Posts tagged ‘Claudio Lolli’

settembre 11, 2019

PREMIO MINERBI- Musica & Poesia – In omaggio al grande Maestro scomparso il 6 agosto 1997

Il Premio Marcello Minerbi – Musica & Poesia – 1a Edizione, è dedicato ai nuovi cantautori, interpreti e poeti sul tema unico scelto dall’organizzazione che nella edizione 2019 sarà: SOGNARE SOGNANDO. L’evento si svolgerà il 3 novembre 2019 all’Auditorium Hotel Villa Torretta Curio Collection by Hilton di Milano Sesto, via Milanese 3.
Per la sezione Musica, possono partecipare tutti i cantautori iscritti alla S.I.A.E. e gli interpreti residenti in Italia, con un brano inedito sul tema del concorso.
Il bando di partecipazione scade il 20 settembre 2019. Affrettatevi quindi ad inviare il materiale per garantirvi la partecipazione. L’iscrizione è completamente gratuita. Vi consiglio di leggere il Regolamento per il Bando.
Per ulteriori notizie telefonare a AMICI DELLA MUSICA 0291080322 o scrivere a peterpanagency@virgilio.it

Premio Marcello Minerbi

Per ricordare la figura di Marcello Minerbi sono sufficienti forse ricordare tre parole LOS MARCELLOS FERIAL. Canzoni come Cuanto calienta el sol, Sei diventata nera sono entrate nelle case degli italiani ma anche in tutto il mondo. Il famoso trio tutto italiano e non messicano come si era fatto credere allora (anni ’60) ha avuto un grande successo con Angelita di Anzio, canzone dedicata alla bimba di Anzio, trovata dalle truppe americane dopo lo sbarco nella seconda guerra mondiale, e La casa del sole, cover della celebre canzone folk statunitense di autore sconosciuto e cantata da Woody Guthrie, Pete Seeger e portata al massimo degli ascolti dagli Animals con un arrangiamento strepitoso.
I numerosi dischi dei Marcellos Ferial sono stati pubblicati dal 1963 al 1985 dalla nota casa discografica Durium. E’ proprio qui che la carriera di autore ed arrangiatore di Minerbi decolla con il primo disco del grande e compianto Claudio Lolli: Aspettando Godot. Ma sono molti gli artisti che devono molto alla creatività di Marcello come arrangiatore. Non faccio nessun altro nome ma di certo Minerbi ha saputo adattare le tonalità all’estensione vocale dei cantanti, modificando il timbro degli strumenti.
Dopo la scomparsa di Marcello Minerbi è rimasta una eredità musicale enorme. Lo sa bene chi lo ha conosciuto ed apprezzato. Nasce così questo Premio in omaggio al grande Maestro. La regia, la qualità artistica e la direzione saranno sicuramente eccellenti grazie all’interessamento del maestro Gerardo Tarallo, autore e music maker nei primi anni ’70 alla Durium ed apprezzatissimo da Marcello Minerbi, Pino Calvi, Tony de Vita e Armando Sciascia; oggi arrangiatore di artisti italiani e stranieri, autore di canzoni e sigle televisive, musica per spettacoli teatrali e trasmissioni radiofoniche, canzoni per bambini.
Per ulteriori notizie telefonare a AMICI DELLA MUSICA 0291080322 o scrivere a peterpanagency@virgilio.it

Gloria Berloso

agosto 18, 2018

CLAUDIO LOLLI …. Ci sono le dita di Dio stamattina nel cielo e ti stanno disegnando una buona giornata in cui ci sarò, ci sarai, ci saremo e ci potremo toccare chiedendo: com’è andata?

Claudio Lolli,
nasce a Bologna il 28 marzo 1950. Lolli è il cantautore che incarna meglio questa espressione. È l’interprete che fin dal suo esordio nel 1972 pone davanti lo spirito di una maturità acquisita e che si modifica in meglio con il tempo. Con i primi due LP riesce ad imporsi come uno tra i più significativi cantautori italiani. Aspettando Godot e Canzoni di vita, canzoni di morte riescono a far comprendere la sua idea, che non esula da un determinato impegno politico e umano. I suoi dischi destano sempre un enorme interesse con dei testi molto importanti che definirei pura poesia. Spesso Lolli li recita. Ogni parola appare veramente sentita ed ha uno scopo ben specifico. Sebbene Claudio Lolli sia considerato un intellettuale, il suo linguaggio è semplice, non si arrichisce di inutili virtuosismi e questa sua limpidezza la trasferisce anche quando si pone in pubblico o in osteria con chiunque li chieda di parlare e bere un bicchiere di vino. È tra i pochissimi cantautori che esclude la base ritmica per esibirsi in quanto non ce n’è bisogno. La melodia è costruita lasciando in sospeso gli strumenti a corde di vario tipo. Una scelta ben curata per lasciare spazio alla bella e personale voce dal timbro caldo e piacevole in ogni brano. Le parole chiave sono dette con uno spirito diverso, a volte sono incisive, altre volte sono sussurrate.
Lolli, sebbene cullato da Guccini e frequentatore della scuola romana al Folkstudio, è completamente diverso da tutti gli altri cantautori; è nettamente fuori da ogni linea musicale nettamente prestabilita e diventa a sua volta caposcuola di una corrente nuova. In lui, l’intesa tra uomo ed artista coincide laddove impegno politico ed amore per l’arte hanno finalmente il sopravvento. ‘Aspettando Godot’ con le sue 10 canzoni, contribuisce a far comprendere questa intesa fin dall’inizio del suo percorso artistico. Ogni uomo vive la sua vita aspettando qualcosa. Con ‘Michel’ racconta la sua amicizia da bambino finita male perché, raggiunta la maturità, ognuno segue i suoi ideali e la sua strada. Claudio fa capire che vivere, costa una certa fatica, perché la vita è tutta uguale con dispiaceri e guai che ti perseguitano sempre. Vorrebbe andare su un’isola per essere veramente libero ma la gelosia degli altri lo impediscono. Lo racconta nella bellissima canzone ‘L’isola verde’, ed è probabilmente, un pensiero che molti altri hanno in un determinato periodo. Isolarsi non significa fuggire, è solo necessario ritrovare la propria libertà mentale. Claudio è il portavoce di una classe di persone che hanno tutti questa indole incontrollata. Con ‘Quelli come noi’ separa gli altri che invece se ne fregano e si divertono ugualmente.
La tematica di ‘Angoscia metropolitana’ si avvicina molto a quella espressa da Paul Simon in ogni suo verso. Quello che resta, è una storia d’amore che finisce in delusione dove sfocia un chiaro pessimismo. Parlando della morte, Lolli racconta che non lascia scampo, niente sfugge alla morte e all’oblio del nulla. Il pessimismo di Lolli è del tutto radicale, investe la natura delle cose, la reale importanza di comunicare le esperienze.
Lolli tocca esperienze reali e temi spesso che molti preferiscono sorvolare; la storia del ragazzo che si suicida durante il periodo di leva e l’ipocrisia del dolore e, il dolore di questa ipocrisia (Morire di leva). Qualsiasi canzone che ascolti, è per il suo naturale significato un’opera minuziosa che scava dentro di noi. Sono tutte veramente belle, talmente vere che riescono a tenere legati da eterna amicizia tutti coloro che Lolli non lo conoscono di persona ma hanno ricevuto un messaggio chiaro dalle sue canzoni. (Dal mio libro LA CULTURA MUSICALE – ed. Youcanprint).

La Cultura Musicale

La Cultura Musicale

 

CLAUDIO LOLLI

28 marzo 1950

17 agosto 2018

 

 

Buon viaggio, ci si vede.

 

 

Claudio non c’è più fisicamente tra di noi ma la sua anima bella ci consente di sentirlo sempre presente.
Grazie poeta della mia gioventù.
Grazie amico dei miei pensieri.

luglio 25, 2013

SIMONE AVINCOLA, il giullare controcorrente arriva al FOLKEST, musica e cultura.

L’Italia, ricca di un entroterra culturale sembra essersi fermata a crogiolarsi nel decadentismo . In questi anni pochi sono stati i tentativi di elevarsi ad interessi universali. Invece di unificare le varie forme d’arte sotto un denominatore comune – musica, arte figurativa e letteratura -, si evitano accuratamente ciascuna lasciandole pian piano morire per distoglierle dalla mente di tutti noi.. Il benessere ed il consumismo, creato ad hoc e per interessi di pochi, rendono sempre più difficile distinguere la vera arte dalla moda, i poeti dagli intelettualoidi, i musicisti dai musicanti.
La politica non culturale ha provocato un bel lavaggio del cervello ma il popolo non può restare indifferente ed il sistema deve essere messo in discussione. La cultura che avanza a grandi passi verso l’evoluzione, anche se mancano i mezzi, non può trascurare la sua voce più maestosa: l’arte. Moltissimi giovani si documentano, seguono ed incominciano ad amare i movimenti musicali anche quelli geograficamente lontani, riscoprono la poetica dei cantautori degli anni sessanta e settanta, cercano di scoprire un percorso per realizzare i propri sogni. Si, perché i sogni sono ancora liberi, dove la pressione economica non può ancora arrivare per catturarli.
Personalmente io sto dalla parte della barricata per scoprire qualcosa di nuovo nel mondo della musica e dell’arte, per dialogare con i suoi amici, per far risorgere insieme, anche dalle ceneri della superficialità dilagante e del commerciale, la vera eterna arte, affinché si possa tornare a parlare della musica italiana come del canto più sublime dell’anima popolare.

Simone Avincola

Simone Avincola

Una di queste anime è Simone Avincola, giullare controcorrente, musicalmente corretto, uno dei tanti ragazzi che cerca con ogni mezzo di unificare le arti esprimendosi con il linguaggio più nobile: la musica.
Simone lo conosco da alcuni anni, ho seguito passo dopo passo il suo percorso.
Simone Avincola è uno dei tanti giovani che attraverso le canzoni lancia il suo messaggio affinché in Italia la politica divenga più pulita e trasparente e la speranza che questo sogno si realizzi quanto prima. I temi delle sue canzoni ricordano molto quelle storie raccontate da Francesco Guccini, cantautore ribelle degli anni settanta, che lottava per tutti noi, ma ricordano anche gli avvenimenti e le tematiche dei nostri tempi. Ma come si è avvicinato a questa espressione di musica popolare? Simone Avincola, come tanti ragazzi della sua generazione ha avuto la fortuna di studiare chitarra alla Scuola Popolare di musica del Testaccio a Roma e di aver avuto ottimi insegnamenti dalla grande e straordinaria Giovanna Marini per dieci anni. Attraverso questo percorso, dopo aver ascoltato le canzoni popolare e vivendo in un periodo storico e politico molto difficile per il suo paese trova la sua strada cantando storie di vita di persone collocate in luoghi diversi che alla fine s’incontrano in una unica via. Il Giullare canta le sue storie ma invoca la speranza che cambi la scena e che tutto ritorni a favore degli oppressi.
Dopo il primo Album autoprodotto due anni fa: Il giullare e altre storie dove racconta storie nuove di conflitti tra potente ed oppresso puntando il dito al ruolo dell’informazione, della legge perché al servizio dei padroni e il film documentario “Stefano Rosso, L’ultimo romano”, dedicato al cantautore romano scomparso nel 2008 e per il quale si è aperta oggi una nuova via per la riscoperta, Simone sbarca al Folkest, culla della cultura mitteleuropea per presentare il nuovo disco che uscirà prossimamente.
Sono passati quindi quasi due anni dall’esperienza e la pubblicazione del primo disco ed in anteprima Simone mi ha confidato la storia che ha dato origine a questo secondo lavoro e che sarà presentato a Spilimbergo il 28 luglio nella prestigiosa piazza Garibaldi.
I protagonisti di quest’opera, il titolo ancora non l’ho scoperto, sono gli stessi amici del Giullare e Altre storie (2009): Simone Avincola, Matteo Alparone e Edoardo Petretti. In questo nuovo lavoro c’è molta sperimentazione musicale e racchiude ben 13 brani. All’interno c’è tutto il riassunto di quello che siamo e del mondo che vediamo, viviamo e che Simone ha voluto raccontare con un amore spropositato ma a volte anche con parole dure, impregnate di indignazione verso tutta la situazione politica italiana che ci ritroviamo a subire giorno dopo giorno.

Le canzoni del nuovo disco, sono arricchite musicalmente da molti ospiti amici.
Tra gli altri, vorrei sottolineare:

Paolo Giovenchi (chitarrista di Francesco De Gregori) che con il suono della sua elettrica ha saputo abbellire e trasformare completamente “Abbiamo noi il potere” e “Invisibili”

 Freak Antoni (degli Skiantos) che fa la parte del figlio in “Così canterò tra vent’anni”,

brano che chiude il disco e in cui racconto un ipotetico futuro che mi descrive in modo molto ironico come un cantautore che non è riuscito a diventare qualcuno e che nonostante tutto continua imperterrito a suonare nella sua camera mentre il figlio(Freak) lo elogia (mentendo spudoratamente)

BAND E ARRANGIAMENTI

Gli arrangiamenti sono curati interamente da Edoardo Petretti (pianista e fisarmonicista)
ad eccezione del “Marinaro” (brano dedicato a un personaggio un po pazzoide del mio quartiere che è scomparso recentemente) e che è stato arrangiato da Stefano Ciuffi (chitarrista davvero unico che ha cominciato da poco la sua collaborazione con la band e “La Voglia” che ha visto la direzione artistica di Edoardo De Angelis ( manager e produttore)

Gli altri musici della band sono:
Matteo Alparone al basso (che si è occupato anche della grafica)
Luca D’Epiro alla batteria (la maggior parte delle riprese audio sono state realizzate nel suo studio “BuonaLaPrima”).

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SIMONE AVINCOLA (Italia)

28 luglio 2013

Seconda serata

Spilimbergo

Piazza Garibaldi