Posts tagged ‘Giovanni Pirri’

ottobre 10, 2015

Zeki Çağlar Namlı, l’inventore dello stereo naturale su chitarra e Baglama.

Zeki Çağlar Namlı, è nato nel 1981 a Trabzon ed ha iniziato a studiare musica quando aveva 8 anni; si avvicinò al Baglama quando ne aveva 14 .

Zeki Çağlar Namlı Model Bağlama

Zeki Çağlar Namlı Model Bağlama

Anche se non ha ricevuto un’educazione Baglama molto intensa, è stato in grado di assimilare le tecniche tradizionali e molto abilmente di percorrere una insolita strada combinando nuove tecniche. Nello stesso periodo si è inscritto al Conservatorio Statale di Musica in Turchia.

In questi anni ha riscoperto e ridefinito il Baglama, creando un nuovo stile musicale, che spazia dal jazz alla world music, un nuovo tono di colore e una tecnica particolare.

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Il Baglama è uno strumento a corde usato dai popoli del Mediterraneo Orientale, da alcune regioni dell’Asia Centrale e del Medio-Oriente. Dal turco baglamak significa legare. Molti degli strumenti che in qualche modo assomigliano al Baglama, sono stati trovati negli scavi archeologici in Anatolia tra i cumuli dei Sumeri e degli Ittiti.

Baglama

Baglama

 
Secondo Namlı, la musica è un tutt’uno. Con lo stile sviluppato negli anni di studio, ha creato un sacco di composizioni e ha dato numerosi concerti.

L’invenzione stereo naturale per gli strumenti a corda, iniziata nel 2000 è stata completata nel 2002 e Namlı ha ottenuto il brevetto per questa invenzione. Con questo sistema, che ha applicato su due strumenti, Stereo Baglama e Chitarra Stereo, gli strumenti possono essere ascoltati come in un impianto stereo naturale dove l’ottava musicale si espande ed emerge un nuovo suono che porta anche ad una modifica della tecnica della musica strumentale.

Zeki Çağlar Namlı

Zeki Çağlar Namlı-Album

Il suo primo album, “La Lune”, uscito nel 2006 comprende composizioni strumentali. Mentre le composizioni nell’album più recente (2015) sono già trasmesse da molte radio internazionali, con
lo stereo naturale Baglama; una delle sue composizioni è inserita nei cataloghi degli strumenti innovativi in vari campi. In questi anni ha accompagnato molti artisti in concerti ed dischi, ha preso parte in opere comuni a breve termine. La maggior parte di questi lavori sono stati inclusi negli album di completamento.

Uno di questi è la composizione chiamata “Senden Sonra: all’inizio del disco “Homegrown Istanbul.” Nel 2007, al fine di rafforzare il rapporto tra musica popolare e la musica strumentale, ha creato un programma televisivo concept in un format stile concerto chiamato “Müziğin Diliyle” (con la Lingua della Musica) ed ha iniziato le riprese demo alla fine del 2008.
In questo programma, i musicisti interpretano le immagini di fronte a loro con la Musica, improvvisando.

Nel 2010, ha pubblicato l’album dove duetta con Dominique Di Piazza, un notevole nome nel mondo della chitarra basso.

album
Nel 2012, il programma “Müziğin Diliyle,” (con il linguaggio della musica) e il modo di sviluppare i suoni da lui, ha iniziato ad essere trasmesso. Namlı non ha solo suonato, ma è stato anche il presentatore della programma. Egli ha interpretato le questioni relative alla vita, la musica e
problemi popolari in tutto il mondo, con quasi cinquanta ospiti internazionali.
Finora ha fatto un notevole sforzo per migliorare il potenziale suono, la musica e la tecnica dello strumento che suona e il lavoro è in continuo miglioramento.
In questi anni ha reinventato e ridefinito un nuovo timbro, ovvero una nuova tecnica in larga scala creando un nuovo stile nel mondo della musica jazz.
La musica di Namli è semplicemente unica. Numerosi sono i concerti che Namli ha dato in tutto il mondo.

Con questi strumenti etnici, a parte la musica tradizionale della propria terra, con l’impianto stereo avanzato ed universale, la tecnologia si trova a lottare per l’armonia e la struttura melodica. Questo processo, anche se in ritardo perché si è cercato di superare gli sforzi personali con strumenti etnici, per adattarsi ai tempi degli ultimi sviluppi là dove la percezione della musica, la comprensione universale della musica sta cercando di prendere parte a diverse interpretazioni.

Oggi l’armonia si sposa con le tecniche di improvvisazione delle sfide più importanti nella riflessione di strumenti etnici; conoscenze musicali limitate ed acquisite in precedenza dal musicista, i metodi sbagliati, le teorie, trovano all’interno delle tecniche di suono, la comprensione della musica. In questo senso, i dati scientifici più accurati e l’attuazione di educazione musicale è molto importante: lavorare con il metodo universale di strumenti etnici e uno strumento che in sé non perde nulla della musica tradizionale, ma piuttosto aggiunge.
Questa evoluzione, anche se molto difficile e dolorosa, è essenziale in termini di apertura del fronte allo sviluppo dello strumento e certamente, un giorno diventerà comune.
L’armonia è la musica della natura, Namli è stato il primo a scoprirlo. In questo senso, invece di formazione fornita attraverso una sola decisione, le sequenze principali secondarie e modali si intrecciano, in modo che tutti gli elementi di base della musica tonale, tutte le voci devono essere somministrate all’inizio della formazione sugli standard.

Canım Kızım – Emre Karabulut & Zeki Çağlar Namlı 2015

http://https://youtu.be/N7ib95bdBFU

Autore : Gloria Berloso

settembre 16, 2015

Premio Buscaglione Edizione 2015

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Dal 15 settembre, sono aperte le iscrizioni al Premio Buscaglione, il concorso a cadenza biennale dedicato alla figura artistica di Fred Buscaglione che nelle prime tre edizioni si è affermato come una delle più interessanti manifestazioni italiane dedicate alla canzone d’autore. Un Premio giovane e dinamico, il primo in Italia ad aver dato la possibilità di iscriversi sul web, gratuito ed aperto a tutti.

Il Primo Premio consisterà in 3000 euro e nella possibilità di esibirsi in 5 dei festival partner della rassegna, il Premio della Critica darà diritto a 1500 euro e alla possibilità di esibirsi in 10 dei festival partner della rassegna, il Premio La Tempesta Dischi consentirà di vedere un proprio brano inserito all’interno della compilation prodotta annualmente della più prestigiosa etichetta indipendente Italiana ed infine il Premio King Kong – Radio 1 consentirà di presentare il proprio progetto all’interno della celebre trasmissione condotta da Silvia Boschero.

La nuova edizione segue di qualche mese la pubblicazione della compilation “Sotto il Cielo di Fred – un tributo a Fred Buscaglione”, realizzata per finanziare il Premio e a cui hanno partecipato, manifestando il proprio sostegno alla rassegna, artisti del calibro di Brunori sas, Dente, Bugo, Lo Stato Sociale, Perturbazione.

Fred Buscaglione

Fred Buscaglione

http://https://youtu.be/WWiO7vQUbPE

http://https://drive.google.com/folderview?id=0B-wvRS5BoH_bQ0tYWEs4R2ZOams&usp=sharing

www.libellulapress.it

ilblogfolk di Gloria Berloso

settembre 8, 2015

A Icio Caravita il Premio Nazionale per la Canzone d’Autore di Vische e del Canavese-Festival Lanterne Rock 2015

La terza edizione del Premio Nazionale per la Canzone d’Autore di Vische e del Canavese, concorso per artisti e cantautori si è concluso. Inserito nell’edizione di Lanterne Rock Festival in scena a Vischesabato 5 e domenica 6 settembre 2015, gli artisti finalisti si sono esibiti nelle due serate. Dopo un primo esame e critica costruttiva alla fine della prima esibizione dove hanno presentato una canzone, nella seconda serata le esibizioni sono diventate molto più credibili ed ogni concorrente ha eseguito due o tre brani di loro composizione. In palio, oltre alle targhe commemorative, premi in denaro per 1000€ complessivi, la partecipazione ad una compilation realizzata da Tam Tam Producion, spazi promozionali radiofonici e televisivi, l’inserimento in diversi eventi organizzati dalla Carovana dei Festival e l’esibizione al prossimo “Nuovo MEI – Meeting degli Indipendenti a Faenza 1/4 ottobre 2015″ ed a ”Eurosong Indie Festival – Ventimiglia 12 e 13 settembre 2015” (in collaborazione con Mei/Audiocoop).

 

Il costo di iscrizione per l’edizione 2015 è stato di 40€ per band, 25€ per cantautori singoli. Una giuria di addetti ai lavori, diversa da quella che ha decretato il vincitore, ha valutato i progetti musicali degli artisti che si sono esibiti dal vivo al Festival Lanterne Rock del 5 e 6 settembre. La selezione è avvenuta tramite l’ascolto del materiale mp3 inviato mentre il vincitore è stato decretato sulla base dell’esibizione dal vivo da cinque giurati e il presidente di giuria. Sono stati valutati il testo, la musica, la tecnica vocale e musicale, l’arrangiamento e la presenza scenica

Il Premio Nazionale per la Canzone d’Autore di Vische e del Canavese, sotto la direzione artistica di Giorgio Giardina è una manifestazione aperta a tutti gli autori, cantautori, solisti o gruppi musicali, con contratto discografico in essere o liberi da vincoli contrattuali. Il concorso ha lo scopo di valorizzare e promuovere artisti e progetti musicali innovativi e di qualità.

L’evento è patrocinato da: Regione Piemonte, Comune di Vische ed organizzato dall’Associazione Culturale Promozione Artistica Eventi. Info: www.promozioneartisticaeventi.it E-mail: promozioneartisticaeventi@gmail.com Tel. 392.77.87.571 – 340.39.29.618

 

Dopo un’attenta e quanto mai difficile scelta per la qualità dei progetti presentati in questa terza edizione, il primo premio è stato assegnato a Icio Caravita, il secondo premio a Degian, il terzo premio a Nico Maraja.

Icio Caravita

Icio Caravita

 

Vische 6 sett. premiazioni

Vische 6 sett. premiazioni

A tutti gli artisti è stata fatta un intervista prima dell’esibizione sul palco.

Qui sotto riporto una breve biografia di Icio Caravita e l’intervista a cura di Gloria Berloso, registrata da David Bonato (Davvero Comunicazione) il 6 settembre 2015 a Vische (Piemonte).

Albo d’oro (1° classificato):

LaStanzaDiGreta (2013), Lorenzo Malvezzi (2014), Icio Caravita (2015).

BIOGRAFIA

Icio Caravita, cantautore emiliano classe 1967, è un one man band che suona chitarra, armonica e percussioni a pedale e ama definirsi menestrello.
Originario di un piccolo paese della bassa, Consandolo di Argenta (Ferrara), ma milanese d’adozione, Icio muove i primi passi in studio nei primi anni duemila, sotto la supervisione di Brando, con cui condivide il palco più volte.
Tra il 2009 e il 2011 Icio pubblica tre Ep autoprodotti: Icio Caravita, 2 passi e N.3. Canzoni folk con il punk tra le righe e un senso di appartenenza naturale alla tradizione della canzone d’autore italiana. Così nel 2010 Mogol consegna a Icio il Premio S.I.A.E. come miglior autore della manifestazione Senza Etichetta.
Nel 2014 Icio Caravita pubblicherà un album per Dasè SoundLab Records.

CARAVITA

 

INTERVISTA A: MAURIZIO ICIO CARAVITA

G.B. 1) Che cos’è per te la musica?

M.I.C. Per me la musica è vita. Io campo di musica e vivo di quello.

G.B. 2) Scrivere canzoni è in genere un’attività solitaria ma alle volte può essere necessario un team di supporto. C’è qualcuno che ti aiuta o ispira?

M.I.C. Non ho nessuno che mi aiuta, che m’ispira si, magari diverse cose e mi piace star solo anche se può diventare anche un rischio perché ci si chiude proprio per scrivere, almeno io sono così in verità, e poi sono sempre con la testa per aria, ho appunti ovunque, mi piace raggrupparli e rifarli. Non ho nessuno che mi dà una mano, accetto però consigli da chiunque.

G.B. 3) Fabrizio De Andrè sosteneva che il lavoro del critico musicale è un’arte complessa che differenzia l’arte vera da quella falsa. Che ne pensi a tal proposito?

M.I.C. Sono abbastanza d’accordo con De Andrè. Che differenzi l’arte vera da quella falsa è la pura verità, sono convinto che sia proprio così perché parecchia arte è falsa, anche solo il modo di porsi e comunque di ritenersi artista. Se ostentato risulta già falso. Quindi più sei naturale più sei vero.

G.B. 4) Il suono e la voce sono elementi essenziali per esprime al meglio quello che vogliamo e desideriamo comunicare ma devono essere veri. Negli ultimi anni in Italia, il linguaggio, elemento basilare ed importante, è stato usato contro la falsa comunicazione ed in formato di stereotipi, frasi fatte e banalità. Qual è il ruolo del cantautore oggi, esiste un nuovo linguaggio?

M.I.C. Non so se esiste un nuovo linguaggio, sicuramente non quello di cui mi hai parlato ora nel senso che oltre che a tutto quello aggiungo anche il proprio, come dire le abbreviazioni sono diventate di routine e per un cantautore non è possibile. A meno che magari tu non faccia parte di quella schiera di così detti nuovi cantautori che sono i rapper, però non so fino a che punto possano esserlo. La parola è ancora importantissima quindi è nella sua completezza. Non lo so, io sono di vecchio stampo. Sono cambiate molte cose però a livello di scrittura comunque, stai ascoltando una canzone, stai ascoltando un cantautore e quindi ti deve esprimere qualcosa. Se poi magari c’è qualcuno che riesce a farlo con i nuovi linguaggi, mi viene in mente Caparezza, è uno che butta dentro miliardi di cose con intelligenza però è veramente difficile e magari è ancora un po’ prematuro, si svilupperà questa cosa ma non so fino a che punto perché sono tutte cose tronche. Si viaggia per emoticon non più per parole.

G.B. 5) Come ti definisci?

M.I.C. Vero, vero, senza presunzione, proprio naturale.

Le canzoni presentate in concorso: Le piccole cose, Scarabocchio, Sono nervoso precario

Autore: Gloria Berloso

 

 

luglio 31, 2015

BLOWIN’ IN THE WIND by Gloria and Ricky

http://https://youtu.be/XUkHxMdTihY

BLOWIN’ IN THE WIND

Quante strade deve percorrere un uomo
Prima che lo si possa chiamare uomo?
Sì, e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba
Prima che possa riposare nella sabbia?
Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volare
Prima che siano per sempre bandite?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Quante volte un uomo deve guardare verso l’alto
Prima che riesca a vedere il cielo?
Sì, e quante orecchie deve avere un uomo
Prima che possa ascoltare la gente piangere?
Sì, e quante morti ci vorranno perché egli sappia
Che troppe persone sono morte?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Quanti anni può esistere una montagna
Prima di essere spazzata fino al mare?
Sì, e quanti anni la gente deve vivere
Prima che possa essere finalmente libera?
Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa
Fingendo di non vedere?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

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Nel 1989 cadeva il muro di Berlino, nel 2004 cadeva il muro confinario che divideva Gorizia (la mia città) dalla Slovenia. Nel luglio del 2015 in Ungheria verso il confine serbo si è costruito il muro anti migranti.
È incredibile ma l’uomo non ha proprio memoria della storia. Si, perché ogni barriera, ogni muro, ogni reticolato hanno sempre separato e allontanato le persone con idee e culture diverse; nel tempo questi “muri” hanno sempre avuto un giudizio negativo da chi immaginava e pensa oggi ad un mondo libero. Tutte le persone da sempre si muovono e il futuro vedrà sempre più la mescolanza di etnie, un fenomeno che non può che essere positivo dato che genera esseri che portano in sé quelle preziose diversità che possono modificare nei secoli le civiltà. D’altronde la storia ci ha insegnato che è sempre andata così. Come è possibile che la nostra cultura attuale porti a chiuderci in un recinto! Questa è una involuzione dell’uomo e credo sia pericolosa anche nel nostro quotidiano vivere. Ci vogliamo chiudere tutti dentro le nostre case, cosa raccontiamo alle generazioni successive? Che siamo difronte ad un nemico invisibile? Questi sono i muri eretti dall’indifferenza e prodotti dall’ignoranza e da idee politiche che non hanno radici storiche.
Stiamo vivendo un periodo senza dubbio molto difficile ed ognuno di noi ha il dovere ma anche il diritto di trasformare le cose cattive in buone. Certamente alzare un muro, sparare contro i nostri simili, affamare i popoli sono atti cattivi e nessuno può essere cieco davanti alle tragedie.
La canzone che io e Ricky Mantoan abbiamo scelto per interpretare la nostra fiducia nella pace è Blowin in the Wind scritta da Bob Dylan molti anni fa.

Quanti anni può esistere una montagna
Prima di essere spazzata fino al mare?
Sì, e quanti anni la gente deve vivere
Prima che possa essere finalmente libera?
Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa
Fingendo di non vedere?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

Questa interpretazione, completamente arrangiata da Ricky Mantoan ed eseguita vocalmente da Gloria Berloso e dallo stesso Ricky nelle parti corali, è un esempio di cambiamento non certo per migliorare i suoni ed il testo di Dylan che è perfetto in tutte le sue parti, ma per far comprendere che le cose belle hanno una possibilità di allargare gli orizzonti per creare bellezza ulteriore. Una canzone è la nostra seconda voce ed ha un valore aggiunto per chi può e vuole ascoltare tutte le voci, senza muri e senza barriere.

Gloria Berloso, vocals
Ricky Mantoan, vocals, tutti gli strumenti, arrangiamenti

luglio 8, 2015

Nicola Cossar, Neri Marcorè ed Edoardo De Angelis presentano “Sale di Sicilia”

Mariacristina Di Giuseppe

Mariacristina Di Giuseppe

Nicola Cossar, Neri Marcorè ed Edoardo De Angelis

presentano Sale di Sicilia,

romanzo d’esordio di Mariacristina Di Giuseppe

Sale di Sicilia - Libro

Sale di Sicilia – Libro

Domenica 12 luglio ore 11:30 |

Udine – la Feltrinelli | Via Paolo Canciani, 15

Il giorno 12 luglio 2015, dalle ore 11:30, presso la Feltrinelli di Udine, si terrà la presentazione del libro Sale di Sicilia, romanzo d’esordio di Mariacristina Di Giuseppe pubblicato da Navarra Editore. L’opera, finalista al Premio Corrado Alvaro 2015, può già contare la prima ristampa. Il giornalista Nicola Cossar farà gli onori di casa. Neri Marcorè e il cantautore Edoardo De Angelis affiancheranno l’autrice durante la presentazione.

Ambientata in una Palermo che Neri Marcorè, autore della prefazione, definisce meravigliosa e brutale, troppo spesso oltraggiata, contraddittoria nella sua bellezza e decadenza, ricolma di tesori, nascosti o alla luce del sole, di cui si ha nostalgia già nel presente, Sale di Sicilia è l’opera prima di Mariacristina Di Giuseppe, già autrice di testi per Milva, Antonella Ruggiero, Edoardo De Angelis, Neri Marcorè, Amedeo Minghi.

Protagonista del romanzo è Vittorio De Luigi, giornalista cinquantenne – uomo appassionato di vita, cucina e politica, ma intriso di malcelate inquietudini – che vedrà sconvolta la propria routine esistenziale dal fortuito coinvolgimento in un’inchiesta sui falsi d’autore in Sicilia.

Le avvincenti indagini del protagonista prenderanno direzioni inaspettate e lo porteranno a fare i conti con una storia personale ben più coinvolgente, intima e dirompente.

“Sale di Sicilia – racconta ancora Marcorè nella prefazione al romanzo – possiede una struttura densa, un andamento costante, ogni parola sembra pensata come una carezza per il lettore, compiacendolo con una ricchezza di linguaggio che si direbbe provenire da altri tempi, ma altrettanto, costringendolo al rigore di una letteratura di argomenti, riflessioni e sentimenti mai troppo facili. Il periodo è ricco, riflette, per i colori, gli aromi, l’abbondanza, proprio la terra che ospita gran parte della storia, che nel complesso risulta ben costruita, oltre che accuratamente documentata”.

Il romanzo è un atto d’amore, un’ode alla Sicilia, della quale l’autrice si dice caduta innamorata. “Senza corteggiamento – racconta la Di Giuseppe – ho ceduto, per mio conto e volontà, alle lusinghe inconsapevoli, alle blandizie innocenti di una realtà urbana, culturale e umana, quella di Palermo, che per motivi ancora ignoti mi ha letteralmente conquistato e tratta dalla sua parte. Sono divenuta, allora, partigiana delle sue virtù, osservatrice addolorata delle sue ferite. Senza foga, a spada bassa, ho imbracciato l’arma più innocua e più potente che uomo abbia mai posseduto: la parola”.

La Sicilia, infatti, simbolo di una frontiera non geografica ma dell’anima, è la vera protagonista del romanzo, che – insieme a Parigi, un villaggio vicino a Marsiglia, Roma – diventa medicina in grado di guarire Vittorio dalla sua insofferenza senza nome.

Nicola Cossar

Nicola Cossar

Neri Marcorè

Neri Marcorè

Enrico De Angelis

Edoardo De Angelis

Per maggiori informazioni:

“la Feltrinelli”

Via Paolo Canciani, 15 Udine

Tel. 0432 204292

Pubblicato da Gloria Berloso – ilblogfolk

giugno 1, 2015

La vita la morte l’amore la sorte – Orlando Andreucci

 

Orlando Andreucci

Orlando Andreucci

Parlando del nuovo disco Orlando Andreucci afferma: “La bontà di questo lavoro sta nelle emozioni che è stato capace di generare in me durante la sua stesura. La vita, la morte, l’amore, la sorte sono gli aspetti dell’esistenza che accomunano tutti gli esseri umani, nessuno escluso, ed è per questa ragione che ho deciso di chiamare l’album esattamente così. In questo nuovo cd sperimento l’analisi essenziale anche di temi che vanno oltre l’amore, affrontando la morte senza timore governata dalla sorte che ci lascia, a volte increduli e senza parole, nella staffetta eterna della vita”.

 

Orlando Andreucci è sempre sulla scena, più vivo e più convinto che mai. Con questo disco ritorna in veste di produttore, supervisore, fonte d’ispirazione e padre spirituale dei suoi compagni di viaggio, impegnati in questo importante lavoro indipendente del bravo cantautore romano, ma questo solo nel titolo dell’album, molto chiaro ed illuminante. Andreucci con il volto tirato e quasi stanco, suggerisce, approva, sensibilizza e trascina per la sua strada Primiano Di Biase al pianoforte ma anche all’Hammond, alla fisarmonica, chitarra e basso e Simone Talone alle percussioni.

È prodigioso  come questi musicisti siano entrati nella  mentalità di Orlando, ne conoscano non solo le linee geniali, ma le più nascoste sfumature, gli atteggiamenti aperti ed i suoi ancora insoddisfatti desideri. Primo fra tutti il ritorno metodico e faticoso verso la Bossa Nova con la B maiuscola. Orlando è senz’altro uno degli artisti del nostro tempo che è più entrato in questo spirito perché gli stimoli sono gli stessi ed i sentimenti e le intenzioni sempre validi.

Una corsa verso la libertà, senza badare agli ostacoli che vi intercorrono se non con una rapida ed ironica panoramica.

Via al discorso indiretto della sua musica e della sua mente, via i punti e le virgole, i punti fermi e le parafrasi. La sua chiarezza ed il luogo allegro e disincantato di esprimere attraverso “la vita la morte l’amore la sorte”, fanno molto riflettere quando si ascoltano tutti i brani di questo CD. Il risultato è di una musica di ottima fattura.

La cultura musicale alla quale questi suoni appartengono mi ha sfiorato ed evocato ricordi sfumati smozzicati dal tempo con rare visioni chiare e ferme nei colori e nei suoni.

Questo album dunque si ascolta volentieri!  Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, i tre musicisti eccellono. Ottimi professionisti pieni di carica inventiva.

CREDITS

Orlando Andreucci

(musica, testi, voce e chitarra)

Primiano Di Biase

(pianoforte, piano rhodes, organo hammond, fisarmonica, chitarra acustica, basso e programmazione)

Simone Talone

(percussioni)

Arrangiamenti Primiano Di Biase, Orlando Andreucci e Simone Talone.

Registrato, editato e missato da Primiano Di Biase presso TuskoRock Studio.

Foto: GiPi Studio

Artwork: simonetta bumbi

cd andreucci

 

Dal 30 aprile 2015la vita la morte l’amore la sorte

È in vendita su iTunes e su ogni piattaforma digitale

SCARICA

https://itunes.apple.com/it/album/la-vita-la-morte-lamore-la/id990543116

Si può richiedere il Disco scrivendo a

management@orlandoandreucci.com

CONTATTI

Simonetta Bumbi

ufficiostampa@orlandoandreucci.com

333.8417238

 

Orlando Andreucci nasce a Roma il 07 giugno 1947. Artisticamente a 45 anni, e quasi per gioco.

Con la sua voce bussa timidamente per poi appropriarsi di spazi che l’ascoltatore non credeva di avere. Il suo timbro, profondo ed accogliente, si identifica nel tempo che trascorre, e le parole sono tracce di passi che, come in un rewind, possono appartenere a tutti.

Con disarmante semplicità, e notevole efficacia, riesce ad armonizzare i generi più svariati, senza temere che essi possano tra loro contraddirsi. Ecco, allora, ritmi brasiliani (con un ammiccare per nulla timido a Jobim) viaggiare in compagnia della migliore tradizione melodica ed a tratti anche lirica italiana. Sottilissime e persistenti venature di jazz (di cui Andreucci è profondo conoscitore) ritroviamo ad attestare una D.O.C. sulla sua musica regalandoci CD d’Autore.

FATTI E PAROLE

(1998)

FUORI ORARIO

(2003)

ISTINTO DI CONSERVAZIONE

(2008)

NOTEDIPAROLE

(2009)

INUSITATO

(2012)

LA VITA LA MORTE L’AMORE LA SORTE (2015)

marzo 5, 2015

Il film The Repairman mi ha dato da pensare – Recensione di Alberto Marchetti (ROMA)

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Il film The Repairman, visto pochi giorni fa al Nuovo Cinema L’Aquila, a Roma, mi ha dato da pensare. È un film bizzarro, divertente, surreale, dalla trama sbilenca e un protagonista di illogico fascino. Il protagonista, Scanio, è un rivoluzionario proprio nel suo non esserlo, per il suo andamento cogitativo e lavorativo dai tempi tanto personali da far saltare ovunque schemi e convenzioni, lungo tortuose, goffe e irresistibili situazioni che s’ incatenano una a l’altra in inevitabili e imprevedibili assurdità. Si parteggia subito per Scanio, simpatico e surreale tecnico di macchine da caffè, un Buster Keaton moderno, estraneo alla lotta, perennemente in ritardo perché costantemente rapito da intuite migliorie che nessuno si prende mai la briga di verificare, presi tutti dall’orgasmo di una velocità che gli è completamente estranea. E che lui non cerca nemmeno lontanamente di capire. Ma Scanio, nel suo incedere adagio, non è esente da errori, e perde la donna che pure l’ha scelto nella sua atipicità, perché lo prende un formidabile straniamento che lo allontana, facendogliela quasi dimenticare, convinto com’è che lei possa e debba intuire e comprendere il groviglio vorticoso in cui s’ è recluso nel tentativo di costruire un depuratore ambientale di onde elettromagnetiche. È lei invece, responsabile delle risorse umane, o più miseramente dolcificante formale di licenziamenti, una Clooney inglese in terra italica, a finire per perdersi davvero, col direttore d’una fabbrica che pur riconoscendo genio in Scanio preferisce non rischiare di assumerlo. Gli amici, senza comprensione, lo assediano di convenzioni e banalità, lui, reso muto dalla saturazione verbale, tetragono, paziente, in viaggio dentro altri universi, resiste. Dispiace la fine di quest’ amore irregolare, esco soddisfatto ma con l’amaro in bocca, desideroso forse di un favoloso mondo di Amelie nostrano che premi il rischio, la visione, per uno sguardo a un altro mondo possibile e non perdente. Una fine rosa però sarebbe stato troppo, perché in quello stretto passaggio non politico, non filosofico, ma semplicemente possibile, ci si stanno infilando in molti, con la libera e spontanea offerta di capacità, fino alla nascita di un portale web “Viva la reparacion” dove le istanze umane, semplici, del film, rimbalzano in tutta Europa intorno a temi come riciclo, riuso, slow life, facendo dell’impacciato Scanio una bandiera compresa sorprendentemente da tutti. La colonna sonora non poteva essere prevedibile, le musiche di Alan Brunetta con marimba e chitarra, e quelle di Ricky Mantoan con la pedal steel guitar e con il dobro, seguono le scene del film rispondendo alle esigenze del regista Paolo Mitton. Delicata e d’effetto la pedal steel, tipica nella musica country, nella romantica sequenza al supermercato. Un esordio sbilenco di un regista che depone le facili armi degli effetti speciali per gli affetti speciali di un altro uomo possibile.

Alberto Marchetti

 

 

 

Alberto Marchetti

Roma, 5 marzo 2015

 

 

http://http://youtu.be/-DtS5ZJijyc

marzo 5, 2015

Joan Baez a Udine: 8 marzo 2015, serata da tutto esaurito al Giovanni da Udine.

Sembra essere inziata nel migliore dei modi la collaborazione tra Il Teatro Giovanni da Udine e Folkest. Un tutto esaurito che accoglierà Joan Baez con lo splendido colpo d’occhio di un teatro strapieno in ogni ordine di posti. Sarà la seconda di quattro date del tour italiano che, oltre Udine, toccherà Bologna, Roma e Milano.

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gennaio 7, 2015

An evening with JOAN BAEZ

A Udine l’otto marzo l’atteso ritorno della grande e instancabile cantautrice dei diritti

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Toccherà anche Udine (dove tenne una decina d’anni fa un memorabile concerto in castello per Folkest) con un imperdibile concerto il tour che riporterà in Italia con una serie di selezionati concerti Joan Baez, una delle più grandi voci femminili di tutti i tempi.
Dopo la celebrazione del cinquantesimo anniversario dalla leggendaria esibizione al Club 47 di Cambridge, Massachusetts, del 1958 e del successivo storico debutto del 1959 al Festival folk di Newport, numerosi premi, riconoscimenti e attività si sono succedute a ritmo frenetico per l’interprete statunitense.
Oltre a ripetuti tour in USA e nel mondo, il 2011 ha visto l’ingresso del suo primo album, che uscì su Vanguard del 1960, nella prestigiosa Grammy® Hall Of Fame patrocinato dalla National Recording Academy e nel 2012 l’attribuzione del prestigioso riconoscimento per il suo, a dir poco rilevante, apporto alla causa dei diritti Umani, da parte di Amnesty International, in occasione del cinquantenario della fondazione.
Sempre nel 2012 Joan ha preso parte ad altri storici avvenimenti e ricorrenze: concerto di Berkeley per CRO, ovvero Citizenzs Reach Out, una organizzazione no profit per sensibilizzare e aiutare le vite delle vittime di Guerra di tutto il mondo; e al grandioso avvenimento sulla costa di Big Sur in California per il cinquantesimo anniversario dell’Istitituto di educazione umanistica e alternativa denominata Esalen.
In precedenza, numerose le attività umanitarie e filantropiche che l’hanno vista sempre protagonista : dall’incontro con i reduci dal Vietnam a Idaho Falls nel 2009, al concerto benefico nell’Anfiteatro del Woodland Park Zoo di Seattle, a quello di San Francisco per la Fondazione Seva Foundation, con Steve Earle, David & Tracy Grisman, Tuck & Patti, e Wavy Gravy.
A grande richiesta sono stati recentemente ripubblicati i suoi album di successo contenenti note a margine della stessa Joan, la sua autobiografia And A Voice To Sing With e in video torna di attualità la sua apparizione a Woodstock del 1969 e la vediamo tra i protagonisti anche nel documentario di Martin Scorsese sulla carriera di Dylan, No Direction Home e in The Other Side Of the Mirror: Bob Dylan Live At the Newport Folk Festival, 1963-1965
Nel 2010 ha ricevuto l’Ordine delle Arti e delle lettere di Spagna, prestigioso riconoscimento spettante agli artisti stranieri, stabilito con regio decreto nello stesso anno, ha contribuito a una raccolta fondi al Teatro ZinZanni di San Francisco, per Jenkins Penn Haitian Relief Organization (J/P HRO), fondata da Diana Jenkins e da Sean Penn in favore della popolazione di Haiti.; e il premio della Children’s Health Fund di New York, con tanto di esibizione e duetto con Paul Simon, uno dei fondatori.
Nell’ottobre 2011, le è stata conferita la prestigiosa Legion D’Onore, il più alto riconoscimento francese consistente in una medaglia che rappresenta lo status di cavaliere dell’ordine.
Del tutto particolare il suo rapporto con la Francia, ove infatti vanta una serie di storiche performance a Parigi, ove ha letteralmente gremito lo scorso autunno, per una serie di serate. il famoso teatro Olympia.
Joan non ha potuto far mancare il suo apporto al movimento di Occupy Wall Street insediatosi a Foley Square , New York City, con una indimenticabile intrepretazione di Joe Hill, e di due brani mai proposti in precedenza: Salt Of The Earth dei Rolling Stones e la sua originale Where’s My Apple Pie?
Di rilievo la ua presenza nella raccolta di canzoni di Dylan re-intrepretate dai grandi del rock, Chimes Of Freedom – The Songs Of Bob Dylan con I proventi destinati a Amnesty International, cui contribuisce con una sontuosa versione di Seven Curses, così come con We Can’t Make It Here in cui si unisce a Steve Earle per contrassegnare uno dei momenti più alti della raccolta, Occupy This Album, a favore del movimento degli occupanti di Wall Street.
Nella mostra Changing America: The Emancipation Proclamation, 1863 and the March on Washington, 1963, al centro di storia e cultura afroamericana di Washington DC, che si tiene dal 2012 fino al settembre 2013, è rimasta in esposizione la storica chitarra Martin che Joan ha utilizzato nei suoi concerti del 1963.
In occasione della primavera araba del 2011, Joan ha mandato un toccante messaggio di forte incoraggiamento via Facebook, alla popolazione egiziana in lotta per la democrazia.
Da più di cinquant’anni, Joan ha sempre raccontato tutto ai suoi fans, continuando a rinnovare i suoi concerti con passione, energia e vitalità, sempre alla ricerca di una buona canzone, di una giusta causa da sostenere, confermandosi un tesoro invidiabile per l’umanità.
Ora avremo il piacere e l’onore di vederla al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, grazie a una nuova collaborazione tra il teatro e Folkest, all’interno di un tour che oltre Udine toccherà Roma, Milano e Bologna.
In questo mondo travagliato, parafrasando Wings, Joan Baez continua a cercare un posto ove essere ascoltata mentre canta.

Info
Biglietteria del teatro: tel. 0432 24841 – biglietteria@teatroudine.it
Segreteria Folkest: 0427 51230
Circuito di prevendita Viva Ticket: http://www.vivaticket.it/index.php?nvpg%5Bevento%5D&id_evento=1497827

dicembre 29, 2014

Gram Parsons, Jim Croce e Clarence White – Una data: 1973 e tanti ricordi

Il 17 dicembre 1973 festeggiavo il mio diciottesimo anno ed ero felice, tra i libri, i giornali e i dischi pubblicati in quel periodo che riportavano le notizie d’oltre oceano che echeggiavano di note. Pochi mesi prima di questa data, su alcuni giornali di musica spuntavano timidamente alcuni articoli su tre immensi musicisti, poco conosciuti in Italia al grande pubblico ma tra i più bravi al mondo e pur ancora giovanissimi con una carriera alle spalle: Gram Parsons, Jim Croce e Clarence White. La notizia che li riguardava era molto triste perché annunciava la loro morte tragica e la scomparsa dalla scena della grande musica americana. Forse su Gram Parson si è costruita una storia da romanzo: si trovava in un motel in California e dopo aver pranzato e salutato gli amici, era salito in camera per cambiarsi e non era più sceso; i suoi amici sono andati a cercarlo e lo hanno trovato svenuto sul pavimento. All’ospedale morì per un attacco cardiaco. Il suo funerale mistico-country è stato tipicamente californiano. Nel gennaio 1973 era uscito il suo primo ed unico album solo “ G.P “ .
Nel settembre del 1973 moriva in un incidente aereo Jim Croce. La sua non era stata certamente una vita facile. Nato da povera famiglia, aveva praticato diversi lavori, ma scontava la passione per la chitarra e si dedicò con grande passione a comporre canzoni. La cosa gli risultò così naturale che quando arrivò in studio per registrare il primo giorno, si presentò con 1400 canzoni messe su pentagramma.
Sempre nell’estate del 1973, moriva Clarence White, forse il musicista più famoso allora in Italia per essere stato membro dei Byrds, uno dei session men più richiesti nel giro americano dopo la sua fuoriuscita dal più celebre gruppo del mondo assieme ai Beatles. La sua morte è arrivata in un momento particolare dato che aveva intenzione di costituire un trio jazz con Skip Battin e Gene Parsons ( in ottobre dello stesso anno era stata programmata una tournée a Londra con Battin e Parsons e la Country Gazzette) e riprendere a suonare con i fratelli Eric e Roland.

GRAM PARSONS

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                       JIM CROCE

CROCE

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                              CLARENCE WHITE

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