Archive for ‘Le Folk Notizie’

settembre 15, 2025

Un appello alla giustizia nella musica turca: il caso di Zeki Çağlar Namlı

Alle commissioni etiche internazionali delle istituzioni accademiche e delle organizzazioni musicali e artistiche.

In Turchia, un artista rivoluzionario del bağlama, Zeki Çağlar Namlı, sta subendo un sistematico silenzio e una cancellazione culturale da parte delle comunità artistiche e accademiche. Nonostante la sua formazione formale nella musica folk tradizionale turca, Namlı ha a lungo sostenuto una comprensione olistica della musica, trascendendo i confini rigidi e abbracciando l’innovazione. Il suo contributo al bağlama, uno strumento anatolico profondamente radicato, è rivoluzionario e unico.

Namlı ha ampliato la capacità tonale del bağlama da un singolo tono a dodici, integrando questa struttura in un quadro sistematico che si armonizza con l’intero spettro delle tradizioni makam turche. È stato pioniere di una nuova scuola di pensiero nella tecnica selpe (colpo con le dita), trasformandola in uno stile unico al mondo. Le sue invenzioni brevettate e le sue innovazioni tecniche hanno ampliato i limiti espressivi dello strumento, eppure il suo nome rimane vistosamente assente proprio dalle istituzioni che hanno adottato il suo lavoro.

Per oltre 25 anni, a Namlı è stato negato l’accesso a concerti, seminari e piattaforme accademiche. La sua voce è stata soppressa, le sue innovazioni sono state appropriate senza riconoscimento e la sua identità artistica è stata emarginata. Tesi accademiche hanno incorporato i suoi sviluppi senza riconoscimento, spesso riformulandoli come risultati istituzionali. Questa catena di appropriazione culturale e intellettuale è culminata in una profonda crisi etica.

Ora, all’età di 45 anni, Namlı ha avviato una lotta formale per il riconoscimento e la giustizia. Ha presentato denunce etiche contro una delle istituzioni più importanti coinvolte, citando violazioni dell’integrità accademica e furto culturale. Tuttavia, il processo viene deliberatamente prolungato e le risposte rimangono elusive.

Senza alcun sostegno istituzionale e di fronte al silenzio diffuso della sfera pubblica, Namlı sta utilizzando l’unica piattaforma a sua disposizione, Instagram, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Non si tratta solo di una lamentela personale, ma di un caso artistico e di diritti umani che definisce un secolo. Riflette la negazione sistematica del diritto di un creatore di esistere, di essere riconosciuto e di essere ascoltato.

Chiediamo agli accademici, agli artisti, ai giornalisti e alle istituzioni culturali di rompere il silenzio. Si tratta di una serie di violazioni etiche, di una lotta per la giustizia nelle arti e di una chiara violazione del lavoro e della dignità umana. La voce di Zeki Çağlar Namlı non deve più essere messa a tacere. I suoi contributi meritano riconoscimento e la sua storia deve essere raccontata.

Sostenete questa causa.

Condividete la sua voce.

Difendete l’integrità artistica.

Conosco Zeki da molti anni. La sua formazione al conservatorio era incentrata sulla musica tradizionale turca. Tuttavia, all’età di 17 anni, ha iniziato a esplorare nuove tecniche ed è diventato un pioniere di una nuova scuola di pensiero nell’esecuzione del bağlama, in particolare nella tecnica fingerstyle. Mentre il bağlama è tradizionalmente suonato in un unico sistema tonale in Turchia, ha introdotto un approccio dodecafonico, integrando l’intera struttura armonica del sistema modale in un quadro sistematico. A vent’anni ha tenuto il suo primo concerto che incarnava questa nuova identità musicale. Da allora è stato osteggiato dalla comunità tradizionale del bağlama. Per 25 anni hanno sistematicamente cancellato e nascosto il lavoro pionieristico che avevo svolto nel mio campo. Non poteva più esibirsi in concerti o lavorare professionalmente nel suo Paese. Ha continuato a suonare nel suo stile e a sviluppare nuovi progetti. Col tempo, grazie a piattaforme come Facebook e Instagram, il suo lavoro ha iniziato a ottenere visibilità e riconoscimento. Tuttavia, la stessa scuola di pensiero e i progetti che aveva avviato venivano ora appropriati, sia nel settore privato che in quello accademico, senza attribuzione. Hanno usato le loro posizioni e la loro influenza per commercializzare il suo lavoro come se fosse loro.

Come potete immaginare, per un creativo, denunciare pubblicamente che “mi hanno rubato il lavoro” non è mai il modo preferibile per ottenere riconoscimento. Quindi Zeki è rimasto in silenzio per anni, continuando i suoi progetti in modo indipendente, fino all’anno scorso, quando ha subito un intervento di bypass. Quel silenzio lo aveva logorato. Nel frattempo, nel mondo accademico, è emersa una serie di violazioni etiche in varie tesi: distorsioni, occultamenti e false dichiarazioni sui suoi contributi. La gravità della situazione si è aggravata, poiché ora minaccia non solo lui, ma anche le generazioni future. Zeki ha avviato una lotta contro questa mancanza di integrità etica, che mina sia l’arte che il mondo accademico. Ha presentato denunce formali relative a queste violazioni etiche nelle tesi accademiche. Negli ultimi sei mesi ha atteso l’esito, continuando a sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso i suoi post su Instagram. Senza etica non può esserci arte, né mondo accademico. Questo caso è senza precedenti in Turchia. Zeki vive ad Istambul. Non è facile da esprimere, ma Zeki ha sopportato un’espropriazione culturale per 27 anni ed ora, per aver parlato, subisce una campagna diffamatoria. E tutto questo è inaccettabile!

Lo spirito e la texture geografica di Istanbul sono simboleggiati in questo speciale disegno di copertina a rilegatura.

La sezione blu al centro rappresenta Bo maz, che ha diviso Istanbul in due continenti e ha creato la città. Il tono blu riflette l’infinito, la profondità del mare e la vena vitale della città.

I toni del marrone scuro utilizzati nella sezione superiore esprimono la sagoma storica di Istanbul, tracce del passato e millenario accumulo culturale della città.

Il colore e la forma del legno chiaro nella sezione inferiore simboleggiano l’energia vivace di Istanbul, speranze che germogliano e volto costantemente rinnovato.

Il design è stato arricchito da un’estetica moderna della città mantenendo la tradizionale forma di connessione. Ogni colore ti fa sentire sia i volti antichi che quelli contemporanei di Istanbul allo stesso tempo. Così questa benda diventa non solo uno strumento, ma anche una miniatura musicale di Istanbul.

Il nome di questo nuovo design aggiunto alla collezione Intelligent Age Barrel Model Binding è “Istanbul”

www.instagram.com › zekicaglarnamli per contatti con Zeki

Gloria Berloso – Autore ARTICOLO

febbraio 10, 2024

“La linea rossa” – Gloria Berloso

“La linea rossa” è il mio quinto libro pubblicato da Youcanprint Editore

Autore: Gloria Berloso

Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi” di Bari

Dall’8 febbraio 2024 – distribuito qui e nelle librerie principali.

https://www.youcanprint.it/la-linea-rossa/b/f8bcdccf-d3a5-531b-9cc2-6984f0b8c426

Una narrazione avvincente che scava nella mente il ricordo e pone in primo piano il dolore della perdita, l’amore per la vita ed il desiderio di pace per tutti i popoli.

Un viaggio attraverso quello che fu un tempo notevole nel mondo della musica, vissuto dentro una storia d’amore con un musicista.

C’è un passaggio ad est
che non conosco
La linea rossa all’orizzonte
è nascosta nel fumo
Ci sono cuori ad est
che non battono più
Il sangue rosso sull’asfalto
è rimasto nella pioggia

Biografia e storia

Sono nata a Gorizia ed ho vissuto negli ultimi anni a Borgomasino, in Piemonte.

Per vera e pura passione organizzavo concerti fin dagli anni Ottanta in Friuli, che mi hanno permesso d’incontrare Ricky Mantoan nel 1998, iniziando una significativa collaborazione artistica per l’impegno dedicato alla musica in ogni sua espressione.

C’è un bel saggio recente di John Maxwell Coetzee, lo scrittore sudafricano Premio Nobel per la letteratura nel 2003, dal titolo Lavori di scavo in cui dice: “Chissà quali verità triestine Svevo non ci ha rivelato nelle sue pagine italiane”, cioè Svevo che con gli altri parlava in dialetto, per esempio con James Joyce parlava in triestino. Quindi Coetzee si chiede quali verità, quale eccedenza di senso c’è nella scrittura di Svevo che non è trapelata proprio perché la sua scrittura è abitata da questa estraneità. Il che non significa che Svevo non sia un grande scrittore, ma proprio il contrario è forse questa la sua grandezza. Quindi scrivere a Gorizia o a Trieste ieri come oggi, significa abitare questa propria costitutiva alterità. Se la lingua è la mia casa, è sentirsi vivere come straniero a casa propria. All’epoca di Carlo Michelstaedter questo aspetto del sentirsi vivere come straniero a casa propria doveva essere fervido di stimoli per l’immaginario perché l’Europa e la coscienza europeista dell’epoca lo permetteva, era autenticamente multiculturale. Oggi è diverso, tutta la Venezia Giulia per dirne una, è colonizzata dagli anglismi. Noi siamo gli stranieri più veri, quelli senza un luogo identificabile con certezza. Questo aspetto storico identificativo l’ho ereditato e lo sento addosso da sempre. Il nonno materno è nato Lantieri a Begliano, ha studiato a Vienna, parlava correttamente il tedesco e il russo, oltre l’italiano, il goriziano e il friulano. A casa con mia nonna Caterina e i cinque figli parlavano il friulano pur essendo la nonna probabilmente di origini slave essendo nata Devetag. Il loro atto di matrimonio è registrato nell’archivio vescovile di San Rocco a Gorizia. Il nonno paterno Silvio è nato Berloso a Cittadella in Veneto, la sua mamma Carolina (bisnonna mia) era una Allegro di Correggio (discendente – raccontavano – del noto pittore). La nonna paterna Silvia è nata De Petris a Veglia (Krk). Hanno vissuto entrambi e lavorato prima della guerra, a Pola. Tra loro parlavano il triestino o goriziano (forse l’istriano). Mio padre ha frequentato il collegio a Pola, lo stesso di Sergio Endrigo. Mio nonno dopo la guerra visse a Trieste, mia nonna e i due figli a Gorizia. A casa parlavano il goriziano. Io e mio fratello abbiamo sempre parlato in goriziano con i nostri genitori mentre mia madre, con i suoi fratelli, ha sempre parlato in friulano.

ottobre 8, 2023

Il delirio d’onnipotenza di un’intera epoca – Le canzoni di protesta e politiche – Quindicesima parte audio video

Grazie all’umile e privato uso della riproduzione domestica in cassetta, limpido e folgorante esempio di uso democratico, contro-culturale, della tecnologia, le canzoni di protesta e politiche, cominciarono a girare ovunque a decine e decine di migliaia di copie.

Vladimir Semyonovich Vysotsky 

“Le canzoni di protesta e politiche” raccontate da Gloria Berloso è un progetto culturale indipendente, senza scopo di lucro e gestito volontariamente senza percepire nulla in cambio. Il progetto è volto alla ricerca, allo studio e alla memoria di canzoni di protesta e politiche di tutto il mondo. I contenuti sono pubblicati sul sito YouTube, sono controllati accuratamente dietro copyleft e possono essere riprodotti se i proprietari lo consentono. Non sono rivolti ai bambini. Gli autori dei canti sono citati sempre e possono reclamare diritti sui testi qualora lo ritengano necessario. Nel caso di autore sconosciuto la denominazione può essere: anonimo o tramandato. La natura del progetto è di carattere storico culturale, assolutamente non commerciale. Tutti i canti presentati sono stati precedentemente pubblicati ed è degli autori la responsabilità del loro contenuto. Lo scopo del progetto è di raccontare le canzoni, la loro origine, il loro significato attraverso eventi storico politici, di guerra, di lotte operaie, studentesche, di genere, ecc.

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Autore: Gloria Berloso
ottobre 4, 2023

Prepara il letto per due – Le canzoni di protesta e politiche – Quattordicesima parte audio video

Cittadini del mondo cercano una terra senza confini. Il sogno è realtà

Mikis Theodorakis nel 1975

“Le canzoni di protesta e politiche” raccontate da Gloria Berloso è un progetto culturale indipendente, senza scopo di lucro e gestito volontariamente senza percepire nulla in cambio. Il progetto è volto alla ricerca, allo studio e alla memoria di canzoni di protesta e politiche di tutto il mondo. I contenuti sono pubblicati sul sito YouTube, sono controllati accuratamente dietro copyleft e possono essere riprodotti se i proprietari lo consentono. Non sono rivolti ai bambini. Gli autori dei canti sono citati sempre e possono reclamare diritti sui testi qualora lo ritengano necessario. Nel caso di autore sconosciuto la denominazione può essere: anonimo o tramandato. La natura del progetto è di carattere storico culturale, assolutamente non commerciale. Tutti i canti presentati sono stati precedentemente pubblicati ed è degli autori la responsabilità del loro contenuto. Lo scopo del progetto è di raccontare le canzoni, la loro origine, il loro significato attraverso eventi storico politici, di guerra, di lotte operaie, studentesche, di genere, ecc.

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Autore: Gloria Berloso

ottobre 3, 2023

Il significato vero di una canzone che si è dimenticato nel tempo – Le canzoni di protesta e politiche – Tredicesima parte audio video

Artisti disincantati dalla Depressione, che vivevano in mezzo alla povertà, alla disuguaglianza e all’ingiustizia, e che cercavano di usare la musica per dare voce e stare dalla parte degli impoveriti, degli oppressi e dei disorganizzati.

Leadbelly nel 1930

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Autore: Gloria Berloso

Dal 1984 promuove la cultura e l’insegnamento della storia della musica con concerti, libri, seminari, dibattiti, dischi, radio e video. Scrive poesie da sempre: alcune sono state pubblicate in una raccolta dedicata ai poeti contemporanei. Tutte le persone coinvolte in un progetto di diffusione artistica e culturale portano un messaggio di “crescita culturale”.

ottobre 1, 2023

La dura realtà della vita – Le canzoni di protesta e politiche – Undicesima parte audio video

Invece di uccidere, mi sono alzato e me ne sono andato

The Byrds – 1968

“Le canzoni di protesta e politiche” raccontate da Gloria Berloso è un progetto culturale indipendente, senza scopo di lucro e gestito volontariamente senza percepire nulla in cambio. Il progetto è volto alla ricerca, allo studio e alla memoria di canzoni di protesta e politiche di tutto il mondo. I contenuti sono pubblicati sul sito YouTube, sono controllati accuratamente dietro copyleft e possono essere riprodotti se i proprietari lo consentono. Non sono rivolti ai bambini. Gli autori dei canti sono citati sempre e possono reclamare diritti sui testi qualora lo ritengano necessario. Nel caso di autore sconosciuto la denominazione può essere: anonimo o tramandato. La natura del progetto è di carattere storico culturale, assolutamente non commerciale. Tutti i canti presentati sono stati precedentemente pubblicati ed è degli autori la responsabilità del loro contenuto. Lo scopo del progetto è di raccontare le canzoni, la loro origine, il loro significato attraverso eventi storico politici, di guerra, di lotte operaie, studentesche, di genere, ecc.”

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Autore: Gloria Berloso
settembre 22, 2023

Madame Guitar – Incontro con Nibs Van Der Spuy

Per chi ha avuto il piacere di conoscerlo sa già che Nibs Van Der Spuy è una legenda afro europea. Per chi invece non l’ha mai sentito, stasera al Teatro Garzoni di Tricesimo, avrà modo di capire la bellezza di questo interessante artista sudafricano, che vive anche a Lisbona in Portogallo.

Dal primo istante ho capito che Nibs è una persona di straordinaria cultura musicale. La sua vita è un incrocio importante di culture che ne valorizzano sia il linguaggio (parla inglese, portoghese, italiano, afrikaans, zulu) per comunicare con il mondo – sia quello della Musica attraverso i suoi strumenti a pizzico e la sua voce armoniosa.

Nibs Van Der Spuy

Nibs ha pubblicato una decina di dischi tra il 2000 e il 2013, impegnando molto tempo in studio e per la distribuzione sul mercato. Un lavoro impegnativo l’ha compiuto con il suo ultimo lavoro più recente, in italiano “La fanciulla del fiume” e l’insegnamento della Storia della Musica all’Università. Ma il suo amore per la chitarra lo vuole soprattutto protagonista in concerti che hanno registrato il tutto esaurito come per esempio a Londra in ottobre 2023. Credo che anche in Friuli tutte le poltrone disponibili saranno occupate da un pubblico internazionale, quindi vi consiglio di prenotare il vostro posto.

Programma Madame Guitar 2023 e informazioni

Autore: Gloria Berloso

settembre 21, 2023

Omaggio a David Crosby con Jeff Pevar & Inger Nova con la partecipazione di Anthony Basso, autore del più bel omaggio a Woodstock mai ascoltato in Italia.

David Crosby era nel bel mezzo di una telefonata a Bob Dylan quando Henry Diltz catturò questa immagine iconica. Diltz è stato il fotografo ufficiale di Woodstock e il suo lavoro è apparso su Life Magazine.

Essendo egli stesso un musicista, Diltz ha avuto un accesso impareggiabile ad alcuni dei più grandi nomi del rock, contribuendo spesso alle parti vocali e al banjo dei loro album quando non era dietro l’obiettivo.

Per Jeff Pevar, suonare con Rickie Lee Jones ha rappresentato il punto di svolta nella sua carriera di musicista. Grazie a Michael Ruff, amico di vecchia data, Jeff è stato a lungo in tour con Rickie Lee e quella visibilità ha contribuito ad aprire le porte ad altri contatti. Da quel momento, Jeff ha iniziato a collaborare – in studio e dal vivo – con un gran numero di artisti straordinari: Crosby, Stills & NashDonald Fagen (Steely Dan), Tommy EmmanuelJames TaylorMarc CohnRay CharlesJoe CockerDr. JohnCarly SimonWilson PickettPhil Collins e moltissimi altri. In particolare, insieme a David Crosby e James Raymond, ha dato vita a CPR, band con la quale ha realizzato tre album, che rappresentano alcuni dei capitoli più interessanti della discografia del cantautore californiano.

Oltre ad essere un chitarrista strepitoso, Jeff è un compositore ed un brillante produttore. Nel 2012 ha pubblicato “From The Core”, disco di debutto come solista con la partecipazione di Jon Anderson degli Yes sul singolo “River Of Dreams”. Nel 2015, insieme alla band Jazz is Dead – con la quale collabora dal 2001, ha realizzato “Grateful Jazz”, un album di cover strumentali dei Grateful Dead. Dal 2016 fa parte della New York Blues Hall of Fame. Nel 2019, è uscito l’EP “Anthem”, realizzato insieme a Inger Nova Jorgensen, cantante e cantautrice, nonché una affermata scultrice e pittrice: un’artista a tutto tondo. Inger è anche la voce e l’autrice delle canzoni del progetto funk e R&B, Lovebite.

Attualmente in tour con il progetto The Gilmour Project, una all-star band che rivisita la musica di David Gilmour e dei Pink Floyd, dalla fine di settembre Jeff sarà in tour in Italia con Inger Nova.

A Precenicco (Udine) nel bellissimo teatro comunale il 30 settembre 2023 alle 20:45,
Jeff Pevar e Inger Nova presenteranno un concerto fantastico in omaggio a David Crosby.

Aprirà  il concerto Anthony Basso, autore del più bel omaggio a Woodstock mai ascoltato in Italia.

E poi gran finale…….

Biglietto unico € 10.00

Prenotazioni: 348-8138003, info@folkclubbuttrio.it

Autore: Gloria Berloso

settembre 19, 2023

La battaglia per i diritti civili e le guerre – Le canzoni di protesta e politiche – Settima parte audio video

Joan Baez

“Le canzoni di protesta e politiche” raccontate da Gloria Berloso è un progetto culturale indipendente, senza scopo di lucro e gestito volontariamente senza percepire nulla in cambio. Il progetto è volto alla ricerca, allo studio e alla memoria di canzoni di protesta e politiche di tutto il mondo. I contenuti sono pubblicati sul sito YouTube, sono controllati accuratamente dietro copyleft e possono essere riprodotti se i proprietari lo consentono. Non sono rivolti ai bambini. Gli autori dei canti sono citati sempre e possono reclamare diritti sui testi qualora lo ritengano necessario. Nel caso di autore sconosciuto la denominazione può essere: anonimo o tramandato. La natura del progetto è di carattere storico culturale, assolutamente non commerciale. Tutti i canti presentati sono stati precedentemente pubblicati ed è degli autori la responsabilità del loro contenuto. Lo scopo del progetto è di raccontare le canzoni, la loro origine, il loro significato attraverso eventi storico politici, di guerra, di lotte operaie, studentesche, di genere, ecc.

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Autore: Gloria Berloso

settembre 18, 2023

E che non vengano a parlare di pace finché si vive in questa maniera – Le canzoni di protesta e politiche – Sesta parte – audio video

Gualtiero Bertelli

“Le canzoni di protesta e politiche” raccontate da Gloria Berloso è un progetto culturale indipendente, senza scopo di lucro e gestito volontariamente senza percepire nulla in cambio. Il progetto è volto alla ricerca, allo studio e alla memoria di canzoni di protesta e politiche di tutto il mondo. I contenuti sono pubblicati sul sito YouTube, sono controllati accuratamente dietro copyleft e possono essere riprodotti se i proprietari lo consentono. Non sono rivolti ai bambini. Gli autori dei canti sono citati sempre e possono reclamare diritti sui testi qualora lo ritengano necessario. Nel caso di autore sconosciuto la denominazione può essere: anonimo o tramandato. La natura del progetto è di carattere storico culturale, assolutamente non commerciale. Tutti i canti presentati sono stati precedentemente pubblicati ed è degli autori la responsabilità del loro contenuto. Lo scopo del progetto è di raccontare le canzoni, la loro origine, il loro significato attraverso eventi storico politici, di guerra, di lotte operaie, studentesche, di genere, ecc.

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Autore: Gloria Berloso