Archive for gennaio, 2025

gennaio 27, 2025

Per quattro mesi rivive il FOLKSTUDIO nel cuore di Roma

Dal 7 febbraio la rassegna “Stanze Polverose” dedicata al leggendario locale romano: 20 date all’Antica Stamperia Rubattino tra canzone d’autore, jazz, folk e incontri

L’ingresso è gratuito

Un progetto di “Sopra c’è gente” promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e in accordo con l’Archivio Folkstudio della Discoteca di Stato

Una rassegna di musica d’autore dedicata al Folkstudio, il leggendario locale romano fondato da Harold Bradley e portato avanti da Giancarlo Cesaroni. Si intitola “Stanze polverose” e vede l’organizzazione artistico musicale di “Sopra c’è gente”, promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e in accordo con l’Archivio Folkstudio della Discoteca di Stato. Si svolgerà nel cuore di Roma, nel quartiere Testaccio, all’Antica Stamperia Rubattino, dove è conservata anche la campana che al Folkstudio dal 1961 dava il via ai concerti. I rintocchi aprirono il live di Bob Dylan fino a quello di Simone Cristicchi, passando per Francesco De GregoriToquinhoRosa Balistreri, Antonello VendittiPaolo HendelFrancesco GucciniPiero CiampiGiovanna Marini e tantissimi altri. E dal 7 di febbraio daranno il via a 20 appuntamenti ad ingresso gratuito, che si protrarranno fino a giugno, tra canzone d’autore, jazz e folk, tra talk e incontri, proprio come per quarant’anni è accaduto al Folkstudio, prima nella sede di via Garibaldi, poi in quella di via Sacchi, fino all’ultima di via degli Annibaldi/via Frangipane. Un programma ricco, insomma, che prevede tanta musica, due appuntamenti speciali con gli artisti storici del locale romano capitanati da Grazia Di MicheleErnesto Bassignano e Edoardo De Angelis e uno finale dal titolo “Chiedi cos’era il Folkstudio – Serata di ospiti, racconti, canzoni, fiori falsi e sogni veri” a cura di Enrico Deregibus. In quell’occasione saranno assegnati i riconoscimenti “Stanze polverose 2025”: emergenti (premio Folkstudio Giovani) e artisti affermati (premio Folkstudio Stanze Polverose).

Lo scopo è quello di valorizzare e divulgare, oggi come allora, la musica di qualità e incentivare la collaborazione e la condivisione artistica in un’epoca in cui tutto sembra partire e concludersi in un clima di solitudine e individualismo. Continuare, insomma, quella che fu la missione del locale romano che, come scrive nella brochure di presentazione Luciano Ceri, giornalista musicale e scrittore, “da una parte confidava nella qualità delle proposte artistiche e dall’altra nella convinzione di poter dare uno spazio di visibilità ad artisti esordienti o comunque spesso esclusi dai circuiti di spettacolo tradizionali, che lì invece trovavano una platea, per quanto contenuta, ma sempre attenta, ben disposta e soprattutto curiosa di ascoltare qualcosa di nuovo ed interessante. Tutto questo portò la fama del Folkstudio ben oltre i confini nazionali, ed era consueto, per quanto sorprendente, che si parlasse del Folkstudio non solo in Italia, ma anche in Europa e nel continente americano”. E proprio con la musica americana il Folkstudio aveva un legame forte, come si evince dal ricordo del giornalista, chitarrista ed etnomusicologo Andrea Carpi nell’opuscolo che verrà distribuito ogni sera all’Antica stamperia Rubattino: “(…) nella mia prima visita al Folkstudio: c’era una formazione del gruppo afroamericano dei Folkstudio Singers con Harold Bradley, il fondatore del locale, insieme ad Archie Savage, Clebert Ford e i due fratelli Hawkins, in un trascinante repertorio di gospel, spiritual e blues; nella seconda parte subentrò la folksinger Janet Smith, che era una brava chitarrista e teneva al Folkstudio dei laboratori gratuiti di chitarra, che cominciai a seguire e dove incontrai Luigi “Grechi” De Gregori e “Chicca” Gobbi, la futura moglie di Francesco De Gregori. Janet fu bravissima a insegnarci gli stili del revival statunitense, dal fingerpicking al blues e al ragtime chitarristico, fino a introdurre dei pionieristici arrangiamenti di canzoni dei Beatles”.

Un modo autentico di fare musica e canzoni, distante da playlist e autotune, che tornerà per quattro mesi nelle “Stanze polverose” di via Rubattino.

Il progetto “Stanze Polverose” è vincitore dell’avviso pubblico per la concessione di contributi destinati a sale teatrali private con capienza inferiore a 100 posti aventi sede a Roma, per progetti di ricerca e sperimentazione nell’ambito dello spettacolo dal vivo e della formazione. Stagione 2024/2025. Promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale.

INFO E CONTATTI: per prenotare wtsp 3276310658 – sopracegente@gmail.com

MOBILITA’ SOSTENIBILEBus 23/30/83/170/716/781 – Tram 3 – Metro B fermata Piramide

Pista ciclabile Lungotevere Testaccio fino a via Rubattino

APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO

VENERDI’ 7 TAVERNA UMBERTO I

Giuseppe e Gianfilippo Santangelo, due fratelli che condividono la stessa passione per la musica fin da piccoli, nascono in Sicilia terra che darà loro molta ispirazione. Il nome “Taverna Umberto I” è infatti un omaggio ad uno storico locale di Piazza Armerina, ma soprattutto ad un modo di vivere la vita fatto di cose semplici, di gesti importanti, di sentimenti sinceri.

Due album all’attivo. Nel 2021 ricevono il premio “Canzone a Tema” al Premio Via Emilia – La Strada dei Cantautori, salendo sul podio con il brano “Passo la Via Emilia”.

Collaborano con il Coro Lirico Siciliano e l’orchestra Filarmonica della Calabria con il progetto Teatri di Pietra con un tributo a Franco Battiato e Lucio Dalla, mischiando pop e musica lirica.

Nel 2022 sono finalisti al Premio Pierangelo Bertoli, condividendo il palco con Roberto Vecchioni, Francesco Gabbani, Irene Grandi e la Bandabardò.

SABATO 8 DOMENICO IMPERATO

Domenico Imperato è un cantautore e produttore musicale. Premio Gianmaria Testa 2023. Premio Fabrizio De Andrè 2014.

Tre dischi all’attivo: Postura Libera (2014), Bellavista (2018) e Sentimentale (2023).

Grazie alla ricchezza del suo percorso artistico e umano è tra i cantautori italiani, della sua generazione, più originali e attivi.

Ha condiviso il palco con importanti artisti italiani e internazionali: Calexico, Diodato, Mannarino, Brunori Sas, Mario Venuti, Peppe Servillo, Sara Jane Morris, Peppe Voltarelli.

La sua musica è un mix di influenze musicali diverse dove la canzone d’autore italiana incontra la world music fino alle declinazioni più interessanti del pop e rock internazionali.

Ha vissuto per alcuni anni in Portogallo e a San Paolo del Brasile dove ha prodotto eregistrato il suo primo album.

I suoi dischi hanno ottenuto un ottimo riscontro da parte della critica specializzata e del pubblico. Si esibisce da anni in un’intensa attività live in Italia e all’estero.

VENERDI’ 14 PAOLO SAPORITI

L’intima voce e la chitarra l’acustica di Paolo Saporiti incontrano il violoncello raffinato di Francesca Ruffilli in un progetto dal vivo – rappresentato in più di 30 date – in cui l’ascoltatore-spettatore viene proiettato dentro il nuovo lavoro discografico del cantautore milanese dal titolo ‘La mia falsa identità’. Un dettagliata ed emozionale rilettura delle canzoni in una versione primordiale e minimal che riesce a coglierne tutta l’essenza. Una magica alchimia sul palco, con interventi solistici, tutti da godere.

Paolo Saporiti, chitarrista, cantante e compositore, ci propone una canzone d’autore, in cui domina l’attenzione per i dettagli e la profondità dei testi. La sua voce calda, graffiante ed evocativa, che si interseca perfettamente con i melodici arpeggi costruiti dalla chitarra baritona acustica, lo porta a ben sei album da solista.

VENERDI’ 21 STEFANO DELL’ARMELLINA

In occasione dell’uscita del nuovo album di inediti di Stefano Dall’Armellina “La Magnolia

Stellata” (Vrec/Audioglobe), l’artista trevigiano ha intrapreso un tour nelle principali province italiane: con lui una band d’eccezione formata da Simone Chivilò – chitarra, Assuera De Vido – violino e cori, Gianni Fantuz – batteria. Ospite speciale della serata il cantautore Gianluca Chiaradia che duetterà nel brano “Ancora spazio” presente nel disco.

Stefano Dall’Armellina, classe 1971, è un pluripremiato artista Italiano. Con il singolo “Fiato corto” vince Musicultura nel 1999: il singolo entrerà poi nel suo esordio pubblicato dalla EMI.

Incide nel 2004 il suo secondo album, “Giorni Buoni”. Gira l’Italia nel tour “RadioItalia solo musica Italiana”. Negli anni successivi inizia la produzione del suo terzo album originale, “…e i pesci vengono a galla”, forse il suo lavoro discografico più completo, ricco di importantissime collaborazioni (tra le altre, Neri Marcorè e Marco Morandi, Stefano Melone, Cristiano Micalizzi, Marco Siniscalco). Partecipa al tour “Grazie a tutti” di Gianni Morandi, in qualità di ospite, cantando alla chitarra un proprio brano e “scende la pioggia”. Il suo nome è inserito tra i grandi della canzone Italiana nel “Dizionario dei Cantautori Italiani” edito da Garzanti.

VENERDI’ 28 GABRIELE COEN TRIO

Con questo trio Gabriele Coen esprime l’eclettismo espressivo che è il segno distintivo del suo percorso artistico e di ricerca, e presenta brani tradizionali e composizioni originali, un’appassionante, inconsueta lirica che attinge al jazz, al rock, alla world music. Coen rende omaggio al suo strumento d’elezione, il sax soprano, come testimoniato dai suoi lavori discografici, alcuni dei quali usciti sia per la prestigiosa etichetta Tzadik (John Zorn) che per Parco della Musica Records.

IL PROGRAMMA COMPLETO

gennaio 23, 2025

Beth Hart in Italia a giugno, unica data al Pistoia Blues Festival

Venerdì 27 giugno 2025 si terrà un’eccezionale anteprima del Pistoia Blues Festival con l’unica data estiva di Beth Hartla maggiore interprete femminile del blues contemporaneo. La cantautrice nominata ai Grammy si esibirà per per la prima volta in Piazza Duomo nel tour di promozione del suo ultimo lavoro “You Still Got Me” (Provogue / Mascot Label Group), undicesimo album in studio della Hart, pubblicato lo scorso ottobre, e che la conferma come una delle stelle in continua ascesa. 

Biglietti in anteprima per gli utenti My Live Nation dalle ore 11.00 di giovedì 23 gennaio. La vendita generale dei biglietti sarà aperta a partire dalle ore 11.00 di venerdì 24 gennaio su Ticketone, Ticketmaster e Vivaticket.

All’artista americana non mancano certo i riconoscimenti: lanciata nell’olimpo del rock blues dalla collaborazione con Joe Bonamassa nei primi album, l’ultimo lavoro vede la partecipazione di mostri sacri come Eric Gales e Slash dei Guns ‘n Roses. I suoi album più recenti, “A Tribute To Led Zeppelin” (2022) e “War In My Mind” (2019), sono diventati i suoi dischi più alti in classifica nel Regno Unito e negli Stati Uniti, oltre a entrare nella Top 10 in Germania e Francia, Svezia, Belgio, Svizzera, Polonia, Austria e Paesi Bassi.

Dal vivo la Hart è è un fenomeno  incontenibile e riesce a esprimere tutta sé stessa: le sue tournée l’hanno portata in tutto il mondo, riempiendo le sale di luoghi iconici come il Ryman Auditorium di Nashville, lo Ziggo Dome di Amsterdam e la Royal Albert Hall di Londra. Vendendo spettacoli in tutto il mondo, i suoi recenti viaggi l’hanno portata negli Stati Uniti, in Europa e fino in India, Marocco, Australia e Canada. La Hart, pluripremiata e nominata ai Grammy, è riconosciuta come una delle voci più talentuose della sua generazione; ha giocato secondo le sue regole. Ha collaborato con leggende e icone, ha attraversato il mondo, ha raggiunto la vetta della classifica Billboard Blues per sei volte, è diventata doppio disco di platino e ha avuto una serie di album nella Top 10 delle classifiche europee, nella Top 30 delle classifiche ufficiali Billboard USA e ha superato i 600 milioni di streaming. Beth Hart è una potenza in ogni senso della parola.

(Anteprima) 

PISTOIA BLUES FESTIVAL

 BETH HART

Piazza Duomo, Pistoia

 27 giugno 2025

Beth Hart

gennaio 21, 2025

Unsigned Only Music Awards – Miglior Artista nel Mondo 2024 ai PerKelt (Inghilterra)

In un’epoca di paesaggi musicali in evoluzione e di una comunità musicale in continua crescita, Unsigned Only ha sempre cercato di essere all’avanguardia nell’innovazione. I nuovi Unsigned Only Music Awards riflettono il suo impegno continuo nel riconoscere e onorare il talento eccezionale degli artisti indipendenti, incoraggiando al contempo la creatività, l’innovazione e la ricerca dell’eccellenza musicale. L’attenzione continuerà a essere rivolta esclusivamente agli artisti non sotto contratto, fornendo condizioni di parità per tutti gli artisti che non hanno ottenuto un contratto discografico con una major.

Come sempre, i vincitori sono selezionati da una giuria composta da musicisti affermati, produttori, dirigenti di etichette discografiche, giornalisti e altri professionisti con vasta esperienza e conoscenza nei rispettivi campi. Ogni categoria ha un vincitore, come Miglior Artista Rock, Miglior Artista Country, Miglior Artista Latino, ecc. Inoltre, un artista è selezionato Artista dell’Anno e riceve un premio in denaro di 20.000 $ (USA). Tutti i vincitori ricevono una straordinaria scultura/premio astratta personalizzata progettata da Society Awards, nota per la progettazione e la produzione di premi di intrattenimento di alto profilo, come gli Emmy Awards, i Golden Globe Awards e altro ancora. Ricevere un premio prestigioso come questo è una pietra miliare per un artista, che riflette la sua dedizione, creatività e duro lavoro e lo motiverà e lo rafforzerà a continuare a evolversi e a impegnarsi per l’eccellenza.

Per celebrare l’arte e la passione degli artisti emergenti che definiscono il futuro della musica voglio presentarvi il vincitore nella categoria Miglior Artista Mondiale con “Beltane” una canzone pazzesca. Beltane, o Beltaine, è un’antica festa pagana gaelica che si celebra nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio. Si tratta di una festa in cui si scatena la potenza dell’energia sessuale, simboleggiata dal sole e dal fuoco. Ogni rituale di Beltane, infatti, allude alla rinascita della natura e alla purificazione. La parola Beltane contiene il termine celtico Bel che vuol dire radioso. Il suffisso è presente nel nome delle due divinità principali a cui la festa è dedicata, gli sposi Belisama e Belenus.

Formatosi nel 2008, il gruppo PerKelt è un gruppo folk contemporaneo unico ed energico con sede a Londra, Regno Unito.

Ispirati dal patrimonio musicale medievale e celtico di tutta Europa, i PerKelt fondono molti generi diversi nel caratteristico sound che chiamano “speed folk”; i loro ritmi veloci, complicati ma potenti e le melodie celtiche sono diventati il ​​loro marchio di fabbrica nel corso degli anni, ricordando i pionieri del folk progressivo Jethro Tull.

I PerKelt fondono insieme la voce grezza, la narrazione e l’approccio ritmico visionario del loro frontman Stepan Honc; il caratteristico violino scozzese e l’improvvisazione virtuosistica di Duncan Menzies (Copper Viper); la velocità, la precisione e l’energia senza pari del loro fischiatore e suonatore di flauto dolce, Paya Lehane; strati di canti psichedelici e profondo didgeridoo tribale del guaritore sonoro messicano, Rubén Yon’Ton; e l’impatto senza compromessi del loro batterista Kaya La-Bonté Hurst. I canti sciamanici di Rubén e lo stile di esecuzione tagliente e d’impatto di Kaya sulla batteria sono le ultime aggiunte al loro sound; arricchendo il loro amore per la strumentazione folk tradizionale e le melodie celtiche con nuove potenti dimensioni di folk rock psichedelico.

Un po’ sfuggentemente oltre i soliti limiti fisici, PerKelt raggiunge le profondità della nostra anima e ci fa ballare, ridere e amare…

Si sono incontrati nel mistico mondo sotterraneo di Londra e, in tournée per il mondo, invitano il pubblico a godere del loro spirito libero, della gioia di vivere e dell’amore per la musica. Traendo ispirazione dal paganesimo di ogni genere, le loro canzoni spesso raccontano storie dal regno della magia, della natura e dei meravigliosi cuori umani. Spesso elogiati per l’autenticità energica della loro performance e la profondità spirituale del viaggio che intraprendono con il pubblico, i PerKelt una volta hanno promesso di non smettere mai di suonare insieme. Una promessa fatta a una bambina che si è presentata da loro con le lacrime agli occhi e un grande sorriso sul viso…

Mantenendo la promessa, i PerKelt hanno pubblicato cinque album acclamati dalla critica, hanno ricevuto vari premi dall’industria musicale, si sono esibiti in centinaia di spettacoli in tutta Europa e, grazie alla magia di Internet, hanno raccolto innumerevoli fan devoti in tutta la grande mummia Terra.

Perché si chiamamo “PerKelt”?

“Perkelt” è una parola con significati in parecchie lingue diverse, ognuna delle quali si adatta alla band. La principale combina il latino, per , e una grafia più oscura dell’inglese britannico, kelt , che può essere tradotta approssimativamente come “per/secondo una persona celtica”

In lituano, perkelt è una versione di un verbo che significa “spostare” o “trasferire”.

In finlandese è molto simile al sostantivo “perkele”, che significa “diavolo” (originariamente una divinità pagana della musica e dell’amore).

E infine in Ungheria e Slovacchia è effettivamente un piatto culinario, che almeno in Slovacchia (dove Stepan ha studiato) ha molte versioni diverse a seconda degli ingredienti utilizzati.

Paia Lehane Repubblica Ceca Flauto dolce / Voce / Arpa

Membro fondatore e compositore principale della band PerKelt, nata nella Repubblica Ceca, Paya era considerata una bambina prodigio del flauto dolce quando aveva solo 4 anni. Ha vinto molti concorsi di flauto dolce, seguendo i metodi del suo insegnante, Jan Milde, e si è laureata all’Accademia di musica di Brno e al Conservatorio di Pardubice, Repubblica Ceca, in strumenti a fiato e storia della musica. In precedenza, Paya ha suonato con molti ensemble di musica antica e ha frequentato regolarmente l’International Summer School of Early Music di Valtice. È anche un pozzo di creatività dai molteplici talenti e un punto centrale splendente e bellissimo della presenza scenica…

Štěpán Hon

Repubblica Ceca

Chitarre, voce

Membro fondatore della band PerKelt, nato nella Repubblica Ceca, Stepan si è laureato all’Accademia di musica e arti dello spettacolo di Bratislava, Slovacchia e si è laureato con lode al Conservatorio di Pardubice, Repubblica Ceca, in chitarra classica e storia della musica. Nel 2002, Stepan ha vinto il concorso di chitarra classica Guitarreando. Dal 2008 Stepan ha dedicato tutto il suo tempo e i suoi sforzi al mondo PerKelt come compositore, chitarrista, cantante, produttore e sognatore principale.

Duncan Menzies Scozia

Violino, voce

Si potrebbe dire che Duncan è tecnicamente solo una versione più economica e divertente di un jukebox per feste di compleanno casuali. Un altro potrebbe dire che è una bestia selvaggia proveniente dalla campagna del freddo Nord, dove gli indigeni suonano ancora le cornamuse e mangiano bambini congelati. Un altro ancora ammetterebbe di aver conseguito un dottorato di ricerca e di essere appena stato intervistato dalla BBC sul suo progetto di cornamuse elettroniche, quindi non può essere una cattiva persona… Avrebbero tutti assolutamente ragione! Ma TU impari a conoscerlo come il violinista che ride, l’unico musicista là fuori che eguaglia la follia, la velocità e l’altezza di PerKelt allo stesso tempo, e quindi gli è permesso suonare in piedi!

Ruben Yon’Ton Messico

Didgeridoo / Percussioni

Nato a Città del Messico dalla tribù nativa dei Nahua, il guaritore sonoro e artista rituale Ruben Yon’Ton ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo prima di incontrare PerKelt a Londra. Proprio come tutti coloro che lo incontrano, la band si è innamorata della sua spontaneità, giocosità, talento e follia apparentemente illimitata. E proprio come molte cose che capitano nella sua vita, ha detto “sì” all’offerta di unirsi al nostro palco senza troppa esitazione. Ora, portando il potere curativo del didgeridoo, vari tamburi e oscuri strumenti a fiato nativi, abbracciando il caos dell’improvvisazione con i suoi canti magici, uniamo le forze per offrire al nostro pubblico un’esperienza di guarigione davvero unica e potente.

Kaya Le Bonte-Hurst

Batteria

Regno Unito

Nata a Londra, Kaya ha iniziato a suonare la batteria come una pazza quando aveva 9 anni, ha continuato a suonare come una pazza con vari gruppi rock durante l’adolescenza e ora suona la batteria come una pazza con i PerKelt. Data la sua energia grezza, la sensibilità per la musica e la creatività, è stata una scelta naturale e perfetta per la band.

Inoltre è davvero fantastica

AUTORE

Gloria Berloso

21 gennaio 2025

gennaio 15, 2025

Ciao Mauro, la tua eredità vive nel lavoro che hai lasciato e nelle vite che hai toccato con le tue parole.

Esistono tante storie vere che possono coesistere perché siamo tutti esseri umani, uguali ma allo stesso tempo diversi per scelte e condizione di vita. Mauro Quai è morto in solitudine nella sua casa di Susans per scelta, non stava bene negli ultimi mesi. Nonostante tutta la sua sofferenza riusciva a trovare un pensiero per alcuni amici, a scrivere un messaggio. L’ultimo che ho ricevuto me l’ha inviato il 6 gennaio. Ci eravamo sentiti al telefono qualche giorno prima, desideravo poterlo aiutare ma non ha voluto forse per la sua inconfondibile personalità arrabbiata e complessa, sensibile e romantica.

Sono tante le cose che aveva da raccontare, infilava ricordi e aneddoti, sulla sua vita, il rapporto con Nemo ed il vino, quest’ultimo spesso conflittuale. E soprattutto sapeva ascoltare, capire la musica, sottoscriveva articoli di una bellezza infinita per vari giornali. Era uno dei rari giornalisti che non aveva internet, social e smartphone, ciononostante i suoi articoli erano precisi, colmi di elementi tecnici, descrizioni estese della percezione del suono che ascoltava dal disco.

Mauro Quai è stato un nome noto nel panorama musicale italiano, un giornalista che ha dedicato molto del suo tempo a raccontare storie, emozioni e passioni attraverso la musica. Nato nel 1953 in Friuli viveva a Susans da sempre, si è distinto non solo per il suo talento nel giornalismo, ma anche per la sua innata capacità di percepire l’anima di ogni artista con cui ha interagito.
Sin da giovane, Mauro ha mostrato una passione travolgente per la musica. Questa passione si è trasformata in un amore profondo quando ha scritto il suo primo articolo per un giornale locale. Da quel momento, la sua carriera è decollata, Mauro ha iniziato a lavorare per diverse riviste musicali. Il suo approccio alla scrittura era unico: non si limitava a recensire album o concerti, ma cercava sempre di raccontare la storia dietro la musica. Le sue interviste erano famose per la loro profondità; riusciva a far emergere i lati più intimi e vulnerabili degli artisti, creando un legame indissolubile tra il lettore e il mondo della musica. La sua penna vibrante riusciva a trasmettere emozioni, rendendo ogni articolo un’esperienza quasi sensoriale.
Mauro non era solo un critico; era un vero amante dei concerti. Ogni volta che un artista calpestava un palco, per lui era come una celebrazione. Partecipava a festival, concerti e eventi musicali, scrivendo recensioni che catturavano l’energia e l’emozione del momento. La sua capacità di immergersi completamente nell’atmosfera di un concerto lo rendeva un osservatore prezioso, capace di descrivere le sfumature di un’esibizione con incredibile dettaglio.
Purtroppo, la vita di Mauro è stata segnata da una battaglia silenziosa contro la depressione che lo hanno portato a sentirsi distante da tutti, persino dai suoi cari. La sua morte lascia un vuoto incolmabile nel cuore di chi lo conosceva e gli voleva bene. È tragico pensare a quanto Mauro abbia dato al mondo mentre, allo stesso tempo, combatteva una battaglia invisibile.

La sua scomparsa mette in evidenza l’importanza di parlare di depressione, in particolare nel mondo dei musicisti, dove l’apparente successo può mascherare sofferenze profonde. Oggi, amici e colleghi lo ricordano non solo per la sua incredibile carriera, ma anche per la sua umanità. La sua eredità vive nel lavoro che ha lasciato e nelle vite che ha toccato con le sue parole.

In memoria di Mauro, è fondamentale continuare a promuovere la discussione nel settore musicale. La sua voce, purtroppo silenziata, continuerà a ispirare generazioni di giornalisti e musicisti a esplorare e onorare la bellezza e la complessità della musica, ma anche a non dimenticare l’importanza di prendersi cura della propria anima. La musica, come diceva Mauro, è un riflesso della vita stessa; così, mentre continuiamo ad ascoltare, ricordiamoci anche di chi ci ha regalato il dono di farlo.

Sto pensando a Nemo che ti è stato sempre accanto, vorrei stringerlo a me per rassicurarlo che il suo padrone ora sta in un posto con tanti amici sinceri. Voglio esprimere la mia vicinanza alle persone che si sono prese cure di te e che ti hanno voluto bene. Non potrò più sentire la tua voce, parlare di musica. Non hai voluto che ti venissi a trovare, ti ho capito. Hai faticato a resistere in questa vita ma io non dimenticherò mai la tua amicizia, la tua sensibilità e i tuoi umori quando ti sentivi solo e abbandonato. Mi hai preso in contropiede stamattina perché hai rotto la velocità del suono della solitudine ma ora sei in viaggio in libertà.

Mauro Quai con Nemo – Foto di Domenico Bertone

Grazie di essermi stato amico in tutti questi anni. Ci ritroveremo in un’altra dimensione un giorno. Sono sicura che Ricky ti ha già sfiorato, il tempo non vola si ferma e scappa.

Un soffio Amico mio.

Gloria

14 gennaio 2025