Posts tagged ‘gloria berloso’

gennaio 11, 2016

Starman David Bowie se n’è andato

Non sapevo che ora fosse, le luci erano basse, mi appoggiai comodamente, ascoltando la radio. Dei musicisti jazz suonavano rock and roll e molto soul, dissero. Poi il suono parve farsi sempre meno forte ritornò come una voce piana in un’onda di fase. Non erano di certo dei disc-jockeys, quelli: era una strana burla cosmica.

In cielo c’è un ultra terrestre, un uomo delle stelle. Vorrebbe venire a farsi conoscere, ma pensa che le nostre menti salterebbero a causa sua. Un ultra terrestre sta attendendo in cielo. Ci ha detto di non sbagliare, perché sa che è necessario. Mi ha detto: “lascia che i bambini perdano, lascia che i bambini facciano, lascia che i bambini ballino”. Sentivo il bisogno di telefonare a qualcuno, così ho chiamato te.

Hey, incredibile, l’hai sentito pure tu?

Se accendi il televisore, può darsi che lo prendiamo sul secondo canale. Guarda fuori la finestra, vedo la sua luce. Se riusciamo a fargli dei segnali, è possibile che atterri questa notte. Ma non dirlo a papà, perché ci chiuderebbe dentro per paura.

Reise ins Labyrinth, Die USA 1986 Regie: Jim Henson Darsteller: David Bowie Rollen: Koboldkoenig Jareth

Reise ins Labyrinth, Die USA 1986 Regie: Jim Henson Darsteller: David Bowie Rollen: Koboldkoenig Jareth

David Bowie, spesso disilluso ha abbandonato varie volte le scene. Il suo animo sensibile e i paurosi esaurimenti nervosi vinti dalla sua creatività lo hanno portato a ritornarci sempre con un gusto ed un culto dell’estetica che pochi artisti sono riusciti ad esaltare al pari suo. Bowie è sempre stato pronto a fare del nuovo, dello strabiliante, del rock che non risentiva delle influenze Dylaniane. Le sue canzoni sono fascinose, provocatorie, eccellentemente ben strutturate dal punto di vista musicale e in netto contrasto con l’ambiente americano. C’è tristezza quando dedica alcune note a Bob Dylan; ammirazione e tanta ironia nelle note dedicate a Andy Warholl; c’è rottura dopo i contrastanti rapporti con l’ex amico Lou Reed con la canzone del travestito Queen Bitch. Bowie è il marziano che diventa il simbolo del neo edonismo inglese con tutta la sensualità di Oscar Wilde, scrittore maledetto e rinnegato di Doryan Gray.

David Bowie 2Dorian Gray è Bowie per il quale il narcisismo Wildiano non può far a meno di tingersi di toni avveniristici. All’estrema fragilità e debolezza del personaggio Bowie non resta che l’ironia, il sarcasmo su di sé e sul suo successo nell’enorme circo che è il rock dove David è il clown, il travestito, il marziano, il cosmico menestrello.

Nel bellissimo disco Ziggy Stardust. uscito negli anni ’70 parla di sé, della sua bellezza, del suo super io, di Doryan Gray, e anche se i loro nomi non compaiono, il brano ne è intriso sino a trasudare gli effetti in un edonismo lampante.

David Bowie non ha mai però imposto nulla al pubblico, lui crea per il pubblico, cerca di provocare la curiosità e l’immaginazione, è libero da qualsiasi mercificazione. Lo ho dimostrato con il suo ultimo video in un letto d’ospedale. Per quanto ogni giudizio sul personaggio Bowie sia azzardato, credo che rimanga uno dei più grandi artisti in cui la comunicatività è spinta al massimo.

Non intendo dare delle indicazioni su cosa ascoltare di David Bowie; credo valga la pena di ascoltare tutto ciò ha creato, non solo la sua ultima opera Blackstar. La sua musica è per dirla con un termine inglese, exciting, una sorta di eccitazione che ne deriva dall’ascoltarla che non è tutta e solo fisica ma va al di là dei cinque sensi, ed arriva ad investire le sfere profonde del nostro cervello.

La sua voce ha sempre avuto una efficacia tutta sua ed un fascino magnetico; sempre modulata con immensa maestria, toccando ora toni bassi e gravi, ora raggiungendo falsetti leziosi e quasi femminili.

Avessi potuto catturare anche una sola goccia di tutta l’estasi che ci pervase quel pomeriggio, poter disegnare quell’amore su di un pallone bianco, e farlo volare dalla cima più alta di tutte le cime che l’uomo ha celato dietro il suo cervello.

Gloria Berloso

 

ottobre 10, 2015

Zeki Çağlar Namlı, l’inventore dello stereo naturale su chitarra e Baglama.

Zeki Çağlar Namlı, è nato nel 1981 a Trabzon ed ha iniziato a studiare musica quando aveva 8 anni; si avvicinò al Baglama quando ne aveva 14 .

Zeki Çağlar Namlı Model Bağlama

Zeki Çağlar Namlı Model Bağlama

Anche se non ha ricevuto un’educazione Baglama molto intensa, è stato in grado di assimilare le tecniche tradizionali e molto abilmente di percorrere una insolita strada combinando nuove tecniche. Nello stesso periodo si è inscritto al Conservatorio Statale di Musica in Turchia.

In questi anni ha riscoperto e ridefinito il Baglama, creando un nuovo stile musicale, che spazia dal jazz alla world music, un nuovo tono di colore e una tecnica particolare.

taninmayan08_(Kopyala)
Il Baglama è uno strumento a corde usato dai popoli del Mediterraneo Orientale, da alcune regioni dell’Asia Centrale e del Medio-Oriente. Dal turco baglamak significa legare. Molti degli strumenti che in qualche modo assomigliano al Baglama, sono stati trovati negli scavi archeologici in Anatolia tra i cumuli dei Sumeri e degli Ittiti.

Baglama

Baglama

 
Secondo Namlı, la musica è un tutt’uno. Con lo stile sviluppato negli anni di studio, ha creato un sacco di composizioni e ha dato numerosi concerti.

L’invenzione stereo naturale per gli strumenti a corda, iniziata nel 2000 è stata completata nel 2002 e Namlı ha ottenuto il brevetto per questa invenzione. Con questo sistema, che ha applicato su due strumenti, Stereo Baglama e Chitarra Stereo, gli strumenti possono essere ascoltati come in un impianto stereo naturale dove l’ottava musicale si espande ed emerge un nuovo suono che porta anche ad una modifica della tecnica della musica strumentale.

Zeki Çağlar Namlı

Zeki Çağlar Namlı-Album

Il suo primo album, “La Lune”, uscito nel 2006 comprende composizioni strumentali. Mentre le composizioni nell’album più recente (2015) sono già trasmesse da molte radio internazionali, con
lo stereo naturale Baglama; una delle sue composizioni è inserita nei cataloghi degli strumenti innovativi in vari campi. In questi anni ha accompagnato molti artisti in concerti ed dischi, ha preso parte in opere comuni a breve termine. La maggior parte di questi lavori sono stati inclusi negli album di completamento.

Uno di questi è la composizione chiamata “Senden Sonra: all’inizio del disco “Homegrown Istanbul.” Nel 2007, al fine di rafforzare il rapporto tra musica popolare e la musica strumentale, ha creato un programma televisivo concept in un format stile concerto chiamato “Müziğin Diliyle” (con la Lingua della Musica) ed ha iniziato le riprese demo alla fine del 2008.
In questo programma, i musicisti interpretano le immagini di fronte a loro con la Musica, improvvisando.

Nel 2010, ha pubblicato l’album dove duetta con Dominique Di Piazza, un notevole nome nel mondo della chitarra basso.

album
Nel 2012, il programma “Müziğin Diliyle,” (con il linguaggio della musica) e il modo di sviluppare i suoni da lui, ha iniziato ad essere trasmesso. Namlı non ha solo suonato, ma è stato anche il presentatore della programma. Egli ha interpretato le questioni relative alla vita, la musica e
problemi popolari in tutto il mondo, con quasi cinquanta ospiti internazionali.
Finora ha fatto un notevole sforzo per migliorare il potenziale suono, la musica e la tecnica dello strumento che suona e il lavoro è in continuo miglioramento.
In questi anni ha reinventato e ridefinito un nuovo timbro, ovvero una nuova tecnica in larga scala creando un nuovo stile nel mondo della musica jazz.
La musica di Namli è semplicemente unica. Numerosi sono i concerti che Namli ha dato in tutto il mondo.

Con questi strumenti etnici, a parte la musica tradizionale della propria terra, con l’impianto stereo avanzato ed universale, la tecnologia si trova a lottare per l’armonia e la struttura melodica. Questo processo, anche se in ritardo perché si è cercato di superare gli sforzi personali con strumenti etnici, per adattarsi ai tempi degli ultimi sviluppi là dove la percezione della musica, la comprensione universale della musica sta cercando di prendere parte a diverse interpretazioni.

Oggi l’armonia si sposa con le tecniche di improvvisazione delle sfide più importanti nella riflessione di strumenti etnici; conoscenze musicali limitate ed acquisite in precedenza dal musicista, i metodi sbagliati, le teorie, trovano all’interno delle tecniche di suono, la comprensione della musica. In questo senso, i dati scientifici più accurati e l’attuazione di educazione musicale è molto importante: lavorare con il metodo universale di strumenti etnici e uno strumento che in sé non perde nulla della musica tradizionale, ma piuttosto aggiunge.
Questa evoluzione, anche se molto difficile e dolorosa, è essenziale in termini di apertura del fronte allo sviluppo dello strumento e certamente, un giorno diventerà comune.
L’armonia è la musica della natura, Namli è stato il primo a scoprirlo. In questo senso, invece di formazione fornita attraverso una sola decisione, le sequenze principali secondarie e modali si intrecciano, in modo che tutti gli elementi di base della musica tonale, tutte le voci devono essere somministrate all’inizio della formazione sugli standard.

Canım Kızım – Emre Karabulut & Zeki Çağlar Namlı 2015

http://https://youtu.be/N7ib95bdBFU

Autore : Gloria Berloso

settembre 28, 2015

iostoconletartarughe, il libro di Simonetta Bumbi – Riedizione

Prossima Pubblicazione

“EMIGLI EDITORE”

(stavolta ci abbiamo messo il cuore)

iostoconletartarughe

iostoconletartarughe

settembre 16, 2015

Premio Buscaglione Edizione 2015

premiofred_iscrizioni

Dal 15 settembre, sono aperte le iscrizioni al Premio Buscaglione, il concorso a cadenza biennale dedicato alla figura artistica di Fred Buscaglione che nelle prime tre edizioni si è affermato come una delle più interessanti manifestazioni italiane dedicate alla canzone d’autore. Un Premio giovane e dinamico, il primo in Italia ad aver dato la possibilità di iscriversi sul web, gratuito ed aperto a tutti.

Il Primo Premio consisterà in 3000 euro e nella possibilità di esibirsi in 5 dei festival partner della rassegna, il Premio della Critica darà diritto a 1500 euro e alla possibilità di esibirsi in 10 dei festival partner della rassegna, il Premio La Tempesta Dischi consentirà di vedere un proprio brano inserito all’interno della compilation prodotta annualmente della più prestigiosa etichetta indipendente Italiana ed infine il Premio King Kong – Radio 1 consentirà di presentare il proprio progetto all’interno della celebre trasmissione condotta da Silvia Boschero.

La nuova edizione segue di qualche mese la pubblicazione della compilation “Sotto il Cielo di Fred – un tributo a Fred Buscaglione”, realizzata per finanziare il Premio e a cui hanno partecipato, manifestando il proprio sostegno alla rassegna, artisti del calibro di Brunori sas, Dente, Bugo, Lo Stato Sociale, Perturbazione.

Fred Buscaglione

Fred Buscaglione

http://https://youtu.be/WWiO7vQUbPE

http://https://drive.google.com/folderview?id=0B-wvRS5BoH_bQ0tYWEs4R2ZOams&usp=sharing

www.libellulapress.it

ilblogfolk di Gloria Berloso

settembre 16, 2015

Galilei censurato per la prima volta in mostra a Orvieto per la Biennale dell’Eresia

Galilei censurato per la prima volta in mostra a Orvieto per la Biennale dell’Eresia

25, 26, 27 settembre Orvieto, Biblioteca L. Fumi (P.zza Febei 1, Orvieto)
Sidereus Nuncius

Sidereus Nuncius

Il Sidereus Nuncius originale, esposto per la prima volta alla Biennale dell’Eresia #ereticofuturo
Presso la Biblioteca L. Fumi, visibile al pubblico l’originale di uno dei testi più rivoluzionari di tutti i tempi, messo all’indice dalla Chiesa Cattolica nel 1610
Il 25, 26 e 27 settembre 2015, in occasione della Biennale dell’Eresia #ereticofuturo – tre giorni di incontri e scambi a Orvieto per sensibilizzare istituzioni e governatori, intellettuali e produttori sul grande tema dell’Eresia come innovazione, con ospiti del calibro di Mariana Mazzuccato e Giulio Giorello –  sarà possibile vedere da vicino un’originale del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei.
Un’opera rivoluzionaria e fondamentale alla scienza moderna, che fece aprire gli occhi sull’Universo rendendolo “visibile” per tutti.
Un testo che svelò al mondo l’esistenza dei 4 satelliti di Giove, i crateri lunari, confermando la teoria eliocentrica avversa alla Chiesa Cattolica, che impose la sua messa all’indice, censurando uno dei saggi più importanti dell’astronomia di tutti i tempi.
Oggi a distanza di oltre 400 anni dalla sua pubblicazione, la copia originale del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei viene esposto al pubblico a Orvieto, dal 25 al 27 settembre 2015 presso la Biblioteca L. Fumi in occasione della Biennale dell’Eresia coordinata dal giornalista e intellettuale Michele Mezza.
Tra i massimi pensatori italiani di tutti i tempi, “eretico”, innovatore e visionario, Galileo Galilei sarà lume, insieme alla figura rivoluzionaria di Giordano Bruno, della Biennale dell’Eresia #ereticofuturo: un grande melting pot di idee e proposte che vede protagonisti gli “eretici contemporanei” e mira ad aprire uno squarcio nella pratica di eresia per creare una vera scuola di  innovazione  creativa che parli al mondo concreto…per tentare l’impossibile.
Perché, come disse un altro grande pensatore come Alan Turing, padre del moderno computer ed eretico dei suoi tempi: “L’innovazione cresce lungo l’incerta linea che separa, l’iniziativa dalla disubbidienza”.
Ufficio Stampa HF4
settembre 13, 2015

Intervista ai Nnebia, rock band finalista a Lanterne Rock, Premio Nazionale della canzone d’autore di Vische e del Canavese.

Gloria Berloso, Davide Giannotto,David Bonato e i Nnibia

Gloria Berloso, Davide Giannotto,David Bonato e i Nnibia

Si è chiusa  la terza edizione del Premio Nazionale della Canzone d’Autore di Vische e del Canavese all’interno del Lanterne Rock Festival a Vische (TO).

Premiati dalla giuria e dai Perturbazione (che si sono esibiti come ospiti speciali) ecco i nomi dei vincitori: Nico Maraja da Roma è giunto terzo classificato, secondo posto per Degian da Brescia mente il primo posto è stato assegnato al ferrarese Icio Caravita.

Caravita segue nel palmares le affermazione de Lastanzadigreta (2013) e Lorenzo Malvezzi (2014).

La manifestazione si è svolta con una buona affluenza di pubblico soprattutto per la rock band torinese dei Proclama (sabato 5 circa 2000 persone) e per la toccante esibizione acustica dei Perturbazione che hanno scaldato i presenti con una performance d’altissimo livello.

Da citare l’altissimo livello artistico dei partecipanti al Premio Nazionale della Canzone d’Autore di Vische e del Canavese giunti da tutta Italia, Sardegna compresa.  Oltre ai tre vincitori già segnalati si sono sfidati Andrea De Balsi (Caserta), Antonio Nola (Treviso), Chiara Lobina (Genova), Elisabetta Gagliardi (Alessandria), Pasquale Demis Posadinu (Sassari), Nnebia (Mantova).

La giuria era composta dalla giornalista musicale Gloria Berloso (Bravonline), dal produttore discografico Fabio Lionello (Tam Tam Production), dal dj radiofonico Marco Balma (Urban The Best), dal fotografo Sergio Cippo e dall’insegnate di lettere e scrittrice Maria Teresa Binello. Coordinamento affidato all’ufficio stampa del Festival David Bonato (davvero comunicazione/Vrec)

Il Festival Lanterne Rock ed il Premio Nazionale per la Canzone d’Autore di Vische e del Canavese è una manifestazione aperta a tutti gli autori, cantautori, solisti o gruppi musicali, con contratto discografico in essere o liberi da vincoli contrattuali. Il concorso ha lo scopo di valorizzare e promuovere artisti e progetti musicali innovativi e di qualità.

L’evento è stato patrocinato da: Regione Piemonte, Comune di Vische ed organizzato dall’Associazione Culturale Promozione Artistica Eventi ed è stato presentato dal bravissimo Flavio Piovano,

Dopo l’intervista al vincitore, Icio Caravita, pubblicata l’otto di settembre, qui sotto pubblico l’interessante intervista all’unico gruppo rock presentatosi quasi al completo sul palco: Nnebia. Cito anche una loro breve biografia come segue:

I Nnebia sono una band rock indipendente italiana nata a Mantova nel 2006. Attualmente la line up è formata da Davide Giannotto (voce e secondo chitarrista del gruppo), Nicola Caleffi (pianoforte, tastiere e synth), Francesco Salis (chitarra solista), Gabriele Grespan (basso), Elia Ziviani (batteria e percussioni).

Nel 2008 incidono un primo EP, mai ufficialmente pubblicato, che li porta ad aprire i concerti di Fratelli Calafuria, Ministri, Negrita, Cisco e Nomadi. Nel 2010 inizia un intensa attività live, che vede consacrate le qualità sceniche della band con l’esibizione all’Alcatraz durante la finale di Emergenza Festival (2011).

Nel 2012 la band inizia la produzione artistica ed esecutiva di diversi brani: “La parata del nulla”, documentario in musica, “Memorie made in Italy” cantata insieme al rapper Virgo, “Solo mezz’ora” con il quale si aggiudicano il primo premio nella 59ª edizione del festival di musica internazionale Gondola d’Oro, come nuove proposte (Gondola d’Argento).

I brani andranno a comporre il loro primo album, “Alto Tradimento” grazie al supporto tecnico, artistico e professionale dell’associazione culturale ContamiNazione da loro fondata.

L’INTERVISTA A CURA DI GLORIA BERLOSO REGISTRATA A VISCHE DA DAVIDE BONATO (DAVVERO COMUNICAZIONE) A:

DAVIDE GIANNOTTO portavoce e autore dei NNEBIA

Davide Giannotto (Nnebia)

Davide Giannotto (Nnebia)

G.B. 1) Che cos’è per te la musica?

D.G. La musica è un vettore di espressioni, esprime quello che abbiamo dentro, i nostri concetti. E una domanda difficile nel senso che è tante cose. Direi che principalmente è questo.

G.B. 2) Scrivere canzoni è in genere un’attività solitaria ma alle volte può essere necessario un team di supporto. C’è qualcuno che ti aiuta o ispira?

D.G. Parlo al plurale, che ci ispirano ci sono tantissimi artisti musicali ma anche artisti di altro tipo. Ci ispira il mondo che ci sta attorno e ci stimola però il team di supporto per me che sono l’autore magari dei testi e magari della canzone strutturata nei quattro accordi, è fondamentale nel senso che la band, il team che ha scelto, perché noi ci siamo scelti, è fondamentale perché non faremmo il risultato del nostro suono, dei nostri testi e di tutto il pezzo a 360°; di tutto il lavoro è frutto sicuramente del team.

G.B. 3) Fabrizio De André sosteneva che il lavoro del critico musicale è un’arte complessa che differenzia l’arte vera da quella falsa. Che ne pensi a tal proposito?

D.G. Il lavoro del critico musicale hai detto, la citazione non la conoscevo. Il lavoro del critico non è un lavoro semplice nel senso che dipende per chi lavora, credo io. Il critico alla Mollica, il critico che ti deve fare l’articolo per il giornale tende a parlare sempre bene e in maniera positiva, poi c’è la critica magari come c’è stata posta ieri, che è una critica volutamente costruttiva. Ecco, io mi auguro che il critico sia più vicino a quella che ci è stata fatta ieri nel senso che ci ponga le cose come stanno su una base, mi auguro io, di esperienza: ti critico perché ho il diploma di conservatorio, perché lavoro nel settore, perché sono una professoressa di italiano e ti faccio la puntualizzazione sull’italiano che è importante. Perciò l’arte vera da quella falsa, credo abbia anche una metafora all’interno di questa frase. È una domanda difficilissima… (G.B. Anche perché Fabrizio logicamente si metteva nei panni della critica che secondo me è un po’ sottovalutata dalla maggioranza degli artisti). D.G. Certo. Se i presupposti dell’arte e dell’artista sono puri al 100%, come noi proponiamo come team, come siamo e come pensiamo, io mi auguro che la critica sia a pari livello, sia pura.

G.B. 4) Il suono e la voce sono elementi essenziali per esprime al meglio quello che vogliamo e desideriamo comunicare ma devono essere veri. Negli ultimi anni in Italia, il linguaggio, elemento basilare ed importante, è stato usato contro la falsa comunicazione ed in formato di stereotipi, frasi fatte e banalità. Qual è il ruolo del cantautore oggi, esiste un nuovo linguaggio?

D.G. La cosa bella e brutta del linguaggio che è mutevole, credo io; mutevole nel senso come ogni cosa mutabile è soggetta a evoluzioni. Gli stessi stimoli che generano l’arte sono gli stimoli che vanno anche a modificare il linguaggio. Perciò si, secondo me si formano dei linguaggi quando neanche ce ne accorgiamo. Facciamo un esempio banalissimo: abbiamo fatto un’intervista in una radio piccola della nostra zona, perché avevamo fatto un pezzo con un rapper. Lui (radio-cronista) ha subito pensato che il pezzo l’avesse scritto il rapper dicendo “ormai il loro cantautorato è il rap”, in verità no perché il pezzo l’ho scritto io. Però ho voluto utilizzare quel tipo di linguaggio perché mi permetteva di sviluppare (prendila con le pinze) una poetica più di strada e parlando di concetti che non sono assolutamente di strada perché un concetto che parla di tematiche di ingegneria ambientale. Perciò ho deciso di adottare quel tipo di poetica e farla cantare a chi fosse in grado di cantare il rap perché non sarei in grado di cantarla come l’ha cantata Virgo ed era il linguaggio più giusto. Perciò il linguaggio è mutevole, muterà sempre. Il linguaggio dei cantautori che ammiro sarà un linguaggio che muterà sempre. Cito Brunori sas, cantautori stranieri, mi viene da pensare sempre ai classici, adesso mi trovo un attimo spiazzato al riguardo. Vedi Sas, ha fatto un cantautorato che può ricordare qualcuno ma è diverso magari da Rino Gaetano che appena lo ascolti dici: cazzo, questo è Rino Gaetano. No, è Brunori sas, che ha un suo linguaggio, una sua intenzione.

G.B. 5) Come vi definite?

D.G. Noi abbiamo deciso un linguaggio rock che avesse delle sfaccettature cantautorali. Il tipo di rock è molto vasto, in realtà è il rock a cui noi ci ispiriamo, c’è dentro di tutto, parte dal rock anni ’70 al rock più moderno perciò direi che è un rock con delle sfaccettature vintage ma anche moderne con un linguaggio spesso più cantautorale che più pop-rock. (GB. Rock anni ’70? A quali gruppi, americani, inglesi …) D.G. Tanti. La maggior parte sono i grandi classici. Si parte dalle radici, dal blues. Si arriva ai Led Zeppelin, ai Pink Floyd, Deep Purple e poi si arriva ai più moderni ma anche i cantautori perché è quello di cui siamo fatti. Il linguaggio italiano è fatto di questo.

Le canzoni presentate in concorso: Cattive abitudini, Rock and roll inferno, Tachicardia.

Autore: Gloria Berloso

settembre 8, 2015

A Icio Caravita il Premio Nazionale per la Canzone d’Autore di Vische e del Canavese-Festival Lanterne Rock 2015

La terza edizione del Premio Nazionale per la Canzone d’Autore di Vische e del Canavese, concorso per artisti e cantautori si è concluso. Inserito nell’edizione di Lanterne Rock Festival in scena a Vischesabato 5 e domenica 6 settembre 2015, gli artisti finalisti si sono esibiti nelle due serate. Dopo un primo esame e critica costruttiva alla fine della prima esibizione dove hanno presentato una canzone, nella seconda serata le esibizioni sono diventate molto più credibili ed ogni concorrente ha eseguito due o tre brani di loro composizione. In palio, oltre alle targhe commemorative, premi in denaro per 1000€ complessivi, la partecipazione ad una compilation realizzata da Tam Tam Producion, spazi promozionali radiofonici e televisivi, l’inserimento in diversi eventi organizzati dalla Carovana dei Festival e l’esibizione al prossimo “Nuovo MEI – Meeting degli Indipendenti a Faenza 1/4 ottobre 2015″ ed a ”Eurosong Indie Festival – Ventimiglia 12 e 13 settembre 2015” (in collaborazione con Mei/Audiocoop).

 

Il costo di iscrizione per l’edizione 2015 è stato di 40€ per band, 25€ per cantautori singoli. Una giuria di addetti ai lavori, diversa da quella che ha decretato il vincitore, ha valutato i progetti musicali degli artisti che si sono esibiti dal vivo al Festival Lanterne Rock del 5 e 6 settembre. La selezione è avvenuta tramite l’ascolto del materiale mp3 inviato mentre il vincitore è stato decretato sulla base dell’esibizione dal vivo da cinque giurati e il presidente di giuria. Sono stati valutati il testo, la musica, la tecnica vocale e musicale, l’arrangiamento e la presenza scenica

Il Premio Nazionale per la Canzone d’Autore di Vische e del Canavese, sotto la direzione artistica di Giorgio Giardina è una manifestazione aperta a tutti gli autori, cantautori, solisti o gruppi musicali, con contratto discografico in essere o liberi da vincoli contrattuali. Il concorso ha lo scopo di valorizzare e promuovere artisti e progetti musicali innovativi e di qualità.

L’evento è patrocinato da: Regione Piemonte, Comune di Vische ed organizzato dall’Associazione Culturale Promozione Artistica Eventi. Info: www.promozioneartisticaeventi.it E-mail: promozioneartisticaeventi@gmail.com Tel. 392.77.87.571 – 340.39.29.618

 

Dopo un’attenta e quanto mai difficile scelta per la qualità dei progetti presentati in questa terza edizione, il primo premio è stato assegnato a Icio Caravita, il secondo premio a Degian, il terzo premio a Nico Maraja.

Icio Caravita

Icio Caravita

 

Vische 6 sett. premiazioni

Vische 6 sett. premiazioni

A tutti gli artisti è stata fatta un intervista prima dell’esibizione sul palco.

Qui sotto riporto una breve biografia di Icio Caravita e l’intervista a cura di Gloria Berloso, registrata da David Bonato (Davvero Comunicazione) il 6 settembre 2015 a Vische (Piemonte).

Albo d’oro (1° classificato):

LaStanzaDiGreta (2013), Lorenzo Malvezzi (2014), Icio Caravita (2015).

BIOGRAFIA

Icio Caravita, cantautore emiliano classe 1967, è un one man band che suona chitarra, armonica e percussioni a pedale e ama definirsi menestrello.
Originario di un piccolo paese della bassa, Consandolo di Argenta (Ferrara), ma milanese d’adozione, Icio muove i primi passi in studio nei primi anni duemila, sotto la supervisione di Brando, con cui condivide il palco più volte.
Tra il 2009 e il 2011 Icio pubblica tre Ep autoprodotti: Icio Caravita, 2 passi e N.3. Canzoni folk con il punk tra le righe e un senso di appartenenza naturale alla tradizione della canzone d’autore italiana. Così nel 2010 Mogol consegna a Icio il Premio S.I.A.E. come miglior autore della manifestazione Senza Etichetta.
Nel 2014 Icio Caravita pubblicherà un album per Dasè SoundLab Records.

CARAVITA

 

INTERVISTA A: MAURIZIO ICIO CARAVITA

G.B. 1) Che cos’è per te la musica?

M.I.C. Per me la musica è vita. Io campo di musica e vivo di quello.

G.B. 2) Scrivere canzoni è in genere un’attività solitaria ma alle volte può essere necessario un team di supporto. C’è qualcuno che ti aiuta o ispira?

M.I.C. Non ho nessuno che mi aiuta, che m’ispira si, magari diverse cose e mi piace star solo anche se può diventare anche un rischio perché ci si chiude proprio per scrivere, almeno io sono così in verità, e poi sono sempre con la testa per aria, ho appunti ovunque, mi piace raggrupparli e rifarli. Non ho nessuno che mi dà una mano, accetto però consigli da chiunque.

G.B. 3) Fabrizio De Andrè sosteneva che il lavoro del critico musicale è un’arte complessa che differenzia l’arte vera da quella falsa. Che ne pensi a tal proposito?

M.I.C. Sono abbastanza d’accordo con De Andrè. Che differenzi l’arte vera da quella falsa è la pura verità, sono convinto che sia proprio così perché parecchia arte è falsa, anche solo il modo di porsi e comunque di ritenersi artista. Se ostentato risulta già falso. Quindi più sei naturale più sei vero.

G.B. 4) Il suono e la voce sono elementi essenziali per esprime al meglio quello che vogliamo e desideriamo comunicare ma devono essere veri. Negli ultimi anni in Italia, il linguaggio, elemento basilare ed importante, è stato usato contro la falsa comunicazione ed in formato di stereotipi, frasi fatte e banalità. Qual è il ruolo del cantautore oggi, esiste un nuovo linguaggio?

M.I.C. Non so se esiste un nuovo linguaggio, sicuramente non quello di cui mi hai parlato ora nel senso che oltre che a tutto quello aggiungo anche il proprio, come dire le abbreviazioni sono diventate di routine e per un cantautore non è possibile. A meno che magari tu non faccia parte di quella schiera di così detti nuovi cantautori che sono i rapper, però non so fino a che punto possano esserlo. La parola è ancora importantissima quindi è nella sua completezza. Non lo so, io sono di vecchio stampo. Sono cambiate molte cose però a livello di scrittura comunque, stai ascoltando una canzone, stai ascoltando un cantautore e quindi ti deve esprimere qualcosa. Se poi magari c’è qualcuno che riesce a farlo con i nuovi linguaggi, mi viene in mente Caparezza, è uno che butta dentro miliardi di cose con intelligenza però è veramente difficile e magari è ancora un po’ prematuro, si svilupperà questa cosa ma non so fino a che punto perché sono tutte cose tronche. Si viaggia per emoticon non più per parole.

G.B. 5) Come ti definisci?

M.I.C. Vero, vero, senza presunzione, proprio naturale.

Le canzoni presentate in concorso: Le piccole cose, Scarabocchio, Sono nervoso precario

Autore: Gloria Berloso

 

 

luglio 31, 2015

BLOWIN’ IN THE WIND by Gloria and Ricky

http://https://youtu.be/XUkHxMdTihY

BLOWIN’ IN THE WIND

Quante strade deve percorrere un uomo
Prima che lo si possa chiamare uomo?
Sì, e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba
Prima che possa riposare nella sabbia?
Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volare
Prima che siano per sempre bandite?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Quante volte un uomo deve guardare verso l’alto
Prima che riesca a vedere il cielo?
Sì, e quante orecchie deve avere un uomo
Prima che possa ascoltare la gente piangere?
Sì, e quante morti ci vorranno perché egli sappia
Che troppe persone sono morte?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Quanti anni può esistere una montagna
Prima di essere spazzata fino al mare?
Sì, e quanti anni la gente deve vivere
Prima che possa essere finalmente libera?
Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa
Fingendo di non vedere?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

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Nel 1989 cadeva il muro di Berlino, nel 2004 cadeva il muro confinario che divideva Gorizia (la mia città) dalla Slovenia. Nel luglio del 2015 in Ungheria verso il confine serbo si è costruito il muro anti migranti.
È incredibile ma l’uomo non ha proprio memoria della storia. Si, perché ogni barriera, ogni muro, ogni reticolato hanno sempre separato e allontanato le persone con idee e culture diverse; nel tempo questi “muri” hanno sempre avuto un giudizio negativo da chi immaginava e pensa oggi ad un mondo libero. Tutte le persone da sempre si muovono e il futuro vedrà sempre più la mescolanza di etnie, un fenomeno che non può che essere positivo dato che genera esseri che portano in sé quelle preziose diversità che possono modificare nei secoli le civiltà. D’altronde la storia ci ha insegnato che è sempre andata così. Come è possibile che la nostra cultura attuale porti a chiuderci in un recinto! Questa è una involuzione dell’uomo e credo sia pericolosa anche nel nostro quotidiano vivere. Ci vogliamo chiudere tutti dentro le nostre case, cosa raccontiamo alle generazioni successive? Che siamo difronte ad un nemico invisibile? Questi sono i muri eretti dall’indifferenza e prodotti dall’ignoranza e da idee politiche che non hanno radici storiche.
Stiamo vivendo un periodo senza dubbio molto difficile ed ognuno di noi ha il dovere ma anche il diritto di trasformare le cose cattive in buone. Certamente alzare un muro, sparare contro i nostri simili, affamare i popoli sono atti cattivi e nessuno può essere cieco davanti alle tragedie.
La canzone che io e Ricky Mantoan abbiamo scelto per interpretare la nostra fiducia nella pace è Blowin in the Wind scritta da Bob Dylan molti anni fa.

Quanti anni può esistere una montagna
Prima di essere spazzata fino al mare?
Sì, e quanti anni la gente deve vivere
Prima che possa essere finalmente libera?
Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa
Fingendo di non vedere?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Questa interpretazione, completamente arrangiata da Ricky Mantoan ed eseguita vocalmente da Gloria Berloso e dallo stesso Ricky nelle parti corali, è un esempio di cambiamento non certo per migliorare i suoni ed il testo di Dylan che è perfetto in tutte le sue parti, ma per far comprendere che le cose belle hanno una possibilità di allargare gli orizzonti per creare bellezza ulteriore. Una canzone è la nostra seconda voce ed ha un valore aggiunto per chi può e vuole ascoltare tutte le voci, senza muri e senza barriere.

Gloria Berloso, vocals
Ricky Mantoan, vocals, tutti gli strumenti, arrangiamenti

luglio 7, 2015

8 luglio: Elliot Murphy & Oliver Durand in concerto per Folkest 2015

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Elliot Murphy e Oliver Durand.

8 luglio 2015

PARCO DI VIA DANTE – GEMONA DEL FRIULI

 

L’8 luglio il Parco di via Dante di Gemona del Friuli alle ore 21.00 ospiterà il concerto di Elliot Murphy e Oliver Durand. Due ospiti d’eccezione dal sound rock che animeranno di energia il palco che il Comune di Gemona ha voluto mettere a disposizione di Folkest.

Cantautore della prima ora, giornalista, personaggio poliedrico, Elliot Murphy, figlio di un impresario di grande successo negli States negli anni ‘50 e di un’attrice, ha ospitato nella sua florida discografica musicisti come Mick Taylor, Billy Joel, Phil Collins. Il suo primo disco, Aquashow

La madre Josephine è un attrice, mentre il padre Elliott Sr. è un impresario molto noto, il cui poliedrico Aquashow ebbe successo per tutti gli anni Cinquanta, nel terreno su cui inizialmente aveva trovato posto la Fiera Mondiale di New York del 1939. Da questo prenderà nome anche il primo disco di Elliott, considerato uno dei migliori dischi cantautorali degli anni Settanta. Nei suoi dischi si trovano spesso ospiti di altissimo livello come Mick Taylor, Billy Joel, Phil Collins. In Selling the gold (1985) lo si può ascoltare in un duetto con Bruce Springsteen, il vecchio amico che spesso lo invita sul palco nei suoi spettacoli europei. Stabilitosi a Parigi dal 1989 ha scritto un romanzo e due raccolte di racconti, collaborando con varie riviste musicali e letterarie. Oltre che con la band Normandy All Stars, divide il palco con Olivier Durand, eccellente chitarrista, con il quale fa ormai coppia fissa da alcuni anni.

(Studio Alfa, ilblogfolk)

 

luglio 2, 2015

LA LEZIONE DI DEMOCRAZIA IN GRECIA di Gloria Berloso

Konstantinos Kavafis

Konstantinos Kavafis

Arriva per taluni un giorno, un’ora
in cui devono dire il grande Sì
o il grande No. Subito appare chi
ha pronto il Sì: lo dice e sale ancora

nella propria certezza e nella stima.
Chi negò non si pente. Ancora No,
se richiesto, direbbe. Eppure il No,
il giusto No, per sempre lo rovina.

Con la decisione del governo greco e del parlamento di convocare il 5 luglio un referendum per i cittadini per decidere se approvare o rifiutare i dettami della Commissione Europea (CE), la Banca centrale europea (BCE) e il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Il governo Syriza ha permesso che la questione della crisi del debito a cui appartiene, ossia il livello politico della decisione del popolo a lasciare il popolo a decidere la questione politica cruciale se la società esiste o no, se il popolo è sovrano o meno.

Il referendum sulla “sovranità o alla sottomissione” arriva dopo cinque mesi di negoziati tra il governo guidato dal primo ministro Alexis Tsipras e la troika, un processo in cui il governo di Syriza è unito con il popolo per rendere pubbliche le loro posizioni e la crescente domanda di Troika.

Questo è stato un processo di apprendimento sia per il popolo e il governo, perché, come ha detto Tsipras nel suo annuncio di referendum  – “dopo cinque mesi di duri negoziati, i nostri partner hanno emesso un ultimatum per la democrazia greca e la sua gente. Un ultimatum è in contrasto con i principi fondamentali e i valori dell’Europa, i valori del nostro progetto comune europeo “.

All’ingresso, Syriza ha accettato le regole imposte dall’Unione europea (UE), negoziate sulla base, “sopravvivenza sociale di cui l’Agenda di Salonicco, con il quale cittadini greci hanno votato, in primo luogo”,  ad eccezione di quanto Tsipras ha sottolineato poi, che la Grecia ” è un paese sovrano, abbiamo una democrazia, abbiamo un contratto con la nostra gente che noi rispetteremo”.
Principi del partito e sovranità popolare

Era chiaro fin dall’inizio che Syriza fosse un “partito della sinistra radicale”, come indica il suo nome, ma che è salito al potere con poco più di un terzo dei voti e che per la maggioranza del Parlamento ha dovuto coalizzarsi con il nazionalista indipendente partito Greci. Il risultato elettorale, per qualsiasi analisi realistica implicava che Syriza non poteva assumere quello che alcuni avevano previsto, con la speranza e la paura a sinistra nella cupola dell’UE, vale a dire una decisione radicale, come dichiarato in default e lasciare l’euro.
Syriza ha posto (e lo fa ancora) la necessità di trasformare il modello neoliberale dell’Unione Europea -la stabilità monetaria e finanziaria è tutto e la società non esiste per renderlo un modello che dà la priorità ai servizi sociali, per compensare le grandi squilibri economici esistente tra l’Unione europea e di rispettare il principio della sovranità nazionale quando i popoli così decidono, tra le altre richieste molto legittime.
I dirigenti di Syriza non chiuderanno mai le porte a una politica radicale che porterebbe a un default del debito, ma sanno che la Grecia non è l’Islanda (che non faceva parte della UE), né l’Argentina (economicamente), il che significa che qualsiasi radicalizzazione deve rispondere il fattore principale: E’ il popolo greco disposti ad affrontare un sacrificio di default per difendere la loro sovranità?

Non si può incolpare Tsipras …

…per la semplice ragione che il totalitarismo del sistema neoliberale UE ha raggiunto “coniare” l’euro nel pensiero collettivo, come “scudo” contro i mali di inflazione, la volatilità dei tassi di cambio, e chissà quante altre illusioni che ora formano la barriera protettiva della Troika.

Questa realtà, che non è diversa da quella che si trova in Italia, Spagna, Portogallo e altri paesi che l’euro sta strangolando economicamente e socialmente, ha lasciato solo il modo a Syriza di intraprendere una strada difficile da negoziare con l’UE -da un programma modesto, come Salonicco, ma ancora inaccettabile per la troika dell’UE, di dover tornare indietro, se necessario, ma senza rinunciare ai principi e il mandato di base che aveva ricevuto nelle elezioni, e rendere partecipe il popolo greco a questo processo al fine di avere l’opportunità e il dovere di trarre conclusioni definitive.

Se qualcosa deve essere riconosciuto in questo lodevole esercizio democratico di azione politica è che non è possibile spostare radicalmente oltre i limiti della volontà popolare, e in questo senso la strategia politica di Syriza rispetta e si conforma al principio secondo il quale le persone hanno l’ultima parola.

Non c’è da stupirsi quindi, che la chiamata referendaria è criticata sui giornali e dalle agenzie finanziarie. Ad esempio, con l’ingenuità di coloro che aderiscono alla teologia “l’economia è tutto e la società non esiste”, l’economista britannico dell’impresa di investimento Philips Shaw Investec, ha criticato il referendum, perché “di solito nelle democrazie, sono il tecnocrati e politici che sono interessati ai dettagli, mentre gli elettori sono invitati su temi e principi più ampi. Questo (referendum) è un trasferimento di responsabilità del Parlamento agli elettori ”

Quasi tutte le dichiarazioni e le “analisi” degli ultimi giorni ruotano attorno negoziazione e il fallimento, generalmente attribuita a malintesi del governo Syriza contro le politiche “dure ma sensibili” della troika, che sono l’unica soluzione per mantenere la Grecia nella zona euro e la futura esistenza di un’economia sostenibile in Grecia

Raramente, come in un articolo del New York Times (NYT), si è detto che Tsipras ha detto al parlamento che la decisione di indire un referendum è quello di “rispettare la sovranità del nostro popolo”, o che ha esortato i greci che invia un ‘ grande NO all’ ultimatum “dei creditori, ribadendo che il suo governo rispetterà l’esito del referendum,” non importa che cosa sia “. E il New York Times cita Panos Kammenos, leader del partito nazionalista Greci Indipendenti che fa parte della coalizione di governo, che ha descritto il comportamento dei creditori della Grecia come “fascismo assoluto” e destinato a sottomettere il popolo greco.

Una delle poche interpretazioni realistiche era l’economista Paul Krugman, che nel suo “blog” del New York Times ha osservato che “fino ad oggi ogni segno di una rottura imminente (zona) euro era falsa. I governi, non importa quello che dicono durante le elezioni, cedono alle richieste della Troika; nel frattempo, la BCE si adopera per calmare i mercati. Questo processo ha tenuto insieme la(zona) euro, ma ha perpetuato profondamente l’austerità distruttiva, lasciando alcuni trimestri di crescita modesta in alcuni paesi debitori oscurando il costo immenso di cinque anni di disoccupazione di massa “.

E aggiunge anche un Nobel per l’economia, che in termini politici i grandi perdenti di questo processo sono stati i partiti di centro-sinistra, la cui sottomissione (politica) di austerità e, quindi, l’abbandono di quello che presumibilmente favorito – che li ha resi più dannosi che questi stessi partiti di centro-destra.
Ma, almeno finora, continua Krugman, Tsipras sembra determinato a non accettare una sconfitta. Al contrario, rispetto al ultimatum troika che ha programmato un referendum per decidere se accettarlo. Questo ha portato a molte discussioni e le dichiarazioni che lo presentano come irresponsabile, ma in realtà egli sta facendo la cosa giusta, per due motivi. In primo luogo, se vince il referendum, il governo greco sarà rafforzato, che rimane, a mio avviso,molto importante in Europa.

Secondo Krugman, fino ad ora Syriza è stato in una situazione politica difficile, con gli elettori arrabbiati allo stesso tempo contro le richieste di austerità mai soddisfatti e non disposti ad abbandonare l’euro, aggiungendo che è sempre stato, ed è tuttora, difficile immaginare come conciliare entrambe le posizioni, e poi sottolinea che il referendum solleva gli elettori, in effetti, di scegliere la loro priorità, e che Tsipras dà il mandato a fare quello che deve essere, se la troika spinge in quella direzione.

Non importa quale sia l’esito delle riunioni di crisi di questa settimana con i leader europei a Bruxelles, il prestigio delle due istituzioni che sono elementi essenziali del contratto dopo la seconda guerra mondiale, il Fondo monetario internazionale e la stessa Unione europea ha subito danni permanenti. Raramente i responsabili delle istituzioni del mondo occidentale sono stati così inetti strategicamente nell’affrontare la crisi in Grecia, con le risposte impregnate di panico e rabbia, scrive Peter Tasker, un analista con sede a Tokyo.

Tasker ha detto che anche ora, la priorità del club d’elite in Europa -la “vecchia Europa”, guidata dalla Germania, sembra tenere l’euro nella sua forma attuale, non importa il costo in termini di disoccupazione e collasso sociale Europa meridionale. L’alternativa di buon senso, permettono a un paese di gestire la sua uscita controllata dall’euro e ristrutturare i loro debiti, mentre è ancora un membro dell’Unione europea, ma è troppo tabù per discutere.

Sovranità o Sottomissione

E’ l’espressione sovrana del popolo che deciderà se vuole sopravvivere in quanto tale, con tutti i vantaggi e sacrifici che comporta il rifiuto di breve e medio termine delle esigenze della Troika, o accettare di sottomettersi ai diktat della Troika per continuare l’applicazione del regime spietato di austerità progettato per soddisfare i creditori in un debito in gran parte illegale e, soprattutto, di dare un esempio della necessità di seppellire definitivamente la sovranità per secula seculorum sui popoli per farli pagare una rendita agli oligarchi che controllano il sistema finanziario occidentale parassitario.

Il motivo principale è stato quello di dimostrare che la vittoria elettorale di Syriza è stato un importante fenomeno politico perché mettere sul tavolo la questione della “sovranità o sottomissione” dei popoli nel contesto del sistema di governance Ue, rilevando che si apre una lotta politica caratterizzata da una terribile asimmetria.

L’origine di questi fallimenti è la mancanza di democrazia nel sistema politico e il funzionamento di tipo imprenditoriale, sono stati molto chiari nel 2011, quando la CE ha modificato in un colpo solo i primi ministri di due governi nazionali perché non hanno obbedito alla lettera gli ordini del CE, BCE e FMI troika: George Papandreou, primo ministro greco, sostituito da Lukas Papademos (2011-2012) e Silvio Berlusconi, primo ministro italiano, Mario Monti (2011-2013). Così la troika ha sfrattato i leader eletti per mettere i loro uomini, che avevano fatto una carriera nel sistema finanziario dell’UE e Wall Street.

E che “opporsi questo sistema, Syriza non solo si sente un esempio eccezionale, ma mette in discussione il sistema rigido di governo, che tra l’altro si dovrebbe chiarire che si tratta di un termine ampiamente utilizzato per definire il sistema di governo dell’UE ma appropriato per la verticalità del sistema decisionale delle multinazionali o monarchie assolute della vecchia realtà, e non alle società democratiche o che dicono di sì. ”

L’importanza di questo processo, che in Grecia è stato comunicate alle persone di avere l’ultima parola, che ha fatto rivivere l’opzione politica, basata sulla volontà popolare sovrana, che non importa il risultato, è un grave sconfitta e di vasta portata per il totalitarismo dei mercati, il neoliberismo.

Nessuno ignora cio cheè accaduto e che accadrà in Grecia ed è molto importante per il processo in corso in Spagna, dove il leader di Podemos, Pablo Iglesias ha detto che a suo parere “il problema non è la Grecia, il problema è l’Europa. La Germania e il Fondo monetario internazionale stanno distruggendo il progetto politico di Europa stanno attaccando la democrazia “.

Syriza tra No e Sì

Se il risultato è una netta maggioranza le richieste della troika, il governo di Syriza ne uscirà rafforzato e la troika soffrirà primo e importante sconfitta politica, che, insieme con il dissenso interno sulla politica aggressiva dell’UE contro la Russia, crescente opposizione popolare negli Stati Uniti trattato transatlantico e il rifiuto di `sistema cuotas` per i rifugiati e gli immigrati clandestini, può mettere in discussione il sistema di governo dell’UE.

Una vittoria per Syriza potrebbe, (e la leadership piuttosto inetta dell’UE è corretta, come definita da Tasker), far posto a un negoziato che si siederà in termini diversi da quelli stabiliti esclusivamente da parte dei creditori. Ma se l’inettitudine persiste nella leadership dell’Unione europea non è escluso che l’unico modo rimasto di confronto, che può portare a una uscita della Grecia dalla zona euro e l’Unione europea.

Se il passato e il presente sono di riferimento, c’è poca speranza di un reale cambiamento in quella cupola, al di là delle buone parole che addolcivano cattive politiche.

Il futuro di Syriza nel governo non dovrebbe necessariamente dipendere da un esito sfavorevole nel referendum del 5 luglio, a meno di una sconfitta con margini ben al di sopra del 50 per cento che serve le forze di opposizione e il megafono UE per creare una destabilizzazione politica nel bel mezzo della peggiore crisi dell’offerta di moneta causata dalla chiusura della BCE e la Grecia l’uso dei fondi di emergenza.

Il processo iniziato da Syriza, di negoziare apertamente e mostrare in pratica quanto rivendicazioni fondate della sinistra radicale è servito sia per il governo e il popolo, è molto prezioso e deve essere conservato e approfondito perché alla fine è l’unico processo che può convertire il popolo da spettatore in attore, e per rilanciare la politica come strumento per rafforzare (non sepolto) la democrazia in Europa, e per guidare certamente altri popoli vivranno queste esperienze molto presto.

In breve, questa è la lezione da “catalizzatore” greco.

Gloria Berloso

 

Kostantinos Kavafis (1863-1919)

Una poesia che è nobilitazione e riscatto della miseria umana, memoria e rielaborazione di un passato che è da un lato biografico e dall’altro storia e tradizione di tutta una civiltà. Questo, e molto altro, è Kostantinos Kavafis (1863-1919), il poeta della “grande Grecia”. E’ una Grecia eterna, metastorica, radicata nel mito ma comunque legata alla contemporaneità, quella che emerge dalle centocinquantaquattro poesie del corpus di Kavafis, originariamente scritte su fogli svolazzanti e di rado sistemate in fascicoli, nelle quali prendono corpo i fatti dell’ellenismo greco romano e del periodo bizantino, tutte rigorosamente in greco, la lingua della madre.