanciato nel 1967, si è tenuto ogni anno fino alla metà degli anni Ottanta, per poi scendere a circa una volta ogni 18 mesi. Nel 2005, Lightfoot riprese l’evento alla Massey Hall come tradizione annuale.

Dopo aver ottenuto riconoscimenti in patria alla fine degli anni ’60, il trovatore canadese sfondò a livello internazionale negli anni ’70 dopo aver firmato con la Warner Records negli Stati Uniti, facendo colpo all’inizio di quel decennio con la pubblicazione del singolo If You Could Read My Mind, ormai diventato un classico folk.
Nei sei anni successivi Lightfoot ha pubblicato quelle che sono diventate molte delle sue canzoni più conosciute, come Beautiful, Sundown, Don Quixote, Carefree Highway, Rainy Day People e The Wreck of the Edmund Fitzgerald.

Alcune di queste canzoni furono scritte dopo la fine del suo primo matrimonio, durante una relazione mercuriale durata anni con Cathy Smith, che fu poi condannata per aver fornito droga a John Belushi dopo la sua morte per overdose.

If You Could Read My Mind

Se potessi leggere nella mia mente
Se tu potessi leggere la mia mente amore
Che storia potrebbero raccontare i miei pensieri
Come in un film d’altri tempi
Su un fantasma di un pozzo dei desideri
In un castello buio o in una fortezza forte
Con le catene ai piedi

Sai che quel fantasma sono io
E non sarò mai libero
Finché sarò un fantasma, tu potrai vederlo

Se potessi leggere la tua mente amore
Che storia potrebbero raccontare i tuoi pensieri
Proprio come un racconto in formato tascabile
Del tipo che vendono in farmacia
Quando si arriva alla parte in cui si soffre di cuore
L’eroe sarei io

Gli eroi spesso falliscono
E non leggerete più quel libro
Perché il finale è troppo difficile da sopportare

Me ne andrei come una star del cinema
Che viene bruciata in un copione a tre
Entra la numero due, una regina del cinema
Per recitare la scena di portare
Tutte le cose buone in me
Ma per ora, amore, siamo realisti

Non ho mai pensato di potermi comportare in questo modo

C’è un libro di David Gahr, fuori catalogo, dove all’interno c’è una foto della lista delle canzoni di Gordon Lightfoot, attaccata alla cima della sua chitarra Gibson a 12 corde a Newport nel 1965. Le canzoni sono scritte con l’inchiostro, imbrattate dal sudore o dalla pioggia; o forse sono macchie di bourbon di un motel bevuto a tarda notte, quando la gente cantava e si scambiava canzoni in stanze piene di fumo di sigaretta, con la luce dell’alba che filtrava attraverso le tende gialle delle finestre. Ci sono quasi 80 canzoni elencate su questo ritaglio di carta, attaccato con lo scotch al legno antico della chitarra: i suoi classici: Early Morning Rain, The Way I Feel, Ribbon of Darkness e For Lovin’ Me. Ci sono cover di Dylan: Girl From the North Country, Hollis Brown, Blowin’ in the Wind, Don’t Think Twice. E poi ancora gemme del country-western: El Paso, The Auctioneer e Six Days on the Road. E ancora Cover folk come Four Strong Winds e Red Velvet di Ian Tyson e standard folk come Old Blue.



Se c’è qualche mistero sulla provenienza dei grandi cantautori, questo elenco macchiato di lacrime è un documento in bianco e nero dei compiti a casa. Lightfoot cantava e scriveva partendo da una conoscenza profondamente radicata della musica delle radici. Poi ha suonato e scritto le sue canzoni.

Lightfoot si mise in viaggio negli anni Settanta, girando gli Stati Uniti dall’Alaska alle Hawaii e tenendo una serie di concerti in Europa, tra cui Amsterdam, Monaco, Francoforte, il Festival di Montreux in Svizzera e il tutto esaurito alla Royal Albert Hall di Londra.
Nonostante il declino del folk alla fine degli anni ’70 e ’80, Lightfoot continuò a fare la sua musica caratteristica, ma recitò anche in film apparendo in Harry Tracy con Bruce Dern e Helen Shaver.
Nel 1987, l’apprezzato cantautore fece notizia quando intentò una causa contro Michael Masser, autore del brano The Greatest Love of All. La canzone divenne un grande successo dopo essere stata registrata da Whitney Houston.
Lightfoot sostenne che la canzone di Masser avesse rubato 24 battute della melodia di If You Could Read My Mind. Il caso fu risolto in via extragiudiziale e Masser si scusò pubblicamente.

Nel corso della sua lunga carriera, Lightfoot ha sconfitto diverse malattie, tra cui un attacco di paralisi di Bell e, nei primi anni di attività, l’alcolismo. Sconfisse la dipendenza negli anni Ottanta.

Nel settembre del 2002, il paese era in fibrillazione quando si diffuse la notizia che Lightfoot fu trasportato in ospedale con forti dolori allo stomaco, proprio mentre stava per salire sul palco per un concerto a Orillia. Il cantante subì la rottura di un’arteria dello stomaco, diversi interventi chirurgici e rimase in coma per sei settimane.

Dopo tre mesi di degenza in ospedale, Lightfoot affrontò con coraggio il suo recupero, ripromettendosi di completare un nuovo album in studio e di tornare sul palco. Nel 2004 pubblicò l’album Harmony e nello stesso anno fece il suo ritorno in scena al Mariposa Festival.

Sebbene nel 2006 sia stato colpito da un piccolo ictus che lo lasciò temporaneamente senza l’uso di alcune dita della mano sinistra, continuò a seguire un regime di pratica regolare della chitarra e di allenamenti in palestra per mantenersi in forma.
Gordon ha ispirato molti musicisti e tra i grandi della musica ad aver utilizzato la sua musica ci sono Bob Dylan, Elvis Presley, Johnny Cash, Petula Clark, Ian e Sylvia Tyson, Peter, Paul e Mary, Liza Minelli, Barbra Streisand, Sarah McLachlan ed altri.

Lightfoot ha ricevuto una serie di tributi che riconoscono il suo contributo alla musica e alla cultura canadese. Ci sono stati album di cover, lauree honoris causa, un francobollo e persino una chitarra creata a suo nome. Nel 1997 ha vinto il Governor General’s Performing Arts Award e nel 2003 è stato insignito del titolo di Compagno dell’Ordine del Canada, il livello più alto dell’ordine.
Più volte candidato ai Grammy e con più di 15 Juno Awards all’attivo, Lightfoot è stato inserito in molte sale di fama, tra cui la Canadian Music Hall of Fame.

Nel 2020 pubblicò Solo, una raccolta di registrazioni in studio che aveva conservato per diversi anni.

Gordon Meredith Lightfoot, Jr., mi ha insegnato la bellezza e il profumo della primavera attraverso le corde della chitarra. Oggi canterò questo dolcissimo brano, tra i più belli della storia della Musica: “Song for a Winter’s Night”, canzone scritta da Gordon Lightfoot e registrata per la prima volta nel suo album del 1967, The Way I Feel.

Lightfoot ha in realtà registrato due versioni della canzone; la seconda appare nell’album Gord’s Gold del 1975, una compilation di greatest hits in cui compaiono anche altre ri-registrazioni.

Canzone per una notte d’inverno
(Musica e testi di Gordon Lightfoot)
Eseguita da Gordon Lightfoot nell’album “The Way I Feel” (United Artists, 1967)

La lampada arde bassa sul mio tavolo
La neve cade dolcemente
L’aria è immobile nel silenzio della mia stanza
Sento la tua voce che chiama dolcemente

Se solo potessi averti vicino
Per respirare un sospiro o due
Sarei felice solo di stringere le mani che amo
In questa notte d’inverno con te

Il fumo si alza nell’ombra sopra di me
Il mio bicchiere è quasi vuoto
Rileggo tra le righe della pagina
Le parole d’amore che mi hai mandato

Se potessi sapere nel mio cuore
che anche tu ti sentivi solo
Sarei felice solo di tenere le mani che amo
In questa notte d’inverno con te

Il fuoco si sta spegnendo ora, la mia lampada si sta affievolendo
Le ombre della notte si stanno sollevando
La luce del mattino attraversa il vetro della mia finestra
Dove le ragnatele di neve vanno alla deriva

Se solo potessi averti vicino
Per tirare un sospiro o due
Sarei felice solo di stringere le mani che amo
E di essere ancora una volta con te
Per essere ancora una volta con te

https://youtu.be/LfyDs6uXww0 dal vivo

Buon viaggio, Gordon!

Gloria Berloso

aprile 22, 2023

Il sole lassù – Racconti e Poesie – Gloria Berloso

Gloria Berloso

Il 1971 è stato un anno incredibile per tanti ragazzi della mia generazione. Devo dire che io sono stata anche fortunata nel riuscire a raggiungere obbiettivi che vedevo lontani e a fare progetti che altri non avrebbero fatto. In quell’anno avevo vissuto alcuni mesi a Parigi, avevo 15 anni e non temevo niente e nessuno. Ho sempre viaggiato da sola e non sono mai stata ostacolata dai miei genitori che nutrivano fiducia ed apprezzavano le mie scelte.
Nel ’71 c’è stata una esperienza in una rock band, io cantavo e suonavo un po’ il flauto. Prendevo il treno per raggiungere il paese dove facevamo le prove, il bassista e il pianista erano bravissimi ma mi spaventai non poco quando mi dissero che dovevamo andare a suonare al palazzetto dello sport di Udine per aprire il concerto di una band famosa. Fu una delle rare volte che rinunciai a qualcosa che mi piaceva molto, forse avevo visto oltre ed in effetti qualcosa successe nel 1972.

Sicuramente la rivoluzione culturale ha giocato molto. Ho usato la parola “fortunata” perché la mia libertà l’ho conquistata da sola ma con intelligenza e senza scontri particolari in famiglia. Sono cresciuta anche più in fretta grazie ad eventi che hanno segnato il mio percorso. Le letture sono state determinanti, divoravo i libri di notte già a 11 o 12 anni tenendo il transistor sotto il cuscino per ascoltare le canzoni. Devo aggiungere che anche il cinema ha avuto un forte impatto su di me, a volte facevo carte false per entrare. I miei amici d’allora se lo ricordano ancora! Io credo che rifarei tutto ma a 15 anni hai anche l’incoscienza che ti permette di superare i pericoli. A Parigi ho visto le barricate ma non ho mai avuto paura. Anzi, quello che ho visto mi ha aiutato ad essere una combattiva e a lottare per le giuste cause o almeno quelle che credevo fossero giuste.

A volte penso che vorrei tornare indietro solo per rivedere coloro che mi hanno dato la forza di amare questa vita, di apprezzarne gli insegnamenti e rivivere le emozioni, allora molto forti. Era proprio il 1971, quando incontrai per la prima volta la voce di Janis che urlava Cry Baby in un negozio fantastico di Parigi, comprai quel disco ed insieme andammo a salutare Jim Morrison al Père Lachaise. Ancora oggi, guardando il disco che ha ancora il bollino con il prezzo in franchi, mi chiedo se è stato un caso essere stata testimone di un piccolo pezzettino di storia!

La bella musica viene dal cuore. Quando non ci sono idee, allora si fa ricorso alla tecnica. Ma la tecnica è quasi la prostituta della musica. Quando senti una bella canzone puoi piangere, sentire forti emozioni, ma la musica è anche saper far ridere. Molti musicisti se lo dimenticano. La prima e più importante cosa che vorrei cambiasse nella gente è l’atteggiamento negativo verso gli altri. In mezzo al dolore e all’inquietudine, il Poeta trova una speranza di rinascita attraverso la musica che é anche a mio avviso forse la medicina terapeutica più vera e reale. La musica risveglia, ti fa pensare, ti emoziona, ti turba, t’innamora , ti guarisce e soprattutto non ti abbandona mai.

In un momento particolarmente difficile per l’umanità attuale, dove l’odio, la gelosia e il potere hanno preso il sopravvento, ci si può domandare come certe canzoni scritte in epoche diverse e situazioni particolari possano resistere nel tempo. Io me lo chiedo sempre dato che la cultura del quieto vivere, dell’amore e della pace sta cambiando. Mi viene in mente una canzone di Neil Young, Down By The River, che racconta di un omicidio per amore. Young la scrisse negli anni ’60 sotto allucinazioni che sul palco si dilatavano ad ogni concerto. Il grave fenomeno culturale in Italia che oggi viene erroneamente classificato femminicidio per l’altissimo numero di donne uccise dai loro compagni di vita, è realtà. Forse, molti di questi assassini non hanno mai ascoltato una canzone ma solo suoni disturbati e parole senza senso, perché uccidere per amore non ha alcun significato, perché per un omicida è così difficile restare solo, prima e dopo.

In questo mondo totalmente impazzito che insegue guerre, razzismo di ogni tipo, paranoie, solo il diverso per scelta è sano, e riesce a scrivere canzoni belle e profonde.

Noi siamo tutti esseri umani che, attraverso qualche legame mistico, siamo nati per condividere lo stesso limitato periodo su questo pianeta, una piccola oasi verde nella vastità dell’universo. Perché, allora, viviamo tra guerre e conflitti di ogni genere? Se tutti potessimo tenere a mente l’immagine dei vasti cieli, credo che saremmo sulla strada verso la risoluzione di guerre e conflitti. Quando i nostri occhi sono puntati verso l’eternità, riusciamo a capire che i conflitti dei nostri piccoli ego sono veramente meschini e di poca importanza.

La questione di come cambiare in meglio ha generato innumerevoli teorie, credenze e imperi editoriali. Senza dubbio l’autodisciplina e lo sforzo possono consentirci trasformazioni positive, come accade per esempio facendo una regolare attività fisica. Ma spesso la volontà è difficile da mantenere e il nostro autocontrollo può perdersi in un momento cruciale perché non abbiamo affrontato le cause interne che sono alla base del nostro comportamento. La rivoluzione umana è il lavoro di trasformazione della nostra vita a partire dalla sua essenza più profonda. Significa individuare e affrontare tutto ciò che inibisce la piena espressione del nostro potenziale positivo e della nostra umanità.

Ci sono giorni in cui nel mondo c’è meno gioia, meno luce, meno bellezza. Ci sono giorni come oggi in cui si sente la mancanza di un essere, della sua umanità, della sua musica, del suo cuore, del suo sorriso, della sua bontà. Ci sono giorni in cui si dice a se stessi che niente sarà più come prima. Fortunatamente, abbiamo ancora la musica, i nostri ricordi, le nostre risate, la nostra complicità, le nostre canzoni.

L’universo è anche dietro le parole, anonime figure inafferrabili di una canzone perché quando si parla d’amore bisogna ascoltare, un’ottima abitudine per non farsi morire!

Se si potesse tornare indietro, rifarei tutto il viaggio con la lentezza che ha sfiorato tutta la mia vita da quando sono nata in un freddo dicembre di tanti anni fa nella clinica dei frati di San Giusto a Gorizia. Talvolta faccio fatica a ricordare tutte le storie belle che ho vissuto, soprattutto il grande amore donato, i viaggi incredibili e le persone incontrate. Il luogo più incredibile che ho conosciuto è stato il deserto e sento oggi la consapevolezza di tornarci per confondermi con i suoi granelli di sabbia. Le storie brutte, quelle che hanno lacerato il cuore e il fisico, non possono essere lasciate sole perché sono state assegnate da una potenza che va oltre quella linea rossa che nel mio immaginario ho sempre dipinto nei miei quadri. Dopo la morte delle persone che amavo di più al mondo e quando ho incontrato l’amore di Ricky, ero sicura di aver oltrepassato quella linea ma così non è stato.

A me è stato assegnato un compito da svolgere in un tempo ancora da scoprire.

La finestra dei miei sogni

Partirò al tramonto amore mio

quando gli ultimi raggi di sole

illumineranno la linea rossa

l’orizzonte ormai vicino, sempre più vicino

Ascolterò una musica vera artista mio

l’arte pura che viene dall’Anima

che illumina la vita e incanta gli angeli

un codice per portare la pace dentro me

Racconterò l’ultima storia amico mio

una vita scoperchiata dal destino

che la saggezza ha tenuto salda

un’àncora da togliere prima della partenza

Chiuderò la finestra dei miei sogni

la porta rimarrà senza la chiave

è sempre rimasta aperta amore mio

dopo la partenza

Quando il tempo non passa mai, mi nutro di libri, ascolto musica o cerco disperatamente una via per inviare un pensiero ad un amico che si trova in una situazione critica. Sono trascorsi più di cinquant’anni dal mio percorso di quindicenne e in questi anni ’20 viviamo in un’epoca che non nulla è più facile: sottoposti a limiti, a burocrazia, a carenze ospedaliere, a paure, e messi dinanzi alla morte senza un minimo di sentimento. Ma esistono ancora la gentilezza, la generosità, l’apertura mentale? C’è da chiedersi se domani le persone sapranno rispondere ai tuoi bisogni reali. Se stiamo male rimaniamo soli; se stiamo bene continuiamo a combattere una battaglia per resistere ma sempre in solitudine. Quasi ci vergogniamo di lottare e chiedere quell’aiuto necessario per stare meglio. Ci si vergogna di uscire dalla porta di casa, di parlare con gli anziani. Ci si vergogna di allungare la mano per accarezzare i capelli dei bambini o di appoggiarla sulla spalla di chiunque vediamo in difficoltà. La vita non è facile affrontarla tutti i giorni allo stesso modo e la notte non è una coperta che ti riscalda il cuore!

I pensieri vagano. Molto spesso non arrivano a destinazione, non vengono letti, ascoltati e interpretati in senso buono, eppure la strada che attraversa la vita, abbiamo imparato a percorrerla per comunicare.

Il sole lassù è di tutti ed illumina la strada in qualsiasi direzione essa vada. Possiamo salirla o discenderla, svoltare a sinistra o a destra, andare avanti o tornare indietro ma quando ci perdiamo tra le parole, dobbiamo fermarci e chiederci chi siamo.

Oltre la linea rossa

Consegnate al vento quello che gli spetta

Perché spazzerà via la polvere sulla vostra anima

Trascinate i rami lungo il fiume in piena

Perché formeranno una zattera per risollevarvi

Portate i pensieri sulla montagna più alta

Perché cadranno a valle più lievi e morbidi

Tenete forte la corda legata al passato

Perché il presente non ha un ponte solido

Premete il petto di chi sa sentire dolore

Perché le lacrime non possono essere lasciate sole

Afferrate la culla del desiderio più remoto

Perché è arrivato il momento di partire

Ascoltate le favole che sembrano finte

Perché invece sono vestite di verità

Cercate la linea rossa dell’orizzonte

Perché quando sarete oltre troverete la libertà

Per la maggior parte degli esseri umani la vita non è rosea. Spesso il carico è troppo pesante e ha optato per sfocare sfumature e contorni. Tuttavia, nel corso del tempo ci ricordiamo solo frammenti o eventi amichevoli vestiti con una luce più attraente.

La Morte del Pensiero

C’è un vento forte che urla alla vita
e si porta via i nostri pensieri
per aggiungerli nel flusso dell’indifferenza
Il male distribuisce penitenze
Il bene conosce solo amore…

C’è un pensiero gentile che sceglie la via
che si percorre lentamente per trovare la felicità
per plasmarla nella conoscenza della mente
L’allegria è il motore dei sensi
La tristezza è la morte del pensiero

La bellezza non è nei vestiti che indosso, né nel viso, né nel modo di pettinarmi i capelli. La bellezza sta negli occhi, perché sono la porta d’ingresso del cuore, il luogo in cui risiede l’amore. Ed è spesso con le lacrime che vedo passare il cuore. Tutte le donne sono belle e devono amarsi così come sono e ad avere una giusta stima di se stesse.

Il tempo è ancora più fermo con il buio pomeridiano che accompagna la pioggia.

I miei libri mi fanno compagnia, c’è tanta vita racchiusa lì dentro e penso alle mani che li sorreggevano e agli occhi che li ha letti prima di me.

Nel mondo della musica ho conosciuto tante belle persone dalle quali ho ricevuto stima ma anche affetto. In un rapporto di lavoro spesso nascono forti amicizie proprio per quella sensibilità che gli artisti hanno dentro sempre ed io non lo dimenticherò mai.

La bella musica viene dal cuore quando sa farti emozionare ma anche saper farti ridere.

Incontro alla vita

E verranno altre primavere, i nostri profumi sempre uguali

E verranno altre canzoni, le nostre canzoni un po’ improvvisate

E verranno altri giorni dove andremo incontro alla vita

Noi ci siamo, noi viviamo, noi respiriamo, sempre

In mezzo al dolore e all’inquietudine, la poesia trova una speranza di rinascita attraverso la musica che è anche a mio avviso forse la medicina terapeutica più vera e sincera. La musica risveglia, ti fa pensare, ti emoziona, ti turba, t’innamora , ti guarisce e soprattutto non ti abbandona mai.

La guerra vera è contro chi ha seguito l’Arte come fonte di vita. Dicono che sia l’influenza a cambiare il mondo, in realtà sono gli uomini ad aver deciso di intraprendere un cammino pericoloso di difesa. Dove sia la direzione giusta ancora non si sa, d’altronde ogni guerra non è servita a niente se non ad impoverire il popolo. Ce l’ho messa tutta per resistere e qualche cosina la lascerò ancora, strada facendo, finché il cuore rimarrà nei suoi spazi liberi.

Solo chi ama vive e muore una volta sola, chi non ama muore ogni giorno o al massimo sopravvive.

“Abbiamo coltivato la musica in vita, non lasciate che l’abbandono se la porti via”

Ogni donna è una artista che porta sulle spalle i sogni degli altri e dei suoi, lo deve al mondo, agli occhi che la contemplano, la giudicano, la criticano o la adulano. Molto si aspetta da lei, e indipendentemente dal risultato, diventa insoddisfatta e pensa sempre che ci sia una variante migliore, un’immagine più efficiente, un linguaggio più poetico o una risorsa più efficace che la fa sentire spesso insoddisfatta di se stessa. Offre solo i suoi sogni al momento e rimane con la sete di intraprendere la consegna successiva, con la certezza che questo sarà sicuramente un lavoro migliore.

Viva le donne che amano l’arte. Viva la bellezza nuda.

Il mio corpo insegna che devi lasciarti trasportare da ciò che la tua mente decide in piena libertà. Lo specchio che ritrae la mia bellezza è all’interno di me stessa. Il mio cuore nonostante le spaccature di tanti anni di dolori e mancanze non si è rotto e continua ad alimentare per fortuna, il cervello. Poco importa se esiste facebook per ricevere i like, continuo ad amare ogni forma d’arte che arriva, s’identifica con me e resiste nello spirito e nelle Anime più belle.

Talvolta mi chiedo se la povertà intellettuale sia figlia della ricchezza, quella ricchezza che ti permette tutto ma che chiude la finestra alla vera essenza della vita reale.

Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi. Forse domani morirò, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani.

Il coraggio di andare avanti e di affrontare chi crede di avere il potere per distruggere le persone, non solo con la morte, ce l’ho avuto anch’io, non chiedendo mai niente a nessuno. Ed è vero, bisogna avere il coraggio anche di sopravvivere al dolore perché le storie non possono essere falsate, non possono essere raccontate per rendere beneficio a chi non lo merita.

Sentirmi viva

Amarti non è stato mai impossibile

nel mio giorno più amaro

nella notte più solitaria

sentirmi viva insieme a te

Amarti in un giorno qualunque

nel mio tempo più lontano

gli occhi tuoi su di me

i colori della vita riflessi nella mia mente

Sentirmi viva per esserti accanto

nella luce che incanta la mia pelle

le tue mani su di me

fra i capelli che morbidamente rispondono

Sentirmi viva per ridiscendere la scala

per accompagnarti verso la vita

farti sentire il profumo di un amore

fra le braccia che mi stringono forte

Amarti è davvero così piacevole

sentire le tue labbra che mi sfiorano

ascoltare la tua voce in ogni stagione

cogliere l’attimo per sentirmi viva

La morte ha rubato una perla dallo scrigno dei tesori più preziosi in vita?

Bisogna ricominciare ad esistere per poter ricordare, trovare le radici strappate da un destino malvagio e sperare di ricostituire insieme il senso della vita.

La vita è così: un po’ strana, un po’ bizzarra, un po’ affascinante. Ti prende, ti sorprende, ti trascina nelle armonie dei suoni e dei colori, ti rapisce e ti restituisce, ti lascia e ti tradisce.

Le storie le cuciamo addosso. Ogni tanto quando il filo si strappa le storie escono dalla cucitura.

Bassa marea

Il mare è profondo come il pensiero

La schiuma è leggera come l’aria

Il mio pensiero si ferma leggero

C’è bassa marea quest’oggi

E il vento spinge le onde alle ginocchia

Nella magia dei colori del mio mare

Si apre un vortice di ricordi

L’autunno e la mia mente si fondono in un quadro

La cornice resta appesa al passato

La schiuma disegna l’orizzonte

I colori del cielo trascurano il passaggio della nave

Sto perdendo la rotta dell’immaginazione

L’acqua raffredda le mie speranze

La rinascita rimane ancorata al futuro

La vita assomiglia ad una vela

La linea rossa si stacca dal mare

Lo sguardo segue la sua curva sopra le terre lontane

Le onde raccolgono le mie orme

Sembrano volermi portare oltre

L’immaginazione racchiude il pensiero più bello

È bassa marea e la terra sorride ancora al cuore

Il porto è sempre stato un luogo più affascinante di altri. Lo è stato quando andavo sulle rive a mangiare i sardoni con mio nonno Silvio, quando tornavano i pescatori solitari in “Sacheta”, quando portavo la mia mamma a respirare aria buona negli ultimi suoi giorni di vita e lo è stato quando ero con il mio amore.

Non sai cos’è l’amore fino a quando non hai amato un amore che hai dovuto perdere. Non sai cos’è l’amore se non sai come le labbra fanno male fino a quando non hai baciato e hai dovuto pagare il costo finché non hai combattuto con il tuo cuore e hai perso. Non sai cos’è l’amore. So quanto ho perso! Sono giunta al pensiero di ricordare come le labbra che hanno il sapore di lacrime perdono il loro gusto per il bacio. Non sai come il cuore arde per amore, sapendo che non può vivere ma non muore mai.

Finché non hai affrontato ogni alba con occhi insonni non sai cos’è l’amore.

La luna mi ha sussurrato queste parole:

quando vedrete il mio amore, ricordate che la luce è nei suoi occhi.

Sempre con te, la tua musica nell’universo della mia mente.

Non possiamo tornare più indietro

Vorrei guardare oltre l’oceano di stelle

Per sentire la leggerezza del tuo corpo inesistente

Vorrei parlare sopra le nuvole

Per scendere nel centro della Terra

Vorrei capire dove sei nascosto

Per svelare questo segreto alla mia anima

Vorrei cogliere un cuscino di petali

Per far riposare il tuo capo dolorante

Vorrei prendere una casa in cima al sole

Per scaldare le tue mani infreddolite

Vorrei raccontare la nostra storia

Per non tornare più indietro

Perché tu sei andato in anticipo perdendoti nel vento

Perché io sono rimasta dentro un libro di ricordi

Perché io e te abbiamo vissuto

E non possiamo tornare più indietro

Se non dopo, quando?

dopo averti insegnato l’amore

dopo averti amato tanto

dopo essermi sentita in alto

dopo essermi fatta una storia vera

se non dopo, quando?

quando sarò liberata dai miei pensieri

il mio passato ed il mio presente esistono

per me non ci sarà mai pace

per me ogni giorno è incerto

per me ogni battito è un segnale

per me non ci sarà verità

se non dopo, quando?

Tutto scorre, il pensiero, l’acqua, la gioventù, l’amore, la vita. Quando siamo seduti e quando stiamo in piedi, quando siamo svegli e quando ci addormentiamo. Molti di noi hanno visto strade deserte, alcuni si sono perduti o hanno visto crollare il mondo.

Per amare ci vuole coraggio di tentare, di ricominciare umilmente o il coraggio di finire, di troncare ciò che amore può sembrare, ma che non è in realtà. La forza, dunque, di essere sempre sé stessi, senza temere l’altrui giudizio, senza paura di uscire dal reticolato in cui possiamo sentirci protetti, ma dove siamo solamente prigionieri di noi stessi e degli altri.

Un pezzo della mia vita se n’è andato, non ho mai sognato celebrazioni.

Ho sempre cercato una ragione perché il muro del silenzio non ha fine.

Credo che durante il nostro cammino in vita siano fondamentali alcuni valori fondamentali: l’amore ed il rispetto. Non sono un’artista perché non spetta a me considerarmi tale e non sono nemmeno una scrittrice di fama. Di una cosa però sono certa, che in tanti anni di amore e passione per la musica e il rispetto per chi questo lavoro lo sa fare veramente, ho capito che in mezzo a tanta confusione di ruoli ed immagine, ci sono alcune grandi e belle persone! Ho capito soprattutto che conta molto raccontare, far sapere che tu esisti ma devi anche far capire che molte persone diventano un punto di riferimento attraverso una poesia, una melodia, una canzone giusta e il lavoro immenso che dedico affinché questo possa accadere. Le persone alle quali penso sono speciali, alcune le conosco e sono amiche, c’è una stima reciproca che ci fa crescere insieme, e forse invecchiare in sintonia.

A volte penso un nuovo capitolo della mia vita ed eccoli tornare, inesorabili i pensieri e allora cerco di gioire raccogliendo anche solo briciole di felicità, piccole, apparentemente forse banali perché sappiamo che prima o poi quel Dolore mi coglierà sul più bello!

Il Dolore aumenterà, entrerà nella pelle, attraverserà le vene, raggiungerà gli occhi, la bocca, le orecchie, la mente ma servirà a capire che l’Amore rimarrà intangibile ed eterno! Non esiste amore senza una musica; non esiste il senso della vita senza un uomo che sappia darti tutto ciò di cui senti il bisogno per vivere in un mondo che devi continuamente combattere per sconfiggere il male.

Sono una foglia dello stesso albero e sono legata a un filo misterioso.

Il legame va oltre il tempo e lo spazio e vite già vissute che se non realizzate tornano, come in un magico cerchio, a cercare l’amore che le completi. Il cerchio continua fino a quando tutto si fonde in armonia e ognuno riconosce, dopo il lungo esilio, se stesso negli occhi dell’altro.

Il vento dell’ovest ti ha portato via

chissà dove tra le stelle più luminose

aspetto la notte per cercarti nell’universo

aspetto il giorno per ascoltare le vibrazioni del tuo passaggio

il mio cuore stretto in una morsa

batte a ritmo più lento ma resisterà

il nostro amore ha vinto oggi e per l’eternità.

Io non mi sono mai sentito poetessa. In realtà, ho scritto e scrivo ancora poesie o perlomeno tento di farlo. È come girare continuamente su se stessa e poi trovare il punto da raggiungere. Parlo essenzialmente di quello che mi è mancato di più.

Non vivo poeticamente ma accetto semplicemente la presenza della vita. Chi sono non lo so e nemmeno m’importa molto. Cerco a volte di dare un senso ai piccoli momenti d’allegria che nascono quasi sempre dalle sonorità che ascolto o produco con la voce e gli strumenti che conosco meglio. E quando trovo un pizzico d’allegria la tramuto in pura felicità. Diventa magia e ringrazio d’essere viva per poter comunicare con gli altri attraverso la Musica.

Pezzi di vita

Ci sono momenti che vorresti riscrivere pezzi della tua vita

Altri che vorresti solo ricordare

Altri ancora che vorresti cancellare, ma non puoi

Ci sono istanti che vorresti assorbire tutta l’aria che hai intorno

Altri che vorresti respirare piano

Altri che vorresti restituire l’aria a chi non ce l’ha più

Ci sono attimi che vorresti volare in alto

Altri che vorresti sollevarti solo un po’ da terra

Altri che vorresti guardare in faccia il tuo orizzonte

Ci sono sensazioni che vorresti provare per sempre

Altre che vorresti nascondere al tuo istinto

Altre che vorresti celare e basta

Ci sono vibrazioni che vorresti far entrare nel corpo di un altro

Altre che vorresti restassero solo nel tuo

Altre che vorresti far percepire al mondo intero

Ci sono onde che vorresti captare ovunque

Altre che vorresti allontanare dalla tua lunghezza

Altre che vorresti solo sfiorare per timidezza

Ci sono pensieri che vorresti esprimere a chi sa ascoltare

Altri che vorresti fossero solo nella tua testa

Altri che vorresti ascoltare da chi ti insegna la vita

Ci sono parole che vorresti usare per raccontare

Altre che vorresti restituire a chi ti ha fatto del male

Altre che vorresti colorare per sentirti più forte

Ci sono giorni che vorresti essere tutto

Altri che vorresti nascondere anche il tuo viso

Altri che vorresti immaginare di creare un’altra vita

Vorrei

vorrei sottrarti quegli occhi immensi

vorrei leggerti dentro

il mio sapere si colmerebbe di te

è inutile illudersi che il tempo cambierà

sotto le nostre palpebre resta il suo passaggio …

vorrei donarti gli occhi miei

vorrei tu potessi esplorarli

il tuo sapere si riempirebbe d’amore

perché qualcuno s’è perso nel tempo

sotto le nostre palpebre non rimane traccia …

Pensando all’amore immagino l’inizio della giornata e ringrazio di avermi concesso il privilegio di aver attraversato un pezzo di vita con lui. So che non c’è più ma vedo i suoi occhi che guardano i miei, sento le sue risate e i suoi silenzi, sento il suo camminare in punta di piedi per non svegliarmi. Ogni giorno appena sveglia, il profumo del suo caffè mi ridona una sensazione di beatitudine assoluta. Perfino il cane lo percepisce, guardandomi.

Ogni notte sono sdraiata a letto. Tengo l’Amore vicino nei miei sogni, pensando a tutte le cose che abbiamo detto e che si staccano dalle cuciture della memoria.

Non è mai finita, tutto il mio sangue per la dolcezza delle sue risate

Non è mai finita, lui è la lacrima che pende nella mia anima per sempre

La tua lontananza ci unisce

I giorni sono un deserto

di notte invoco il mattino, allora tutto risorge e ovunque ti rivedo.

Il tuo profilo riappare ad ogni angolo.

Il tuo nome risponde anche se non ti chiamo.

Le cose materiali, testimoni quotidiane della nostra esistenza, riflettono il tuo amore.

Così la giornata è piena del tuo respiro.

Sei presente a tutte le ore.

Vivi sempre con me, forse più di prima.

E ti sento al mio fianco

come nelle mattinate di sole in cui abbiamo benedetto la vita

e come nelle sere d’angoscia in cui abbiamo pianto insieme.

Forse una nuvola ha oscurato il nostro cielo

ma sorridevi e ritornava il sereno.

Ed ora il ricordo di una tua parola mi rischiara tutta la giornata.

Forse qualche volta non ci siamo intesi.

Spesso l’esistenza passa nello sforzo di capirsi meglio.

Ed ora comprendo anche i tuoi silenzi.

Forse qualche offesa ci ha divisi.

Si ferisce sempre chi si ama.

Ed ora la tua lontananza ci unisce.

Ci sono stati molti giorni di Natale che ho spaccato legna, non c’è nulla di più divertente e sano perché mi libera la mente da un dicembre che vorrei cancellare dal calendario ma il passato fa parte del presente ed in futuro ci sarà sempre un dicembre.

Nella mia esistenza molte cose mi sono state negate involontariamente ma altre, fondamentali, mi sono state sottratte volontariamente.

Ho sempre avuto il senso di giustizia e mi piacciono le verità. Per anni mi hanno fatto credere una storia o più storie. Accadeva sempre a dicembre. Ma una notte sotto l’albero virtuale della vita, una luce mi ha illuminato ed ho scoperto d’essere stata ingannata, perdendo così i contatti con persone con le quali avevo forti legami. Attraverso la mia continua ricerca del sapere ma anche della verità ho scoperto tragicamente lo scambio di persone date per morte, la malattia mentale di una di esse e il dolore di altre.

Una tragica e impensabile realtà che mi ha scioccato non poco.

Avevo perso per decenni ogni legame con quelle persone senza capire il perché. Ma la mia memoria non contiene segreti e l’intuito mi ha sempre regalato una risposta a tutto.

Ma mai come oggi, mi ritrovo a pensare a quel proverbio africano secondo cui “ci vuole un intero villaggio per far crescere un bambino”. Un modo per dire che dovremmo sentirci tutti un po’ più responsabili di quanto accade intorno a noi.

Non basta indignarsi per i morti per sentirsi migliori.

Occorre intervenire prima, partecipando alla cura dei vivi con amore.

Se solo una canzone potesse tramutare la morte in vita, canterei sempre quella più bella.

Nessuno conosce il tempo per vivere e non conosce il tempo per morire.

Adoro stare alla finestra per respirare l’aria buona e sentire il profumo di tutto ciò che è vita. La solitudine sceglie il silenzio che non è una virtù ma uno stato d’animo.

1971
1971

Un profumo, un suono, una fotografia riportano alla mente persone che hanno rappresentato tanto nella mio percorso terreno; ed io ho lasciato che la vita se le portasse via, lontano, in altri luoghi o in altre dimensioni. Ne sono sicura perché lo sento nel profondo, oltre il mio guscio materiale. Sento la mancanza anche delle persone che conosco virtualmente, mai incontrate nella vita ma attraverso i racconti di chi le ha realmente conosciute, i loro ricordi. Molte persone avrei voluto incontrarle e forse influire positivamente sulle loro vite, ma so che doveva essere così: ognuno deve seguire il disegno già stabilito da chi è alla radice dell’albero di cui noi siamo solo foglie tremanti nel vento.

L’amore è un bisogno di affogarsi, una tentazione di profondità. In questo assomiglia alla morte. Nell’amare si scende fino alle radici della vita, fino alla freddezza fatale della morte. Nell’abbraccio non ci sono raggi in grado di trapassare, e le finestre si aprono fino allo spazio infinito, affinché possiamo precipitarvi. C’è molto di felicità e di infelicità negli alti e bassi dell’amore, e il cuore è troppo stretto per queste dimensioni.

Il vento profuma del tuo sorriso

Il vento scompiglia i miei capelli
che oramai scendono lungo le spalle
il profumo dell’ovest arriva in conca
ma sento un brivido di nostalgia
un raggio di sole entra e si appoggia sul mio viso
che tristezza non rivedere più il tuo sorriso

Le montagne abbracciano il mio sguardo verso il cielo
che riflette il colore del mio immaginario senza tempo
non posso guardare i prati verdi
che tu regalavi ai nostri occhi
una nuvola passa e lascia cadere gocce di pioggia sul mio viso
che amarezza non poter darti il mio sorriso

La città che ho lasciato non si ricorda di me
e ruba la mia storia per seppellirla nel nulla
io forse sono sabbia
perché ovunque penetrerò per farmi sentire
il sentiero che ho percorso mi ha portato lontano
che gioia ripercorrerlo per tornare da te

Il Vento

Il vento ha portato via i profumi

il cielo copre i miei piccoli sogni

non è mai stata primavera

ogni respiro racconta

ogni lacrima bagna le radici dell’amore

il raccolto basterà alla sopravvivenza?

Una canzone è la nostra seconda voce ed ha un valore aggiunto per chi può e vuole ascoltare tutte le voci, senza muri e senza barriere.

Perché noi siamo

Tu suoni la tua chitarra mentre cerchi i miei occhi

io giro il mio viso dall’altra parte

penso che cerchi un altro sguardo

ma intorno a me non c’è nessuno

solo fumo, solo musica e ci sei tu

ti guardo, sento le corde che entrano

capisco che siamo solo noi

penso ad uno scherzo

tu continui a pizzicare le corde mentre cerchi i miei occhi

si è vero, è la nostra serata

siamo in tre, io, te e la musica che ci avvicina

amo questa magia e mi piace il tuo suono

non siamo poeti, non siamo cantanti, non siamo amanti

noi siamo un pezzo di vita sbrindellata

un po’ artisti, quelli della strada

che catturano chi crede nella solitudine

e a loro rubiamo l’anima per poi restituirla

con la purezza che ci fa vivere così

perché noi siamo

“Sei volato lontano lontano..con un sogno sulle labbra con le stelle fra le dita. Un giorno, quando gli alberi rifioriranno respirerò il tuo profumo. Non smetterò mai d’amarti anche se quel tuo sorriso non lo rivedrò mai più”

Questo mattino d’agosto

il vento alza le piume, ne ho trovata una

si è posata sul davanzale, voleva entrare

in questo mattino d’agosto, con leggerezza

non sento profumi, non vedo azzurri,

immagino il volo di un uccello libero

sopra le montagne di un mondo lontano

il mio pensiero svanisce

torna il vento e si porta via la piuma

questa è realtà

So cosa vuol dire perdere l’amore della tua vita in un modo tragico, un dolore che ti devasta perché arriva inaspettato. Spesso non riusciamo a percepire il disagio interiore di chi crediamo una corteccia ma in realtà non possiamo capire nemmeno la capacità in noi di salvare una vita.

Per chi conosce ancora l’importanza di un fiore e dei nostri sorrisi, per chi ama i prati, i papaveri, le margherite, le stelle e la luna, per chi ama correre contro il tempo e sogna sempre pensando all’amore comprende che le canzoni dell’amore sono state pensate per la gente che ama, e le canzoni dell’odio per chi non potrà mai capirlo.

Ho passato la mia vita a cercare tutto ciò che è ancora non cantato. Nel libro del sogno d’amore, tutte le pagine sono i miei giorni, e tutte le mie luci invecchiano con me.

Essere ancora qui a dividere emozioni è un dono ed ogni emozione deve essere coltivata per riavere la forza di andare avanti.

Sognatori

(testo di Ricky Mantoan)

Mi meraviglio, e sogno

La mia terra natale, il mio nome

Vorrei uscire da questa nebbia montana

Vorrei essere fuori da questi tempi pericolosi

Per un po’

Sono seduto, sui gradini fuori casa

Riflettendo, sulla mia debolezza

Vorrei viaggiare con la fantasia

Come un quadro che scappa dalla sua cornice

Volando via

Cammino, senza una mappa

Cantando, questa strana vecchia canzone

Non so dove sto arrivando I ricordi tristi non possono trattenermi

Voglio vivere Il tuo sorridere, e i tuoi occhi

Sono la mia ragione, per credere

Posa le tue mani sul mio cuore gelato

Stendi il tuo corpo giù contro il mio

Portami a casa

Come gabbiani, sulla spiaggia del mare

Stiamo cercando, la nostra terra

Tuffa le tue dita nella schiuma del mare dell’est

Sembriamo bambini che ridono sotto il cielo

Nel sole

Nel sole

Nel sole

Sono rimasta a combattere per ogni respiro di chi ho visto morente nella speranza di riprendere la strada insieme. Con la morte hanno vinto loro iniziando un viaggio di non ritorno ma l’Anima di chi ho amato viaggia un po’ nel mio cuore che batte ancora. L’amore che sento oggi non andrà mai via e ringrazio le stelle, la luna, il sole e la musica di aver avuto la possibilità di guarire le mie cicatrici.

Non voglio e non devo nascondere le mie lacrime, l’enorme tristezza e non intendo vivere nelle paure di perdere ancora.

“Se senti la canzone che canto capirai, ascolta. Sei tu ad avere la chiave per amare e per avere paura nella tua mano tremante, solo una chiave li apre entrambi ed è proprio sotto il tuo controllo” (Get Together)

Vuoto a perdere

La bellezza è un dipinto e chi vuole guardare lo può anche ammirare

Non si può gioire solo quando i colori appaiono del colore preferito

Bisogna mescolare il bianco ed il nero, il rosso e il blu, il verde e il giallo

Gli occhi distinguono i colori ma non i pensieri di chi è inosservato

I pensieri non hanno colore ma possono essere belli o brutti

La musica non ha colore ma può essere bella e brutta

La scrittura non ha colore ma può essere bella o brutta

I desideri non hanno colore ma possono essere belli e brutti

La morte non ha colore ma può essere bella o brutta

La vita non ha senso se mancano i colori della speranza

Il colore della cecità è il nero

Il colore della sordità è il bianco

I nero e il bianco mescolati danno il grigio

E’ questo il colore di colui che non guarda e non vuole sentire

La speranza risponde che non ha senso di esistere se mancano i pensieri

I pensieri vanno ascoltati ma anche ricordati

I pensieri si possono materializzare diventando colorati

Non ci possono essere regole in questa trasformazione ma solo dimensioni

Il nostro amore ha vinto

Il vento dell’ovest ti ha portato via

chissà dove tra le stelle più luminose

aspetto la notte per cercarti nell’universo

aspetto il giorno per ascoltare le vibrazioni del tuo passaggio

il mio cuore stretto in una morsa

batte a ritmo più lento ma resisterà

il nostro amore ha vinto oggi e per l’eternità

Forse non si sa che è un fatto biologico che le aquile possono vivere settant’anni o poco meno. Ma quando raggiungono trenta o quaranta, sentono di avvicinarsi alla morte perché i loro artigli e becco non sono più forti per distruggere la carne con cui si nutrono. E quando si sentono di poter morire, volano verso la cima di una montagna per ricostruire il becco e gli artigli. Aspettano mesi lì, fino a quando non escono di nuovo per vivere altri trenta o quarant’anni. Come l’aquila ho sentito la necessità di volare altrove per ricostruire la mia interiorità e riflettere di come poter cambiare me stessa ma anche aiutare gli altri. Dicono che quando si raggiunge una certa età, ci si aggrappa all’impossibile.

La verità è che il sogno impossibile è sempre possibile.

Ci si risveglia da un brutto sogno, ci si addormenta per sempre per ritrovarsi insieme.

Pensando al mio amico Gianfranco e le sue canzoni: la musica ti prende come il mare e ti stringe forte il cuore, la terra diventa grande al lume di una lampada ma la vediamo piccola agli occhi del ricordo, c’è la rabbia per una vita di stenti e ci sono i sogni nella mente dei padri che hanno vissuto in un tempo senza tempo, i padri che si addormentano con accanto il loro destino. E’ vero, ognuno di noi è un quadro di problemi insormontabili, contadini, zappatori, poeti, professori, impiegati, maestri, artisti, scrittori, lavoratori di braccia e di mente. In fondo sono canzoni che rispecchiano un sogno che si arrampica con il cuore per cucire la terra ed il cielo.

Pensando al mio grande compagno di viaggio, di sogni e d’amore: la terra promessa Ricky l’ha trovata, e sono sicura che sia come lui la sognava.

La sua canzone è un omaggio a coloro che da ventenne amava.

Un sogno lontano diventato realtà quando il destino lo ha chiamato a suonare con i suoi miti. The Promised Land la cantavamo spesso davanti al caminetto mentre Ricky mi raccontava le storie vissute con Skip Battin, il suo eterno amico diventato il fratello che non aveva mai avuto.

Pensando a chi mi ha amato tanto e non c’è più. Una canzone racconta una vita, a volte un sogno. Non è importante chi la canta ma come la racconta e la vive.

Solo verità, amore e onestà.

Man mano che se ne vanno gli amici, gli amori, svaniscono anche i ricordi in breve tempo.

La morte però non ha niente a che fare con la tempesta di sentimenti buoni o cattivi che girano nell’aria che respirano i viventi che si nutrono di lacrime versate per qualcuno in fondo che nemmeno si conosce o si è conosciuto. Credo onestamente che nella nostra vita non si possano avere solo idoli da amare ma sia necessario amare le cose belle, tutta la musica creata e donata da donne e uomini diversi tra loro, con storie proprie vissute anche all’ombra del successo.

Rispetto, ci vuole molto rispetto anche per la morte.

Oggi il vento

oggi il vento ha perso la sua forza
l’acqua nel cielo si è fermata ad ovest
il riflesso grigio della cima del Sabotino
entra ed illumina i miei fogli bianchi
rimasti sul tavolo per troppo tempo
oggi forse vi sporcherò di verità.
e tra le mie stelle vedrò il tuo sorriso

Deriva

Come una zattera alla deriva nel mare dell’ignoto

Mi sento ogni giorno al risveglio senza il tuo buongiorno

Come un drappo senza bastone nell’aria di un temporale

Mi sento ogni notte prima di addormentarmi senza il tuo amore

La nostra zattera di pace e di bellezza ha solcato il mare profondo

Abbiamo guardato oltre quell’orizzonte lontano senza voltarci

La nostra storia vissuta e bellissima ha tagliato il passato

Abbiamo sognato senza uscire dal quadro appena dipinto

Come un disco che gira sul piatto senza la puntina

Mi sento ogni momento del giorno senza la tua musica

Come una bobina che torna indietro senza uno strappo

Mi sento ogni volta mentre penso alla tua voce e le tue mani

La vita

L’anima dell’estate è irraggiungibile

Il sole è basso e il cielo pesante

A volte li guardo finché non affondano nel mare

Quando aspetto

La vita è un cambiamento

dicembre 8, 2022

Allen Collins, il magico chitarrista Southern Rock dei Lynyrd Skynyrd

Allen nacque a Jacksonville, in Florida, il 19 luglio 1952 e ancor prima di camminare era pieno di energia. Nel 1963, Allen viveva nella zona di Cedar Hills a Jacksonville quando un amico più grande di lui ricevette una chitarra per il suo compleanno. Allen ne fu conquistato. I genitori di Allen avevano recentemente divorziato e i tempi erano duri per Allen e la sua famiglia. Sua madre, che già lavorava tutto il giorno nella fabbrica di sigari, prese un secondo lavoro la sera. Non appena ebbe risparmiato abbastanza soldi, sorprese Allen portandolo da Sears e ordinò la sua prima chitarra e amplificatore Silvertone. Nonostante nessun allenamento a parte alcuni consigli della sua matrigna e amica, Allen imparò a suonare la chitarra facilmente e formò rapidamente la sua prima band: The Mods.

A soli 12 anni, insieme al cantante Ronnie VanZant e al chitarrista Gary Rossington, Allen Collins formò il nucleo dei Lynyrd Skynyrd nel 1964 imparando ciò che potevano l’uno dall’altro e ascoltando la radio. Questa prima band, chiamata prima My Backyard, poi i Noble Five includeva anche il batterista Bob Burns e il bassista Larry Junstrum. Trovare un posto dove suonare si rivelò difficile e le scelte erano limitate al posto auto coperto a casa di Bob, il cortile di Ronnie, dove erano sicuri di avere un pasto completo o il salotto di Allen che di solito includeva torte e caramelle. Dopo diversi anni di pratica, esibizioni e cambi di musicisti, gli Skynyrd, come ogni gruppo decente di rock star alle prime armi, iniziarono a suonare nei famigerati one-nighters.

Nel 1970, Allen sposò Kathy Johns. I suoi compagni di band nella sua festa di matrimonio, per compiacere Kathy che temeva la reazione dei genitori alla dei capelli lunghi, infilarono la loro immagine rock and roll sotto le parrucche per la cerimonia nuziale. Il ricevimento di nozze ha ospitato un pezzo di storia del rock and roll, una delle prime esibizioni pubbliche di “Freebird” completa con la tipica jam di chitarra estesa alla fine. La famiglia di Allen crebbe con la nascita di sua figlia Amie seguita rapidamente da Allison. I tempi erano molto difficili poiché Allen portava a malapena abbastanza per sostenere la giovane famiglia. Nonostante si siano avvicinati diverse volte, i Lynyrd Skynyrd hanno continuato a mancare quella grande occasione sfuggente.

Nel 1973, tuttavia, le cose iniziarono finalmente a mettersi insieme per i Lynyrd Skynyrd. Durante un periodo di una settimana al Funochio’s di Atlanta, la band fu scoperta dal famoso Al Kooper. Dopo aver firmato un contratto discografico con la sussidiaria della MCA Sounds of the South, gli Skynyrd entrarono in studio con Kooper come produttore. Il risultato diede il via all’ascesa della fama con standard come “Gimme Three Steps“, “Simple Man” e il classico incendiario e guidato dalla chitarra, “Freebird“.

Gli album d’oro e di platino seguirono una serie di canzoni di successo come “Sweet Home Alabama“, “Saturday Night Special“, “Gimme Back My Bullets“, “What’s Your Name?” e “That Smell“. Nel corso dei quattro anni di registrazione degli Skynyrd, i ricordi si sono gradualmente trasformati in leggende. Apertura del tour degli Who. “Skynning” l’Europa viva. Torture Tour del 1975. Steve Gaines. Un altro dalla strada. La fiera di Knebworth ’76.

Il 20 ottobre 1977, le canzoni degli Skynyrd erano diventate punti fermi della radio. Il loro ultimo album, Street Survivors, era appena stato pubblicato con grande successo di critica e pubblico. Il loro nuovo ambizioso tour, a pochi giorni di distanza, assicurò il tutto esaurito.




Poi in un attimo la tragedia devastante

Quello stesso giorno del 20 ottobre, alle 18:42, il pilota dell’aereo Convair 240 noleggiato dai Lynyrd Skynyrd comunicò via radio che il velivolo era pericolosamente a corto di carburante. Meno di dieci minuti dopo, l’aereo si schiantò in un boschetto densamente boscoso nel mezzo di una palude. L’incidente, che uccise Ronnie VanZant, il chitarrista Steve Gaines, la cantante Cassie Gaines, il road manager Dean Kilpatrick e ferì gravemente il resto della band e della crew, frantumò la stella nascente degli Skynyrd. Tutti i componenti dei Lynyrd Skynyrd avevano incontrato un tragico destino.

Dopo diversi anni di recupero, i sopravvissuti all’incidente sentirono che era il momento giusto per un altro tentativo. Gary Rossington e Allen Collins si erano esibiti in alcune jam speciali, e lentamente iniziarono a pianificare una nuova band. Nelle settimane successive firmarono per i sopravvissuti degli Skynyrd Billy Powell e Leon Wilkeson e altri musicisti locali, anche se la scelta di un cantante solista per la nuova band rimase poco convinta. Rendendosi conto che qualsiasi cantante si sarebbe trovato di fronte a inevitabili paragoni con Ronnie VanZant, Allen e Gary scelsero Dale Krantz, una cantante di supporto femminile coraggiosa. Questo cambiamento distinse la band di Rossington Collins quando nel 1980 la Rossington-Collins Band debuttò nel giugno 1980 con l’album Anytime, Anyplace, Anywhere. Spinto da canzoni come “Getaway” e “Don’t Misunderstand Me“, l’album vendette più di un milione di copie e la band andò in tour con un pubblico entusiasta e il tutto esaurito. Tuttavia il successivo sforzo della band del 1981 inciampò sul mercato nonostante fosse ben accolto dalla critica.

Dale Krantz

La tragedia colpì di nuovo la vita di Allen proprio quando la Rossington Collins Band iniziò. Durante i primi giorni dello stressante tour di debutto, la moglie di Allen, Kathy, morì costringendo la cancellazione del tour.

Insieme agli effetti persistenti della perdita dei suoi amici nell’incidente aereo, la morte di Kathy devastò Allen. Tuttavia, l’attrazione di creare musica era troppo forte perché Allen potesse allontanarsene. Anche quando Gary Rossington e Dale Krantz lasciarono la Rossington Collins Band, Allen continuò a formare la Allen Collins Band nel 1983. Allen originariamente voleva il nome Horsepower per la sua band, ma poco dopo aver completato l’artwork del nuovo album appresero che il nome era già usato. Il loro unico album, Here, There and Back, incontrò una notevole approvazione da parte dei fan, ma poco supporto da parte della MCA Records che abbandonò la band poco dopo l’uscita dell’album.




La tragedia per Allen purtroppo proseguì ancora una volta nel 1986

Guidando vicino alla sua casa a Jacksonville, Allen si schiantò con la sua auto in un incidente che uccise la sua ragazza e lo lasciò permanentemente paralizzato dalla vita in giù. Le ferite limitavano anche l’uso della parte superiore del corpo e delle braccia. In seguito dichiarò di non contestare l’omicidio colposo.

Durante il tour tributo ai Lynyrd Skynyrd del 1987 Allen lavorò come direttore musicale, selezionando le scalette, arrangiando le canzoni e preparando il palco. Tuttavia, rimanere in disparte mentre la sua band era al centro della scena si rivelò dolorosissimo per il chitarrista. Ma in parte, Allen trasse dal suo incidente d’auto, un insegnamento chiedendo di usare la sua fama e influenza per avvertire i ragazzi dei pericoli della guida in stato di ebbrezza. Allen usò il tour Tribute per salire sul palco e far sapere ai suoi fan il motivo per cui non poteva suonare con gli Skynyrd . Un messaggio potente che pochi fan dimenticheranno.

Nel 1989, Allen sviluppò la polmonite a causa della diminuzione della capacità polmonare dovuta alla paralisi. Entrò in ospedale a settembre dove morì il 23 gennaio 1990.

A lungo considerato uno dei migliori chitarristi rock, Allen Collins è stato il cuore dell’anima di Ronnie VanZant nei Lynyrd Skynyrd.

Il modo unico e infuocato di suonare la chitarra di Allen e il potente songwriting hanno contribuito ad assicurare il posto dei Lynyrd Skynyrd nella storia del rock and roll.

Gloria Berloso
novembre 24, 2022

Ricky Mantoan – “LEGEND” –

LEGEND è il titolo dell’album che uscirà il 25 novembre 2022 su tutte le piattaforme musicali.

Prodotto da Gloria Berloso; distribuito da TuneCore a 100 negozi principali.

Copertina “LEGEND”

RICKY MANTOAN

Riccardo Mantoan, conosciuto più semplicemente come Ricky, francese di nascita perché nato nel dopoguerra in una piccola cittadina dell’Isère. La famiglia si trasferì in Italia in un paese del Canavese, quando Ricky compì l’età scolare e già a quella età, circa a 5 anni, iniziò a pizzicare la chitarra di papà rovesciandola perché la suonava con la mano sinistra con maggior naturalezza nonostante le ripetute sgridate da parte dei familiari e dei maestri d’allora. Il suo talento e la genialità creativa gli aprì una strada anche nell’uso di tutti gli strumenti a corde, spesso destrorsi perché all’epoca per mancini non si trovavano. Per tutto il percorso di vita nella musica ha sempre suonato le sue chitarre con le corde capovolte tranne qualche rara eccezione. La prima chitarra elettrica mancina la potè acquistare nel 1968 con l’aiuto della madre. Nel 1974 riuscì a ordinare in America una rara pedal steel guitar mancina, la ZB DM10 che arrivò a Milano dopo un anno in una cassa, smontata e senza istruzioni. Ricky imparò a suonare tutti gli strumenti da solo. La sua creatività lo portò a comporre musica fin dagli anni settanta e a scrivere testi in inglese per la sua country rock band dal 1978 al 2016. Negli anni novanta Ricky s’innamorò di uno degli strumenti più antichi della storia della musica, l’arpa celtica. Dalla seconda metà degli anni novanta iniziò a creare delle melodie dal sapore rinascimentale con l’arpa, la pedal steel guitar e la chitarra acustica. Negli ultimi anni antecedenti la sua prematura scomparsa diventarono gli strumenti preferiti nel comporre musica per la sua compagna Gloria, con la quale registrò un’ampia produzione di canzoni scritte da entrambi o di musicisti a loro molto cari.

Gli arrangiamenti di Ricky sono un vero gioiello quindi anche in “Legend”, album con un percorso articolato e scelto da Gloria Berloso per far comprendere meglio all’ascoltatore, la bellezza artistica dell’artista che spazia dal folk al classico, dal country al blues.

Il suono apparirà fin da subito puro.

Skip Battin e Ricky Mantoan nel 1983 a Burolo







Ricky Mantoan aveva un aspetto sofferto quando prendeva possesso del palcoscenico, il suo passo era lento, un po’ incerto, sedeva sullo sgabello davanti la sua Pedal Steel e iniziava a suonare una musica dolce, melanconica, liquida quasi al rallentatore. Poi imbracciava la sua Guild Starfire rossa del 1968 e portava il pubblico in visibilio. Ricky non ha mai voluto sbalordire ma la sua ecletticità e la sua sensibilità hanno fatto lui intuire molte più cose di quelle che il suo intelletto fosse in grado di assorbire e di spiegare a sé stesso, e gli ha ispirato un desiderio di esprimere queste cose attraverso ciò che ha sostituito la sua intelligenza: le sue chitarre e la sua arpa”.




Track listing songs – (composer and lyricist)
Codice d’identificazione


01 Traccia 1 Speed of the Sound of Loneliness (Prine)
ISRC: TCAGP2262240

02 Traccia 2 Legend (Mantoan)
ISRC: TCAGP2262268

03 Traccia 3 Tecumseh Valley (Van Zandt)
ISRC: TCAGP2262328

04 Traccia 4 Gloria (Mantoan)
ISRC: TCAGP2262398

05 Traccia 5 Solitude (Mantoan)
ISRC: TCAGP2262444

06 Traccia 6 Land in the Blues (Mantoan)
ISRC: TCAGP2262491

07 Traccia 7 Sad Country Lady (Mantoan)
I
SRC: TCAGP2262526

08 Traccia 8 The Promised Land (Mantoan)
ISRC: TCAGP2262576



“Speed of the Sound of Loneliness” è una canzone scritta da John Prine. È stata pubblicata come brano nell’album German Afternoons di Prine del 1986. La canzone ha guadagnato ulteriore fama con un duetto registrato da Prine e dalla cantante americana Nanci Griffith nell’album Other Voices. La canzone è stata interpretata da molti ed appare anche nell’album Silhouetted In Light di Gene Clark e Carla Olson. Ricky e Gloria l’hanno registrata il 10 dicembre 2016.


Legend“ è un brano composto da Ricky Mantoan nel maggio del 1998. Decisamente una nuova dimensione più intima e profonda con l’arpa celtica e la pedal steel guitar. Un vero e proprio percorso di vita nel quale infondere la propria umana esperienza. “Legend” dà il titolo all’Album.


Tecumseh Valley” è una canzone scritta da Townes Van Zandt nell’aprile del 1969. La canzone tra le altre è considerata un capolavoro della canzone d’autore americana. Il testo molto triste ed impregnato di malinconia ha attirato l’attenzione di Ricky e Gloria ed hanno elaborato una serie di arrangiamenti con la Rickenbacker. Registrata il 10 dicembre 2016 ma rimasta incompiuta per l’improvvisa scomparsa di Ricky,
Gloria è riuscita a rielaborarla lasciando gli spazi dove si può ascoltare la voce di Ricky.


Gloria” è una canzone di Ricky Mantoan registrata nello studio di Borgomasino tra il 17 e il 18 maggio del 2013. Brano autobiografico dedicato alla sua compagna, composto con basso Fender Precision, chitarra acustica Ibanez Concord, mandolino Ibanez, pedal steel guitar ZB D10 del 1975 e chimes. La canzone ha raggiunto numerosi ascolti in tutto il mondo.


Solitude” e un brano scritto da Ricky e registrato il 4 maggio 1998 con arpa celtica, chitarra acustica e pedal steel guitar da brividi. La sua voce straziante a tratti, ricorda che i tempi felici sono andati e che il mondo va avanti e non ferma la sua corsa.


Land in the Blues” è stata composta nell’inverno del 2013. In questa straordinaria performance ha usato la chitarra acustica. La sua voce calda imprime la malinconia che si esprime in un blues senza tempo. Le armonie vocali sono impreziosite da Dario Zara, bassista del Branco Selvaggio e compagno di avventure in molte performances.


Sad Country Lady” è una delle canzoni più significative di Ricky, composta prima del 1980 in onore di Emmylou Harris e Gram Parsons. In questa unica e stupenda performance dal vivo a San Daniele del Friuli il 14 aprile 1983 è accompagnato da Skip Battin, celebre componente dei Byrds e Flying Burrito Brothers.


The Promised Land” è una delle canzoni più importanti di Ricky Mantoan che dedica a quei compagni di viaggio prima sognati poi condivisi. Un percorso di vita interrotto dalla semplicità della vita quotidiana ma sempre in mezzo alla Musica scritta e rielaborata da Ricky.




LEGEND”


Track 1,3,4
Ricky Mantoan
Gloria Berloso


Track 2,5
Ricky Mantoan


Track 6
Ricky Mantoan
Dario Zara


Track 7
Ricky Mantoan
Skip Battin


Track 8
Ricky Mantoan
Gloria Berloso
Dario Zara


Ricky Mantoan: Arpa, pedal steel guitar, acoustic guitar, electric guitar, mandolino, harmonica, drums & vocal


Gloria Berloso: vocal, chimes, autoharp,
vocal harmonies


Dario Zara: vocal harmonies, bass


Skip Battin: vocal harmonies, acoustic guitar







Prodotto da Gloria Berloso

gloriaberloso@yahoo.it

www.ilblogfolk.wordpress.com

Ringraziamento a Dario Zara, Skip Battin, Heinz-Dirk Zimmermann, Thomas Aubrunner

Dedicato a Ricky Mantoan, John Prine, Townes Van Zandt

Family Tree e discografia di Ricky Mantoan pubblicate da Heinz-Dirk Zimmermann

settembre 18, 2022

“Madame Guitar” Festival internazionale di chitarra acustica dal 22 settembre al 25 settembre 2022

“Madame Guitar” è un festival internazionale di chitarra acustica. È stato ideato nel 2006 e sempre organizzato dall’associazione culturale senza fini di lucro Folk Club Buttrio, il cui presidente Marco Miconi ne è anche il direttore artistico. Si tiene annualmente a Tricesimo, alla periferia nord di Udine (in Friuli, Italia) nel quarto weekend di settembre. Da giovedì 22 settembre fino domenica 25 settembre si esibiranno vari chitarristi di primo piano da tutto il mondo nei vari generi, blues, jazz, canzone d’autore, flamenco, tango, rock, etnica, country, fado. Quest’anno per problemi di forza maggiore dovuti a manutenzione del teatro Garzonio, i concerti serali saranno svolti all’Auditorium “Mons. Pigani” di Remugnano (Reana del Rojale).
Madame Guitar si caratterizza per pluri-concerti (gratuiti) nella piazza Garibaldi o (con biglietto) al Teatro. Oltre ai concerti, ci sono seminari di chitarra, una mostra di liuteria con una decina dei migliori liutai italiani ed una di dischi da collezione, la presentazione di novità discografaiche o editoriali sulla chitarra, incontri in municipio o ‘a tavola’ con i musicisti partecipanti, per la gioia del pubblico, a stretto contatto con i propri beniamini.
Dal 2011 al festival stanziale settembrino si è aggiunta una fase ‘promozionale’ estiva denominata “Aspettando Madame Guitar”, con una serie di concerti di vari chitarristi in altrettante località della regione Friuli ed anche nelle vicine Austria e Slovenia.
Il Festival, unico in Regione, rappresenta un fiore all’occhiello per la cittadina di Tricesimo e dei suoi dintorni che possono così ospitare artisti famosi e far conoscere le bellezze della terra tricesimana e la bontà dei tanti e rinomati ristoranti locali.
“Madame Guitar” prende il nome dal titolo di una canzone del grande ed indimenticabile Sergio Endrigo.

Il programma:

Giovedì 22 settembre 2022 inizio h.20:45 Auditorium di Remugnano-Reana del Rojale

NAMVULA (GAMBIA-INGHILTERRA)

FRASER FIFIELD & GRAEME STEPHENS (SCOZIA)

HANNAH RARITY & HEATHER CARTWRIGHT (SCOZIA)

Venerdì 23 settembre 2022 inizio h.20:45 Auditorium di Remugnano

CHORO DE RUA (BRASILE-ITALIA)

MICHELE PIRONA TRIO (FRIULI)

BAIA TRIO (PIEMONTE)

Sabato 24 settembre 2022 inizio h. 10:00 fino h. 12:00 Tricesimo – Via San Antonio

SEMINARIO DI ‘CHORO BRASILIANO’ CON CHORO DE RUA

15:00 Tricesimo – Piazza Ellero

REDNAKS (ITALIA)

MARCO MANUSSO (ITALIA)

SOUND FROM THE GROUND (ITALIA-ZAMBIA)

Sabato 24 settembre 2022 inizio h.20:45 Auditorium di Remugnano

OSVALDO DI DIO (ITALIA)

MOONLIT STATION (FRIULI)

ABDO BUDA MARCONI TRIO (SIRIA-ITALIA)

Domenica 25 settembre 2022 inizio h.11:00 Tricesimo – Parco di Villa Ciceri

DAL TRAMONTO ALL’ALBA – OMAGGIO A NEIL YOUNG

PAOLO MALISANO E MAURIZIO FANIN (FRIULI)

Domenica 25 settembre 2022 inizio h.15:00 Tricesimo – Piazza Ellero

JIM BRUNO (USA)

PAOLA SELVA & GIOVANNI FERRO

HUSSY HICKS Q. (AUSTRALIA)

GRAN FINALE: TUTTI INSIEME PER “MADAME GUITAR”

Sabato 24 e Domenica 25 settembre
dalle 10.00 alle 18.30

MOSTRA DI LIUTERIA
Tricesimo – Via San Antonio

INFORMAZIONI UTILI

Indirizzo Auditorium Comunale Mons. Pigani

Via Jacopo Tomadini REANA DEL ROJALE località RemugnanoUD

Sito Madame Guitar www.madameguitar.com

Tel. +39 348 813 8003

In caso di pioggia

I concerti saranno spostati all’AUDITORIUM COMUNALE
agosto 11, 2022

ilblogfolk compie 10 anni

Guardo indietro all’articolo che ho scritto dieci anni fa e sono piena di un senso di timore reverenziale che sono passati 10 anni. Leggere queste pagina riporta ondate emotive di gioia e dolore e mi sono resa conto che ora sono una persona migliore a causa delle perdite che ho vissuto nella mia vita

Mentre ricordiamo e celebriamo l’eredità di tanti musicisti nell’anniversario della loro scomparsa, è importante non scartare ciò che è accaduto in questi ultimi 10 anni. Ognuno di loro aveva notoriamente “istruito” la band a “mantenere il treno in movimento”, in altre parole, continuare a suonare la musica. Incredibilmente e contro ogni previsione, lo hanno fatto. Molto è cambiato negli ultimi 10 anni e tuttavia il panico diffuso è stato con noi per tutto quel tempo.

Per questo, dovremmo essere tutti grati. Soprattutto perché l’eredità di ogni artista vive ogni sera, la band accende gli amplificatori e si accarezza in uno dei loro spettacoli.

È difficile scrivere qualcosa sul defunto musicista che non sia già stato detto sull’uomo. Coloro che lo conoscevano davvero bene hanno già scritto ciò che hanno bisogno di dire o non hanno scritto nulla perché i loro sentimenti non sono affari di nessuno ma loro. Non ho scritto molto, soprattutto perché è troppo doloroso e complicato. E onestamente non avrei mai pensato di poter rendere giustizia ai ricordi dell’uomo o alla bellezza che la sua musica ha creato nel mondo.

Ho descritto solo i miei sentimenti e vedrò cosa si dissotterra e forse ci sarà un po ‘di verità in esso per gli altri da trovare. E forse accadrà un po’ di magia e ci sarà un po’ dello spirito dell’uomo in queste parole.

Dieci anni di dedizione a questo blog non sono pochi. Ho sempre cercato di dare molto spazio alla musica, quella vera spesso sconosciuta ed ho creato una piccola nicchia nella quale ci si può fermare pochi minuti per leggermi ed ascoltare la musica.

Gloria Berloso

Chi volesse dare un piccolo contributo con una donazione può farlo con Pay Pal il mio indirizzo è glober55@gmail.com

Grazie

agosto 11, 2022

Jerry Garcia – Credo che la musica sia molto più grande di me, e spero che sopravviva

Il chitarrista dei Grateful Dead, Jerry Garcia è nato il 1 agosto 1942 ed è morto il 9 agosto 1995 all’età di 53 anni. Ogni anno, i “Days Between” il compleanno di Garcia e l’anniversario della sua morte segnano un periodo di tempo per riflettere e celebrare la vita e la carriera dell’amato musicista. Quest’anno, JamBase onora i Days Between esaminando l’evoluzione della Jerry Garcia Band dall’inizio nel 1975 fino a una performance finale nel 1995.

Mentre c’è molto da dire e da scrivere sulle varie epoche della Jerry Garcia Band dalla sua formazione iniziale all’era Godchaux, alla deviazione dei Reconstruction alla formazione classica e alla formazione acustica, lo stesso non vale per la formazione finale del gruppo.

La formazione finale dei JGB ha una sola differenza personale rispetto alla formazione classica, poiché il batterista Donny Baldwin è stato scelto nel 1994 per sostituire David Kemper che era stato un membro dei JGB dal 1984. Il periodo di Baldwin dietro il kit per JGB iniziò in uno spettacolo il 4 febbraio 1994 e terminò con il concerto finale del gruppo il 23 aprile 1995 – entrambi gli spettacoli erano nel luogo più suonato di JGB, The Warfield a San Francisco.

6 febbraio 1994

Baldwin era dietro il kit per 39 concerti della Jerry Garcia Band. L’aggiunta di Baldwin ha visto il ritorno di “It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry” di Bob Dylan per la prima volta dal 1986, “I’ll Take A Melody” di Allen Toussaint per la prima volta dal 1990, “Harder They Come” di Jimmy Cliff per la prima dal 1991 e “Evangeline” dei Los Lobos per la prima volta dal 1992. L’era Baldwin includeva l’aggiunta di “Johnny Too Bad”, che fu registrata per la prima volta dal gruppo reggae The Slickers e reinterpretata da JGB alcune volte nel 1994 e nel 1995.

Secondo Jerry Base, Baldwin è stato il 25° musicista ad aderire alla Jerry Garcia Band. La formazione finale è stata completata dal resto della formazione classica: Garcia, il bassista John Kahn, il tastierista Melvin Seals e le cantanti Gloria Jones e Jacklyn LaBranch.

Kahn era l’unico bassista della Jerry Garcia Band e, oltre a Garcia, il suo unico altro membro coerente. (Il bassista dei Grateful Dead Phil Lesh sostituì Kahn per alcuni concerti nel 1983, ma non fu mai un vero membro della band).

Seals è stato il secondo membro JGB più longevo dietro Garcia e Kahn. Era uno dei sei tastieristi che facevano parte della band, insieme a Nicky Hopkins, Keith Godchaux, James Booker, Ozzie Ahlers e Jimmy Warren.

Jones e LaBranch sono stati tra i 10 coristi che hanno trascorso del tempo come membri dei JGB, insieme a Donna Jean Godchaux, Maria Muldaur, Liz Stires, Essra Mohawk, Julie Stafford, Shirley Faulkner, Elisecia Wright e DeeDee Dickerson.

Baldwin fu il nono batterista della Jerry Garcia Band, unendosi ai precedenti cronometristi Kemper, Ron Tutt, Gaylord Birch, Bill Kreutzmann, Daoud Shaw, John d’Fonseca, Buzz Buchanan e Greg Errico.

Prima di entrare a far parte di JGB, Baldwin era forse meglio conosciuto come membro di Jefferson Starship (e Starship) dal 1981 al 1989. Nativo di San Francisco, Baldwin andò in tour con la Elvin Bishop Band dal 1973 al 1978 e suonò la batteria nel singolo di successo, “Fooled Around And Fell In Love”, che comprendeva il cantante dei Jefferson Starship Mickey Thomas.

Melvin Seals era un altro dei collaboratori di Elvin Bishop, e sia Seals che Baldwin apparvero nell’album di Bishop del 1977, Rasin’ Hell. Baldwin e Seals contribuirono all’album solista di Thomas del 1977, As Long As You Love Me, entrambi apparendo nella traccia “Where Are We”.

Un famigerato alterco nel 1989 tra Baldwin e Thomas mentre Starship era in tour a Scranton, in Pennsylvania, lasciò Thomas gravemente ferito e richiese un intervento chirurgico per riparare le fratture facciali. Il tour fu successivamente cancellato e a Baldwin fu chiesto di lasciare la band.

Baldwin si è riunito ai Jefferson Starship nel 2008 e continua a fare tour con il gruppo. Secondo la sua biografia sul sito web Jefferson Starship, i tour e i crediti di registrazione di Baldwin includono la collaborazione con “Kenny Loggins, Pablo Cruise, Chuck Berry, Van Morrison, Ronnie Montrose, Greg Allman, Heart, Lydia Pense & Cold Blood, .38 Special e Eddie Money”.

23 aprile 1995

Nel 1995, una corsa di tre notti al The Warfield tenutasi il 21, 22 e 23 aprile si rivelò essere l’ultimo spettacolo JGB. La morte di Garcia, in questa data nel 1995, pose fine alla band e anche ai Grateful Dead.

I restanti membri della formazione finale della Jerry Garcia Band si riunirono nel maggio 1996 per esibirsi nell’ex locale di Santa Cruz, in California, Palookaville. Pubblicizzata come la John Kahn Band, la formazione comprendeva anche nuovi arrivati, il cantante Larry Batiste e il chitarrista Ho-Young Kim.

Secondo Seals, il primo concerto ha evitato le canzoni precedentemente suonate da Garcia e dalla band. Il tastierista ha detto all’agenzia di stampa di Santa Cruz Good Times dei concerti, affermando:

“Si sarebbe chiamata The John Kahn Band. Kahn aggiunse altri cantanti e musicisti che non facevano parte della Jerry Garcia Band, come Larry Batiste e poche altre persone. Kahn non voleva suonare canzoni JGB, ma canzoni nello stile che Jerry Garcia avrebbe sicuramente suonato. A quel tempo, le persone stavano soffrendo e Kahn voleva stare lontano dalle canzoni firmate [di Garcia]. Quindi abbiamo suonato un sacco di canzoni della Motown come ‘Beechwood 4-5789’, canzoni a cui Jerry avrebbe facilmente detto di sì”.

Il secondo concerto, che è stato aggiunto dopo che il primo è andato rapidamente esaurito, ha visto Kahn cambiare strategia, con il risultato di suonare alcuni punti fermi JGB. “La gente voleva ancora ascoltare questa musica nonostante il re non fosse alla chitarra”.

5 maggio 1996

La morte di John Kahn il 30 maggio 1996, all’età di 48 anni, costrinse alla fine della John Kahn Band dopo solo due concerti.

L’eredità della Jerry Garcia Band è stata poi ripresa da Seals che da allora è andato in tour come Melvin Seals & JGB, suonando il repertorio che Garcia ha sviluppato nel corso degli anni. Molti membri della Jerry Garcia Band si sono esibiti con Melvin Seals & JGB, tra cui Baldwin, LaBranch e Jones (morto nel 2019).

“Ho visto un’intervista in cui a Jerry è stato chiesto cosa gli sarebbe piaciuto pensare che sarebbe successo dopo la sua morte”, e Jerry ha risposto: “Credo che la musica sia molto più grande di me, e spero che sopravviva”.

Jerry Garcia

https://www.youcanprint.it/la-cultura-musicale/b/7571e112-cd37-5197-a4cf-11dd7d1f2c6d

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