Posts tagged ‘Andrea Del Favero’

luglio 25, 2013

SIMONE AVINCOLA, il giullare controcorrente arriva al FOLKEST, musica e cultura.

L’Italia, ricca di un entroterra culturale sembra essersi fermata a crogiolarsi nel decadentismo . In questi anni pochi sono stati i tentativi di elevarsi ad interessi universali. Invece di unificare le varie forme d’arte sotto un denominatore comune – musica, arte figurativa e letteratura -, si evitano accuratamente ciascuna lasciandole pian piano morire per distoglierle dalla mente di tutti noi.. Il benessere ed il consumismo, creato ad hoc e per interessi di pochi, rendono sempre più difficile distinguere la vera arte dalla moda, i poeti dagli intelettualoidi, i musicisti dai musicanti.
La politica non culturale ha provocato un bel lavaggio del cervello ma il popolo non può restare indifferente ed il sistema deve essere messo in discussione. La cultura che avanza a grandi passi verso l’evoluzione, anche se mancano i mezzi, non può trascurare la sua voce più maestosa: l’arte. Moltissimi giovani si documentano, seguono ed incominciano ad amare i movimenti musicali anche quelli geograficamente lontani, riscoprono la poetica dei cantautori degli anni sessanta e settanta, cercano di scoprire un percorso per realizzare i propri sogni. Si, perché i sogni sono ancora liberi, dove la pressione economica non può ancora arrivare per catturarli.
Personalmente io sto dalla parte della barricata per scoprire qualcosa di nuovo nel mondo della musica e dell’arte, per dialogare con i suoi amici, per far risorgere insieme, anche dalle ceneri della superficialità dilagante e del commerciale, la vera eterna arte, affinché si possa tornare a parlare della musica italiana come del canto più sublime dell’anima popolare.

Simone Avincola

Simone Avincola

Una di queste anime è Simone Avincola, giullare controcorrente, musicalmente corretto, uno dei tanti ragazzi che cerca con ogni mezzo di unificare le arti esprimendosi con il linguaggio più nobile: la musica.
Simone lo conosco da alcuni anni, ho seguito passo dopo passo il suo percorso.
Simone Avincola è uno dei tanti giovani che attraverso le canzoni lancia il suo messaggio affinché in Italia la politica divenga più pulita e trasparente e la speranza che questo sogno si realizzi quanto prima. I temi delle sue canzoni ricordano molto quelle storie raccontate da Francesco Guccini, cantautore ribelle degli anni settanta, che lottava per tutti noi, ma ricordano anche gli avvenimenti e le tematiche dei nostri tempi. Ma come si è avvicinato a questa espressione di musica popolare? Simone Avincola, come tanti ragazzi della sua generazione ha avuto la fortuna di studiare chitarra alla Scuola Popolare di musica del Testaccio a Roma e di aver avuto ottimi insegnamenti dalla grande e straordinaria Giovanna Marini per dieci anni. Attraverso questo percorso, dopo aver ascoltato le canzoni popolare e vivendo in un periodo storico e politico molto difficile per il suo paese trova la sua strada cantando storie di vita di persone collocate in luoghi diversi che alla fine s’incontrano in una unica via. Il Giullare canta le sue storie ma invoca la speranza che cambi la scena e che tutto ritorni a favore degli oppressi.
Dopo il primo Album autoprodotto due anni fa: Il giullare e altre storie dove racconta storie nuove di conflitti tra potente ed oppresso puntando il dito al ruolo dell’informazione, della legge perché al servizio dei padroni e il film documentario “Stefano Rosso, L’ultimo romano”, dedicato al cantautore romano scomparso nel 2008 e per il quale si è aperta oggi una nuova via per la riscoperta, Simone sbarca al Folkest, culla della cultura mitteleuropea per presentare il nuovo disco che uscirà prossimamente.
Sono passati quindi quasi due anni dall’esperienza e la pubblicazione del primo disco ed in anteprima Simone mi ha confidato la storia che ha dato origine a questo secondo lavoro e che sarà presentato a Spilimbergo il 28 luglio nella prestigiosa piazza Garibaldi.
I protagonisti di quest’opera, il titolo ancora non l’ho scoperto, sono gli stessi amici del Giullare e Altre storie (2009): Simone Avincola, Matteo Alparone e Edoardo Petretti. In questo nuovo lavoro c’è molta sperimentazione musicale e racchiude ben 13 brani. All’interno c’è tutto il riassunto di quello che siamo e del mondo che vediamo, viviamo e che Simone ha voluto raccontare con un amore spropositato ma a volte anche con parole dure, impregnate di indignazione verso tutta la situazione politica italiana che ci ritroviamo a subire giorno dopo giorno.

Le canzoni del nuovo disco, sono arricchite musicalmente da molti ospiti amici.
Tra gli altri, vorrei sottolineare:

Paolo Giovenchi (chitarrista di Francesco De Gregori) che con il suono della sua elettrica ha saputo abbellire e trasformare completamente “Abbiamo noi il potere” e “Invisibili”

 Freak Antoni (degli Skiantos) che fa la parte del figlio in “Così canterò tra vent’anni”,

brano che chiude il disco e in cui racconto un ipotetico futuro che mi descrive in modo molto ironico come un cantautore che non è riuscito a diventare qualcuno e che nonostante tutto continua imperterrito a suonare nella sua camera mentre il figlio(Freak) lo elogia (mentendo spudoratamente)

BAND E ARRANGIAMENTI

Gli arrangiamenti sono curati interamente da Edoardo Petretti (pianista e fisarmonicista)
ad eccezione del “Marinaro” (brano dedicato a un personaggio un po pazzoide del mio quartiere che è scomparso recentemente) e che è stato arrangiato da Stefano Ciuffi (chitarrista davvero unico che ha cominciato da poco la sua collaborazione con la band e “La Voglia” che ha visto la direzione artistica di Edoardo De Angelis ( manager e produttore)

Gli altri musici della band sono:
Matteo Alparone al basso (che si è occupato anche della grafica)
Luca D’Epiro alla batteria (la maggior parte delle riprese audio sono state realizzate nel suo studio “BuonaLaPrima”).

securedownload

SIMONE AVINCOLA (Italia)

28 luglio 2013

Seconda serata

Spilimbergo

Piazza Garibaldi

luglio 22, 2013

Folkest a Castelcosa con i Vízöntö (Ungheria)-lunedì 22 luglio 2013

Fino ad oggi Vízöntö rimane uno dei gruppi più importanti in Europa e soprattutto in Ungheria, nazione di origine dei quattro componenti di questo leggendario egyuttes , tra quelli che costruiscono il loro repertorio sulla musica popolare, dunque sulla tradizione. Il quartetto, che letteralmente piombò nel folk-revival della fine degli anni settanta, già durante le sue prime tournéé fuori dall’Ungheria (Belgio, Olanda e Germania), e con la pubblicazione dei primi due Long Playing (ormai due rarità da collezionismo), ha fatto sensazione con una musicalità potente, ricca di strumenti “fuori dall’ordinario”, e soprattutto con l’incontro tra la musica tradizionale e la musica d’ascolto moderna. Poi, sul terzo album, Mélyviz (Acqua Profonda), pubblicato in Olanda, si ascolta già il vero stile Vízöntö, pronto e maturo, e con questa incredibile operazione musicale il gruppo precede con le sue composizioni di almeno dieci anni tutti quei gruppi che verranno poi etichettati come autori di “Etno-music” o di “Worldmusic”. Negli anni 80 e 90 i Vízöntö girano il mondo suonando in festival piccoli e grandi, in teatri e club, suscitando successo e meritando applausi a Mosca come a Vancouver, in Inghilterra o in Italia. A tutt’oggi la discografica dei Vízöntö comprende una decina tra LP e CD, tra i quali Villanypasztor (Pastore Elettrico), che è anche diventato un film musicale e che a Mosca ha vinto un Gran Prix. Vízöntö è un gruppo “cult”: i loro concerti sono sempre stati dei successi, i loro dischi delle rivelazioni nel panorama della musica folk. Un gruppo è sempre più della somma dei singoli componenti, ma la carriera solista dei quattro componenti fondatori dei Vízöntö è costellata da incredibili successi personali sia nella patria di origine che all’estero. I Vízöntö continuano ancora oggi con la loro musica dal vivo ad entusiasmare il pubblico, sapientemente guidati da JANOS HASUR, (violino), uno dei quattro fondatori originali del gruppo.

Vízöntö= Acquario
Egyuttes = Gruppo musicale, Complesso

vizonto

JANOS HASUR

JANOS HASUR

Questa sera in programma a:
COSA (S. Giorgio della Richinvelda, corte di Castelcosa), ore 21,15
concerto di Vízöntö (Ungheria)
Merita più di un cenno la location del concerto di stasera.

Il Castello di Cosa viene costruito come casaforte prima dell’anno 1000 e nell’arco della sua esistenza ha subito molte distruzioni. Con la prima guerra mondiale, durante la ritirata di Caporetto,  un incendio ne provoca la distruzione completa. Nel 1922 viene ricostruito, con l’aggiunta di un piano. Le quattro torri vengono conglobate nel piano rialzato: ecco perché la costruzione  ha le sembianze di castello e villa veneta contemporaneamente. Gian Franco Furlan, nel 1978, fa del Castello di Cosa la sede delle sue cantine dando vita al marchio “Castelcosa”. Enormi saloni, grandi affreschi, un lunghissimo muro di pietre e sassi ed un parco di alberi secolari accolgono oggi i visitatori presso la struttura chiamata “Castello di Cosa” utilizzata per mostre, concerti, eventi, convegni, cerimonie e matrimoni e non solo… Infatti sono di casa degustazioni, feste di laurea, compleanni o semplicemente ritrovo fra amici e gare di briscola.

 
luglio 17, 2013

Inti Illimani in tour con EditEventi

Inti Illimani

Inti Illimani

E’ iniziato il 17 luglio e si protrarrà fino al 5 agosto il tour italiano degli Inti-Illimani, il primo della band cilena dopo tre anni di assenza dal nostro Paese. Ambasciatori indiscussi della cosiddetta Nueva Cancion Chilena prima e di una personalissima interpretazione della world music andina poi, Inti Illimani sono presenti da quattro decenni nell’immaginario collettivo degli amanti della musica delle radici in Italia e in tutto il mondo, Cile compreso, dove sono tutt’ora una band capace di riempire gli stati e i teatri di tutto il Paese, dimostrando un eccezionale seguito popolare e l’incondizionato plauso della critica.

Per ricordare il quarantesimo anniversario del golpe cileno e per celebrare la data d’inizio della resistenza democratica nel loro Paese, Inti-Illimani ha concepito uno spettacolo-evento ad hoc, finalizzato a dimostrare al pubblico italiano la gratitudine per il costante successo fatto registrare in tutti questi anni: in equilibrio fra passato e presente, la loro esibizione conduce lo spettatore in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, teso fra la dimensione del ricordo e quella dell’attualità, che li vede emergere ancor oggi come una delle band più importanti della scena world mondiale.

La formazione con la quale Inti-Illimani si presenterà al pubblico del tour è composta da Daniel Cantillana (violino, voce), Jorge Coulon (il fondatore), Marcelo Coulon (negli Inti dal 1978), Juan Flores (flauti, flauti di pan e charango), César Jara (chitarra), Manuel Meriño (chitarra), Efrén Viera (clarinetto, percussioni).
Eccezionalmente, per alcune date del tour, gli spettacoli saranno introdotti da Edoardo De Angelis che canterà anche tre canzoni tratte dal suo straordinario repertorio e nel corso della serate ci sarà spazio inoltre per Luca Bussoletti, uno dei giovani autori di maggior talento oggi in Italia, che con gli Inti-Illimani ha avviato da tempo una significativa collaborazione musicale.

Fra le date del lungo tour, il cui management è affidato alla EditEventi di Spilimbergo (PN), si segnalano:

Asti (Asti Musica),

Tolmezzo e Capodistria (Folkest),

Reggio Calabria (Tabularasa),

Roma (Villa Ada),

Milano (LatinoAmericando),

Pegognaga (Sconfinart), Genova,

Foligno e Monte Urano.

giugno 11, 2013

La Fieste da Sedon al Castello di Ragogna il 15 e il 16 giugno con CARANTAN e LA SEDON SALVADIE e tutti gli amici

Organizzato dall’Associazione Culturale Folkgiornale, con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Udine, dell’Unesco, della Fondazione CRUP e del Comune di Ragogna che fin dalla prima edizione ha creduto in questa manifestazione, in uno dei più incantevoli angoli dell’intero Friuli, nel week-end centrale di giugno si celebra la quinta edizione de “La Fieste da Sedon”. Si tratta di un festival dedicato alla musica tradizionale in terra friulana, un ottimo spunto per la valorizzazione di uno dei luoghi storici di maggior significato ricostruiti dopo il terremoto, il Castello dei Conti di Ragogna. Un appuntamento ormai abituale, che solo lo scorso anno non si era svolto per l’indisponibilità della sede, oggetto di importanti restauri. Festeggiata d’onore, la Sedon Salvadie, la storica formazione friulana di musica popolare che celebra nel 2013 i 31 anni di attività, anni che l’hanno vista collaborare con artisti del calibro di Angelo Branduardi, Massimo Bubola, The Chieftains, Carlos Nuñez e Inti Illimani tra gli altri; annoverare nelle proprie fila il meglio del panorama musicale friulano (Giulio Venier, Andrea Del Favero, Lino Straulino, Emma Montanari, Marisa Scuntaro, Dario Marusic, Glauco Toniutti, Flaviano Miani, Gianluca Zanier, tutti hanno militato o militano in questa formazione); dar vita a molti altri gruppi e realtà di ricerca e riproposta (Carantan, Braul, Tischlbong, Montanari Grop, Furclap, Braul, Nosisà, Lino Straulino…).
970377_10151550137498369_888709242_n

Il gruppo Carantan continua oggi il percorso musicale iniziato negli anni ‘80 da alcuni musicisti friulani che è quello della ricerca e della rielaborazione innovativa della musica tradizionale senza riproporre un discorso strettamente filologico ma senza nemmeno perderne i suoi aspetti più caratterizzanti. Alle spalle del gruppo ci sono quasi 20 anni di ricerche sul territorio fatte soprattutto nell’area pedemontana, dove sono state raccolte numerose documentazioni di strumenti tipici come la cornamusa e il violino e registrazioni di musiche e canti.

Il nome Carantan proviene da una moneta in rame usata in origine in Carinzia. In Italia, alla fine dell’Ottocento, prende questo nome la moneta divisionale di 5 centesimi di Lira e in seguito in lingua friulana il termine equivarrà a “modesto”, “di poco valore”. Anche la cultura popolare, nonostante il paziente lavoro svolto da molti illustri studiosi del costume, spesso è stata considerata modesta e di poco valore. I Carantan lavorano per il recupero della tradizione musicale friulana, per salvare un patrimonio che sta scomparendo assieme ai suoi ultimi testimoni e soprattutto per cercare di adattare questa affascinante cultura alle esigenze moderne rendendola attuale.

Carantan

Carantan

La Sedon Salvadie

La Sedon Salvadie

La Sedon Salvadie

Fondato nel1982 questo gruppo è stato il primo a suonare con spirito nuovo le musiche tradizionali del Friuli, espressione delle diverse etnie che qui convivono da secoli.
Una delle più rappresentative e longeve band del folk italiano.
Nel corso della loro lunga carriera questi musicisti hanno fatto tenuto concerti e show radio e televisivi sia in Europa che in America, collaborando con alcuni tra i più significativi artisti a livello mondiale, come The ChieftainsFabrizio De AndréAngelo Branduardi, Massimo Bubola, Carlos Nunez, Ed Schnabl, Vincenzo Zitello, Janos Hasur, Paul Bradley e molti altri …
In un concerto ascolterete alcuni antichi strumenti come cornamuse e violini danzare insieme a percussioni, fisarmoniche diatoniche, chitarre e bassi elettrici: un suono d’insieme di grande impatto, aperto alle contaminazioni contemporanee.

manifestazione, inserendo con lo stesso criterio anche eventuali stand. Elemento fondamentale e caratterizzante del castello Superiore di Ragogna è il mastio,conosciuto anche come torre, utilizzato dai Conti di Porcia fino alla seconda metà del XVIII e poi lasciato lentamente cadere in rovina. Alla fine nel 1976 il terremoto lo distrusse quasi completamente.

Oggi il mastio si presenta completamente ricostruito, anche se profondamente modificato per quanto riguarda la disposizione interna dei locali. Un secondo lotto dei lavori di restauro è da poco terminato,con l’affascinante ricostruzione della parti in legno nella zone del mastio, che danno all’antico maniero un’aura di straordinaria unicità.

Le forze in campo

Alla realizzazione dell’evento contribuiranno varie realtà:  l’Associazione Culturale Folkgiornale, il Comune di Ragogna, l’Associazione Borgate di San Pietro, la Pro Loco di Ragogna, la Edit Eventi di Spilimbergo checurerà Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni, inserendo le serate tra gli appuntamenti di maggior spicco di una manifestazione significativa come Folkest.

“La Fieste da Sedon”, radicata sul territorio e ormai connotatasi come il festival della musica friulana di tradizione popolare, è diventata una vetrina delle realtà regionali di spicco e un’anteprima ideale e densa di significati per una manifestazione di largo respiro come Folkest, che debutterà il 4 luglio a Fiumicello per concludersi il 28 a Spilimbergo.
securedownload
Maggio 9, 2013

Torna la rassegna Ecomusica che presenta alla Rosa del Deserto di Latina il concerto: PIERO BREGA e ORETTA ORENGO.

Il concerto è dedicato ad un grande musicista recentemente scomparso, il batterista e percussionista: 

MARCELLO VENTOimages.jpg marcello vento
Torna la rassegna Ecomusica (in collaborazione con l’associazione PresenteFuturo ed il Comitato per La casa della Musica a Latina) che presenta, alla Rosa del Deserto di Latina, un grandissimo concerto:

PIERO BREGA & ORETTA ORENGO.

1233577983b1

Piero Brega, nato a Roma nel 1947, architetto ma soprattutto musicista, socio fondatore del Circolo Gianni Bosio, iniziò a occuparsi di musica nel lontano 1970 registrando sul campo e studiando materiale musicale del Lazio, “… una selezione di canti, accompagnati da strumenti vari, di canzoni contadine del Lazio. C’era rappresentata anche la canzone romana ma nulla a che vedere con il popolo immaginario che si magnificava nelle canzoni di Gabriella Ferri, unica epigona del genere che avesse colto il senso, meglio comunque del reuccio.  Manca del tutto l’odore di dolcificante. Era anche canzone politica, era “comunisti della capitale”, o erano gli stornelli, i più sarcastici e belli che avessi mai sentito. Poi le parodie… ” (Piero Brega). Nel 1971 con Sara Modigliani, Francesco Giannattasio e Carlo Siliotto fondò il Canzoniere del Lazio gruppo musicale di riproposta delle canzoni di tradizione orale. I numerosi concerti che fecero nei paesi del Lazio avevano come obiettivo quello di stimolare la riappropriazione della cultura da parte del tessuto sociale che storicamente l’aveva prodotta. Nel 1973 il Canzoniere incise Quando nascesti tune, piccola antologia di brani popolari. Importante frutto di questa evoluzione musicale e della nuova direzione urbana ed elettrica della musica popolare italiana fu lo spettacolo Fare musica, con la partecipazione di Giovanna Marini con la ballata L’eroe e di altri autori come Paolo Pietrangeli e Gianni Nebbiosi, mentre il Canzoniere del Lazio propose il repertorio popolare condividendo con il gruppo rock-progressive Albero Motore la funzione di supporto orchestrale. Nel 1974 il Canzoniere divenne un gruppo più numeroso e spostò la sua attenzione sulla cultura popolare urbanizzata. Agli strumenti tradizionali, si aggiunsero sassofoni, batteria, basso e chitarra elettrica. Si scelsero alcune strofe a carattere rituale, canzoni pastorali, balli, tentando un arrangiamento che trascinasse la musica di tradizione orale in un suono più recepibile anche da un pubblico più giovane. Dal 1974 al 1977 con il Canzoniere del Lazio Piero Brega incise due dischi: Lassa stà la me creatura e Spirito bono. Uscì poi dal gruppo e nel frattempo si impegnò in nuovi progetti. Nel 1978 uscì il disco Malvasia (Fonit Cetra) a nome del trio Piazza Giannattasio Brega e nel 1979, Carnascialia (Polygram) con Pasquale Minieri e Giorgio Vivaldi. Nel 1981 collaborò nuovamente con Giovanna Marini nell’opera Il regalo dell’imperatore portata in una lunga tournée in Francia e che si concluse con quaranta repliche a Parigi al Theatre des Bouffes du Nord di Peter Brook. Brega aveva il ruolo di cantante nel ruolo del protagonista dell’opera. Si dedicò poi al teatro, “… il teatro di ispirazione popolare di Quartucci, La Zattera di Babele, dove si richiede repertorio popolare, a volte canto senza accompagnamento musicale, a voce nuda, in certi templi tedeschi della musica colta… ” (Piero Brega). Si diradavano intanto le occasioni per lavorare con la musica, era cambiato il contesto storico e culturale. Brega accettò di lavorare in uno studio di architettura. Nel 1991 riprese a suonare con l’amico musicista Adriano Martire proponendo uno spettacolo di canzoni per un duo di chitarre. Nel 1994 ci fu un ritorno alle canzoni con la proposta di Carnascialia ed Almamegretta insieme in Contagio. Nel 1996 con Adriano Martire e Luca Balbo formò un trio di chitarre acustiche e voci. Quindi iniziò a occuparsi di un nuovo disco da registrare questa volta a suo nome. Il progetto ha conosciuto mille difficoltà e finalmente ha visto la luce nel 2004. L’album si intitola Come li viandanti è prodotto dal Circolo Gianni Bosio e dal Manifesto, la produzione artistica è di Peter Quell, gli arrangiamenti sono di Enzo Pietropaoli. Il disco è bellissimo. Vi hanno collaborato grandi musicisti, fra i tanti vanno almeno segnalati Enzo Pietropaoli (contrabbasso), Danilo Rea (pianoforte), Michele Ascolese (chitarra), Antonello Salis (fisarmonica), Paolo Fresu (tromba), Ambrogio Sparagna (organetto), Roberto Gatto (batteria), Nando Citarella (tammorra), Marcello Sirignano (violino), Gabriele Coen (clarinetto), Antonello Ricci (zampogna calabrese e canto), Elio Rivagli (batteria), Fulvio Maras e Piero Fortezza (precussioni). “… Ne è risultato un disco ricchissimo e imprevedibile in cui la mia voce è, speriamo, all’altezza. Canzoni con i piedi sulla terra della tradizione e la testa nel cielo iridescente del cantautore.” (Piero Brega). La sua inconfondibile voce e la sua poetica ci hanno regalato brani straordinari di grande impatto emotivo che raccontano, sulla scia della tradizione, il mondo d’oggi.

Oretta Orengo è nata a Roma il 15/09/56. Ha studiato OBOE con i Maestri Del Bono e Manfrin diplomandosi nel 1985 al conservatorio S.Cecilia di Roma. Ha svolto intensa attività concertistica con varie formazioni musicali tra cui: Orchestra A.M.I.C.A, orch.B.Walter del Molise, orch: della S.P.M.T, big band tre Passi dal delirio(Roccella Jonica 90’) SINFONIA SPECCHIANTE ( conc. in videoconferenza tra Paliano, Pescara e un quintetto della London Simphony) di CARLO CRIVELLI, RAVA CARMEN, (Napoli,Foggia), Orch. Naz: I.S. ENSAMBLE (Ismez) gruppo da camera QUADRONDO, quartetto di fiati ENAEROS, BRUNO TOMMASO Jazz Workshop. Ha collaborato con musicisti come Giancarlo Schiaffini, Eugenio Colombo, Paolo Damiani, Giorgio Gaslini, Giovanna Marini, Luciano Francisci, Luigi Cinque, Arturo Annecchino, Sergio Rendine, Carlo Crivelli, Massimo Bartoletti, Bruno Tommaso, Rinaldo Muratori. Ha partecipato a numerose trasmissioni radiofoniche anche come ospite solista (un certo discorso musica, speciale un certo disc.RAI 3) ha lavorato in teatro con: ATTORI e TECNICI, SPAZIO ZERO, VOLTERRA TEATRO (stabile di Genova) TECNOMEDIA, SCENAPERTA, BEAT 72. Attualmente insegna OBOE alla S.P.M.T, alla SCUOLA COMUNALE di Orte e collabora con il comune di Bassano in Tev: per la musica nella scuola elementare,s uona con CANTIERE OLTREMARE, TRIO di fiati LANCIASPEZZATA , QUINTETTO ANEMOS (fiati), orchestra PANTA REI (dir. Art. di Riccardo Fassi, Ettore Fioravanti) nata all’interno dell’associazione INCONTRI MEDITERRANEI di cui è socio fondatore. Prima di dedicarsi allo studio dell’OBOE e del CORNO INGLESE,ha svolto una lunga attività come cantante e chitarrista nell’ambito della musica popolare negli anni 70’, in particolare con Luigi Cinque, Dodi Moscati, Canzoniere Internazionale, con queste formazioni ha registrato numerosi L.P. per la FONIT CETRA,trasmissioni radiofoniche e televisive in Italia e all’ estero, festival del folklore a Berlino, Saragozza, Portogallo, Bulgaria, Lione, Svizzera, Svezia, Finlandia, Colonia.

Concerto imperdibile per chi ama la musica jazz e folk e la musica d’autore.

Il prezzo del biglietto è di soli 10 euro.
Il biglietto sarà in prevendita presso la libreria “Piermario & co.” (Via Armellini 26, Latina).
Per coloro che vorranno, sarà possibile prenotare, a prezzi modici, anche la cena, elaborata con squisiti piatti della tradizione laziale.
Per prenotazioni ed informazioni sul concerto potete telefonare a questi numeri: 339/6290270 e 339/5880408.

febbraio 7, 2013

Marcello Vento ci ha lasciato, grave lutto per la musica

Marcello Vento è mancato!vento Batterista, percussionista viene considerato storicamente tra i massimi esempi di folk progressivo in Italia soprattutto per le elaborazioni della seconda metà degli anni Settanta.
Marcello Vento ha una lunga carriera come musicista jazz e insegnante di batteria, fino al lavoro con Jenny Sorrenti, sua compagna anche di vita, che esalta anche le sue qualità compositive e di arrangiamento.

gennaio 14, 2013

18 e 19 gennaio: al Teatro Miotto di Spilimbergo le selezioni per “Suonare@Folkest – Premio Alberto Cesa 2013”

“Suonare@Folkest – Premio Alberto Cesa 2013”

alberto cesa

Venerdì 18 e sabato 19 gennaio, presso il Teatro Miotto di Spilimbergo (PN) alle ore 21.15,

 avranno luogo le selezioni territoriali riservate agli artisti partecipanti al concorso “Suonare@Folkest – Premio Alberto Cesa 2013”. Alla prima delle due sessioni, denominata “Spilimbergo 1” (venerdì 18), parteciperanno Luna e Un Quarto, Figli di un Puff e Progetto Corde. Nella seconda, “Spilimbergo 2” (sabato 19), saliranno sul palco I Salici, Il Giardino dei Gatti Bianchi e Tryo Yerba. I migliori due gruppi di ogni serata, secondo il giudizio espresso da una autorevole giuria appositamente convocata (sulla cui composizione seguirà un ulteriore comunicato), acquisiranno il diritto a esibirsi durante Folkest 2013 in luogo e data da definire.  insieme con i gruppi vincitori delle altre selezioni territoriali a carattere nazionale: si è già svolta quella di Arezzo (6 dicembre 2012) che ha visto l’affermazione di Serio E Faceto e Macchia Libbr; si terranno invece nei mesi di febbraio e marzo quelle di Verona 1 (con la partecipazione di Abacà, Daniele Arzuffi, Gabriele Bombardini), Verona 2 (Dualis, Maria Devigili, Quenia), Loano (Folhas, Raffaele Antoniotti, The Mandolin Brothers), Coreno Ausonio (Ninfe della Tammorra, Orchestra Minima Mysticanza, Onda Nueve String Quartet).

dicembre 19, 2012

Q-Blues al teatro Miotto: una “Synthesis” felice fra rock e blues dei tempi d’oro.

Teatro Miotto
Spilimbergo – FRIULI VENEZIA GIULIA
Venerdì 21 dicembre ore 21:00

Q-BLUES
fotobn

Prendete quattro “giovanotti” decisamente stagionati ma incredibilmente dinamici che negli anni Sessanta e Settanta, quando ancora avevano più capelli e meno chili, facevano impazzire le sale da ballo tra Friuli e Veneto. Aggiungete una pinta di passione mai sopita per il rock-blues degli anni d’oro, quello di Winwood e Capaldi, di Hendrix e Clapton, di J. J. Cale e Otis Rush… E come se il tempo si fosse fermato, eccoli di ritorno: adesso si chiamano Q-Blues, dove la Q (con un eccesso di modestia) sta per “Quasi”. Rudy Bremer (chitarra, piano, organo Hammond), Massimo Tracanelli (voce e tastiere), Charlie Merluzzi (batteria e percussioni), Maurizio De Marchi (basso) con la collaborazione di Arno Barzan formano la line-up della band in questo lavoro: un disco che racchiude nel titolo il messaggio di una sintesi fra passato e presente, fra brani storici che tutti abbiamo memorizzato negli anni e che ora tornano a nuova vita e brillantezza grazie al lavoro di una band di amici –soprattutto- che dopo aver regalato buona musica dal vivo all’intero Nord-Est si cimenta in un debutto discografico che segna un punto di arrivo e di ripartenza verso una seconda gioventù.

Quasi un’ora di nettare per le orecchie di un’intera generazione di “rockettari” di ogni età che non mancherà di riconoscersi in un disco che è specchio fedele della grande epopea del rock di qualche decennio fa.

Il concerto di venerdì 21 dicembre al teatro Miotto di Spilimbergo offrirà a tutti i vecchi fan e agli appassionati del genere un’occasione per vedere dal vivo i vecchi leoni. Li accoglierà una sala per l’occasione allestita come sala da ballo, senza poltrone per lasciare libero sofogo alla voglia di divertirsi e anche di ballare.

Q-Blues – “Synthesis” – Folkest Dischi (distribuzione Cni) – DF91, 2012.