Il programma di Folkest edizione 2014 presentato a Castelcosa
CANTAUTORI CONTRO LA GUERRA “Folk & Peace” – PROGETTO e DIREZIONE ARTISTICA di ALBERTO CESA
BALLATE E CANZONI PER VOCE SOLA E UNO STRUMENTO
Come fecero con “la chitarra in spalla” Woody Guthrie, Pete Seeger, Bob Dylan, Ewan MacColl,
Atahualpa Yupanqui, Victor Jara…e decine di folk singer di tutto il mondo,compresi i nostri
cantastorie, abbiamo deciso di contrapporre alla Prepotenza Armata il suono naturale,
indistruttibile e disarmante della voce sola o accompagnata da non più di uno strumento per
riaffermare con la forza dell’espressione semplice libera e indipendente della musica popolare,
il diritto di ogni abitante della Terra a vivere nella libertà, nella giustizia, nella pace e…
GLI INTERPRETI
CANTASTORIE STORICI
Otello Profazio, Nonò Salamone
CANTORI-RICERCATORI STORICI
Sandra Boninelli (N.C.I.),
Giovanni Coffarelli (collaboratore di Roberto De Simone),
Gastone Pietrucci (leader de“La Macina”: una delle più ricche esperienze italiane di ricerca-documentazione della cultura popolare),
Carlo Faiello (già “Nuova Compagnia di Canto Popolare”)
Franco Madau cantautore, produttore, collaboratore storico di Michele Straniero)
SEQUENZA CD
1 – Laura Ferraris –mondina di Trino Vercellese -E se qualcuno vuol far la guerra
2 – Giovanna Marini Our President Johnson
3 – Franco Madau Su giocatulu Mannu
4 – Nonò Salamone Madre tedesca
5 – Sandra Boninelli Addio padre e madre addio
6 – Fausto Amodei Lettera di Robert Bowmann
7 – Carlo Faiello Vengo dall’Uriente
8 – Gualtiero Bertelli C’era un dì un soldato
9 – Lino Straulino Bandieres
10 – Paolo Pietrangeli Ninna nanna
11 – Marcello Colasurdo Culure ‘e pace
12 – Otello Profazio La crozza
13 – Flaviana Rossi Ueì
14 – Antonio Infantino Cantico di pace
15 – Ivan Della Mea Enduring peace
16 – Enrico Capuano Usa la testa
17 – Giovanni Coffarelli Canto alla potatora
18 – Toni Asquino La guerra in diretta
19 – Gastone Pietrucci La Macina Salve Regina
20 – Donata Pinti Libertà
21 – Alessio Lega Vigliacca!
22 – Carlo Muraori Nassiriya
23 – Elena Ledda Nostra Sennora ‘E sagherra
24 – Alberto Cesa La poesia popolare
25 – Marino Severini Gang La guerra è finita
♥ Alberto Cesa è stato fino al 6 gennaio 2010 un autore, un musicista, un compagno impegnato ma soprattutto un ricercatore di musica antica e folcloristica.♥
Le sue canzoni folk rispecchiano le ballate piemontesi e provenzali, i racconti dei cantastorie, le filastrocche, la musica di balli popolari come le polche, le monferrine e le gighe e le ninne nanne; le sue musiche sono arrangiate con strumenti acustici ma con grande devozione alle origini medievali (ghironda, organetto, flauti, violino, chitarra, basso, mandola, fisarmonica, dulcimer, percussioni). Il canto è molto importante sia quando Alberto canta da solista sia quando lo fa in coro; la continua ricerca di tradizioni popolari, di altre culture anche d’oltreconfine e la straordinaria esperienza di Alberto Cesa ha fatto incontrare generi diversi che con un amalgama condito con la pAlberto Cesa ha fatto migliaia di concerti nelle piccole e grandi piazze ma ha anche partecipato a Festival Folk internazionali facendosi conoscere per la sua generosità, il suo impegno nel sociale, la sua umiltà ma anche per la sua voce, bella e calda. Lo stesso Ivan Della Mea diceva che la voce di Alberto era più bella della sua! Alberto ha cantato con Miriam Makeba e con Alan Stivel, ha incantato il pubblico della Svizzera, del Belgio, dell’Austria, della Germania, del Portogallo, della Spagna, della Scozia e dell’Olanda. Dopo ogni concerto Alberto lasciava sempre una traccia indelebile perché chi lo incontrava capiva che era un uomo vero e gentile ed un autentico artista.assione ha fatto nascere e lievitare per trent’anni delle canzoni di grande rilevanza artistica.
Nel 1999 nasce la prima edizione dei Fogli Volanti ovvero il diario di un musicante, per raccontare, tra cronaca e storia, la lunga avventura musicale, politica ed umana, di Alberto Cesa e Cantovivo. Il primo foglio è dedicato all’amico scomparso Giancarlo Cesaroni. Nel 2000 seguì la seconda edizione ed il CD-LIBRO si poteva acquistare con il Manifesto. Il CD contiene 11 canzoni e sono tutte scritte da Alberto come anche sono sue le musiche e gli arrangiamenti, per quest’ultimi c’è il contributo artistico di Gerardo Cardinale: Torinorossa – Beniamino – Robadamatti – Michael –Uomini Lontani – Partigiano – Oriente – Ninna Nanna – Ballantonio – Punkitanz – Victor Jara .
I FOGLI VOLANTI ERANO FOGLI SU CUI I CANTASTORIE STAMPAVANO LE LORO CANZONI PER VENDERLE IN CAMBIO DELLA SOPRAVVIVENZA E PER RACCONTARE, COME IN UN GIORNALE CANTATO, LE PICCOLE E LE GRANDI STORIE DEL MONDO.
Dopo la sua morte, tutta l’opera di Alberto Cesa è stata raccolta in due volumi con CD allegati.
Sabato 14 dicembre 2013 al Conservatorio torinese Giuseppe Verdi, proseguirà il cammino musicale di Alberto.
(Gloria Berloso)
Premio “ALBERTO CESA” a Piergiorgio Manuele – FOLKEST 2013
Sabato 27 luglio avverrà la consegna del Premio “Alberto Cesa” a Piergiorgio Manuele, segnalatosi alla selezione di Arezzo con la canzone “Giufà”. Nato a Leonforte (En) in una delle province più lontane e silenziose d’Italia ma ricca di miti e storie favolose d’altri tempi, oggi risiede in Toscana. Fondatore di formazioni seminali del folk progressivo siciliano (Jamdura e Clangor), vive anche una lunga e qualificante esperienza di artista di strada in Francia e Gran Bretagna: da qui la riscoperta di quella dimensione teatrale della musica alla quale tutt’ora rimane imprescindibilmente legato.
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La Fieste da Sedon al Castello di Ragogna il 15 e il 16 giugno con CARANTAN e LA SEDON SALVADIE e tutti gli amici
Organizzato dall’Associazione Culturale Folkgiornale, con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Udine, dell’Unesco, della Fondazione CRUP e del Comune di Ragogna che fin dalla prima edizione ha creduto in questa manifestazione, in uno dei più incantevoli angoli dell’intero Friuli, nel week-end centrale di giugno si celebra la quinta edizione de “La Fieste da Sedon”. Si tratta di un festival dedicato alla musica tradizionale in terra friulana, un ottimo spunto per la valorizzazione di uno dei luoghi storici di maggior significato ricostruiti dopo il terremoto, il Castello dei Conti di Ragogna. Un appuntamento ormai abituale, che solo lo scorso anno non si era svolto per l’indisponibilità della sede, oggetto di importanti restauri. Festeggiata d’onore, la Sedon Salvadie, la storica formazione friulana di musica popolare che celebra nel 2013 i 31 anni di attività, anni che l’hanno vista collaborare con artisti del calibro di Angelo Branduardi, Massimo Bubola, The Chieftains, Carlos Nuñez e Inti Illimani tra gli altri; annoverare nelle proprie fila il meglio del panorama musicale friulano (Giulio Venier, Andrea Del Favero, Lino Straulino, Emma Montanari, Marisa Scuntaro, Dario Marusic, Glauco Toniutti, Flaviano Miani, Gianluca Zanier, tutti hanno militato o militano in questa formazione); dar vita a molti altri gruppi e realtà di ricerca e riproposta (Carantan, Braul, Tischlbong, Montanari Grop, Furclap, Braul, Nosisà, Lino Straulino…).
Il gruppo Carantan continua oggi il percorso musicale iniziato negli anni ‘80 da alcuni musicisti friulani che è quello della ricerca e della rielaborazione innovativa della musica tradizionale senza riproporre un discorso strettamente filologico ma senza nemmeno perderne i suoi aspetti più caratterizzanti. Alle spalle del gruppo ci sono quasi 20 anni di ricerche sul territorio fatte soprattutto nell’area pedemontana, dove sono state raccolte numerose documentazioni di strumenti tipici come la cornamusa e il violino e registrazioni di musiche e canti.
Il nome Carantan proviene da una moneta in rame usata in origine in Carinzia. In Italia, alla fine dell’Ottocento, prende questo nome la moneta divisionale di 5 centesimi di Lira e in seguito in lingua friulana il termine equivarrà a “modesto”, “di poco valore”. Anche la cultura popolare, nonostante il paziente lavoro svolto da molti illustri studiosi del costume, spesso è stata considerata modesta e di poco valore. I Carantan lavorano per il recupero della tradizione musicale friulana, per salvare un patrimonio che sta scomparendo assieme ai suoi ultimi testimoni e soprattutto per cercare di adattare questa affascinante cultura alle esigenze moderne rendendola attuale.
La Sedon Salvadie
Fondato nel1982 questo gruppo è stato il primo a suonare con spirito nuovo le musiche tradizionali del Friuli, espressione delle diverse etnie che qui convivono da secoli.
Una delle più rappresentative e longeve band del folk italiano.
Nel corso della loro lunga carriera questi musicisti hanno fatto tenuto concerti e show radio e televisivi sia in Europa che in America, collaborando con alcuni tra i più significativi artisti a livello mondiale, come The Chieftains, Fabrizio De André, Angelo Branduardi, Massimo Bubola, Carlos Nunez, Ed Schnabl, Vincenzo Zitello, Janos Hasur, Paul Bradley e molti altri …
In un concerto ascolterete alcuni antichi strumenti come cornamuse e violini danzare insieme a percussioni, fisarmoniche diatoniche, chitarre e bassi elettrici: un suono d’insieme di grande impatto, aperto alle contaminazioni contemporanee.
manifestazione, inserendo con lo stesso criterio anche eventuali stand. Elemento fondamentale e caratterizzante del castello Superiore di Ragogna è il mastio,conosciuto anche come torre, utilizzato dai Conti di Porcia fino alla seconda metà del XVIII e poi lasciato lentamente cadere in rovina. Alla fine nel 1976 il terremoto lo distrusse quasi completamente.
Oggi il mastio si presenta completamente ricostruito, anche se profondamente modificato per quanto riguarda la disposizione interna dei locali. Un secondo lotto dei lavori di restauro è da poco terminato,con l’affascinante ricostruzione della parti in legno nella zone del mastio, che danno all’antico maniero un’aura di straordinaria unicità.
Le forze in campo
Alla realizzazione dell’evento contribuiranno varie realtà: l’Associazione Culturale Folkgiornale, il Comune di Ragogna, l’Associazione Borgate di San Pietro, la Pro Loco di Ragogna, la Edit Eventi di Spilimbergo checurerà Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni, inserendo le serate tra gli appuntamenti di maggior spicco di una manifestazione significativa come Folkest.
18 e 19 gennaio: al Teatro Miotto di Spilimbergo le selezioni per “Suonare@Folkest – Premio Alberto Cesa 2013”
“Suonare@Folkest – Premio Alberto Cesa 2013”
Venerdì 18 e sabato 19 gennaio, presso il Teatro Miotto di Spilimbergo (PN) alle ore 21.15,
avranno luogo le selezioni territoriali riservate agli artisti partecipanti al concorso “Suonare@Folkest – Premio Alberto Cesa 2013”. Alla prima delle due sessioni, denominata “Spilimbergo 1” (venerdì 18), parteciperanno Luna e Un Quarto, Figli di un Puff e Progetto Corde. Nella seconda, “Spilimbergo 2” (sabato 19), saliranno sul palco I Salici, Il Giardino dei Gatti Bianchi e Tryo Yerba. I migliori due gruppi di ogni serata, secondo il giudizio espresso da una autorevole giuria appositamente convocata (sulla cui composizione seguirà un ulteriore comunicato), acquisiranno il diritto a esibirsi durante Folkest 2013 in luogo e data da definire. insieme con i gruppi vincitori delle altre selezioni territoriali a carattere nazionale: si è già svolta quella di Arezzo (6 dicembre 2012) che ha visto l’affermazione di Serio E Faceto e Macchia Libbr; si terranno invece nei mesi di febbraio e marzo quelle di Verona 1 (con la partecipazione di Abacà, Daniele Arzuffi, Gabriele Bombardini), Verona 2 (Dualis, Maria Devigili, Quenia), Loano (Folhas, Raffaele Antoniotti, The Mandolin Brothers), Coreno Ausonio (Ninfe della Tammorra, Orchestra Minima Mysticanza, Onda Nueve String Quartet).
Canzone popolare, ma quanti l’ascoltano?
Il termine “canzone popolare,” copre una vasta gamma di stili musicali, ma è più comunemente usato per riferirsi ad un brano narrativo che utilizza melodie tradizionali per parlare su un argomento particolare. Spesso, le canzoni popolari affrontano le questioni politiche attuali e sociali come il lavoro, la guerra, e l’opinione pubblica.
Canzoni popolari note da molto tempo sono tramandate all’interno di una comunità, e si evolvono nel tempo per affrontare le questioni del momento. “We Shall Overcome” è una di queste. Altre canzoni popolari senza tempo hanno origini precise, come “Questa terra è la tua terra” di Woody Guthrie, o “If I Had A Hammer” di Pete Seeger. Queste canzoni sono spesso così struggenti, oneste, e senza tempo, che si radicano nella cultura, e sono conosciute da quasi tutte le ultime generazioni. I Canti popolari appartengono in genere ad una comunità di persone per i problemi che loro ritengono importanti. Le Canzoni popolari moderne narrano argomenti di amore
e di relazioni con il razzismo, il terrorismo, la guerra, il voto, l’educazione, e la religione, tra le altre cose. Come i tempi sono cambiati, di riflesso la musica popolare è cambiata per riflettere i tempi. Molte canzoni di protesta sono ancora cantate oggi, anche se con nuovi versi che sono stati aggiunti in modo da rivivere il contesto in cui sono risorte le canzoni.
Nel 1960, la musica folk mescolata con la musica tradizionale, come i baby boomer sono maturate tutte in una volta. La musica del folk revival è musica pop narrativa con una coscienza sociale. Da allora, le forme musicali guidati dalla comunità ( punk, hip-hop) si sono evolute. Ora, nel 21 ° secolo, la musica popolare è fortemente influenzata da tutti questi movimenti musicali.
La “musica popolare” è più spesso usata per descrivere uno stile di musica che si è evoluta rapidamente nel corso del secolo scorso. Se sentite descrivere dalla critica e dai fans, un artista, come “folk“, in generale, non vuol dire che stanno prendendo in prestito una melodia da una fonte tradizionale. Al contrario, tale termine viene dato alle canzoni che si suonano con strumenti non tipicamente visti in una band rock o pop.
Dal momento che la musica folk è più adeguatamente definita dalle persone che la compongono, è importante non ignorare che le qualificazioni come “folksinger” o “folk” sono venute a significare qualcosa di diverso da quello che hanno fatto 50 anni fa. Artisti popolari oggi sono sperimentali e si dilettano in diversi generi, integrando varie influenze musicali nelle loro canzoni narrative.
Anche le fiabe popolari sono narrazioni tramandate nel tempo e toccano le stesse tematiche delle ballate, naturalmente in maniera meno violenta, come può essere una canzone che si riferisce alle guerre, all’olocausto, alla schiavitù, al sesso, alla morte.
Le danze popolari hanno un ruolo fantastico, soprattutto per le persone che vivono in province e località molto lontane, nel senso che, la danza servirà come specchio che racconta la natura delle persone che vivono in quel luogo particolare. Attraverso la danza si rappresentano l’occupazione, la religione, la cultura,le tradizioni, i costumi, la fede e lo stile di vita. Per il modo di danzare, i popoli sono riconosciuti ovunque.
Ogni gruppo di persone, non importa quanto piccolo o grande, ha gestito la sua cultura popolare a suo modo. A seconda come avviene la trasmissione da persona a persona e di essere soggetta alla capacità, o la mancanza di abilità di coloro che la danno e le molte influenze, fisiche e sociali, che consciamente o inconsciamente influenzano una tradizione, ciò che può essere osservato è una storia di cambiamento continuo. Un elemento di cultura popolare in alcuni casi mostra una relativa stabilità e subisce a volte drastiche trasformazioni. Ma si deve tenere conto che la gente che ascolta o partecipa alla sua cultura orale, dispone di norme completamente diverse da quelle dei loro interpreti.
Di tanto in tanto un talentuoso cantante o narratore, o forse un gruppo di loro, possono sviluppare le tecniche che si traducono in un miglioramento nel corso del tempo da ogni punto di vista e per lo sviluppo effettivo di una nuova espressione culturale. D’altra parte, molti articoli di letteratura popolare, a causa di movimenti storici o opprimenti influenze straniere o la mancanza solo dei cultori della tradizione, diventano sempre meno importanti, e, occasionalmente, si estinguono dal repertorio orale.
Ma le canzoni e le narrazioni popolari, oggi, da quante persone vengono ascoltate? Spesso vengono recepite come noiose cantilene, a volte perché dilaga una totale indifferenza e a volte per il rifiuto di conoscere i problemi di chi un lavoro non ce l’ha per esempio, o alla difficoltà di inserimento in un contesto sociale formato sempre più da etnie diverse, europee, asiatiche, africane e americane.
Di particolare importanza è il rapporto di ogni espressione culturale popolare con la mitologia. Le storie di Maui e suoi confratelli nel Pacifico, degli dei e degli eroi di africani o gruppi americani indiani hanno alle spalle una storia lunga e complicata, forse. Tutti appartengono ad un passato indefinitamente lungo, con influenze di culti e pratiche religiose, come la glorificazione degli eroi. Ma quali che siano le motivazioni storiche, psicologiche, o religiose, le mitologie sono una parte di letteratura popolare e, anche se tradizionale, sono state oggetto di continue modifiche per mano del racconto di storie, di cantanti o conduttori sacerdotali dei culti. Alla fine cantanti o cantastorie di tendenze filosofiche hanno sistemato le loro mitologie e hanno creato con l’immaginazione, molto bene, le figure di Zeus e della sua famiglia olimpica e la discendenza di eroici semi-divini . Anche se i dettagli di questi cambiamenti vanno oltre lo scopo di questo articolo, le storie degli dei e degli eroi e delle origini soprannaturali e cambiamenti sulla terra hanno svolto un ruolo importante in tutta la letteratura popolare.
La canzone folk è quasi universale, ed è probabile che dove non ci sono memorie o cantanti interpreti, le informazioni sono semplicemente mancanti. Canzone popolare implica l’uso della musica, e la tradizione musicale varia notevolmente da una zona all’altra. In alcuni luoghi le parole delle canzoni sono di poca importanza e sembrano essere utilizzate principalmente come supporto per la musica. Spesso ci sono monosillabi senza senso e ripetizioni delle parole per accompagnare la voce o lo strumento musicale . In gran parte del mondo, i tamburelli, il battere il tempo con le mani o i piedi, o un’arpa danno un forte effetto ritmico “folksinging”. In altre parti del mondo, strumenti a fiato o o ad arco di un tipo o di un altro influiscono sulla natura del testi di canzoni popolari. In molti luoghi canzoni folk sono di grande importanza, che serve ad aumentare l’entusiasmo per la guerra o l’amore o parte del rituale religioso. Attraverso di loro il gruppo esprime le sue emozioni comuni o alleggerisce il carico di lavoro comune. In alcuni gruppi, le canzoni popolari sono utilizzate per effetti magici, per sconfiggere i nemici, per attirare gli appassionati, per invocare il favore dei poteri soprannaturali. A volte l’effetto magico di queste canzoni è così molto apprezzato che la proprietà effettiva delle canzoni viene mantenuta e il loro uso accuratamente custodito. Anche quando le canzoni popolari non sono utilizzate per tali scopi pratici, ma solo per il piacere di cantare od ascoltare, la maggior parte del mondo le utilizza per l’espressione di idee o le emozioni detenute in comune dal gruppo. Canti popolari, essenzialmente espressioni di idee condivise o sentimenti, sono spesso banali, ma a volte possono essere profondamente commoventi.
D’altra parte, nelle grandi civiltà occidentali e asiatiche, il canto narrativo è importante da molto tempo ed è stato coltivato dai cantanti più abili. Nel corso del tempo queste canzoni di guerra, di avventura, di vita domestica o hanno formato cicli locali, come la Byline della Russia o le canzoni eroiche di molti Stati balcanici e la Finlandia o la tradizionale ballata dell’ Europa occidentale e altrove. Ognuno di questi cicli ha le proprie caratteristiche, con le sue forme distintive, metriche e le sue formule sia di eventi e d’espressione.
I PRINCIPALI INTERPRETI DI CANZONI FOLK
1. Woody Guthrie 2. The Weavers 3. Bob Dylan 4. Odetta 5. Peter, Paul and Mary 6. Pete Seeger
7. Joni Mitchell 8. Kingston Trio 9. Joan Baez 10. Leadbelly 11. Phil Ochs 12. Judy Collins
13. Crosby, Stills & Nash 14. The Byrds 15. Fairport Convention 16. Doc Watson 17. Neil Young
18. Leonard Cohen 19. Simon & Garfunkel 20. Frankie Armstrong 21. Donovan 22. Gordon Lightfoot
23. Steve Goodman 24. Ramblin’ Jack Elliott 25. John Fahey 26. Arlo Guthrie 27. Tom Rush
28. Sweet Honey In The Rock 29. The Limeliters 30. Buffy-Saint Marie 31. Loudon Wainwright III
32. Elizabeth Cotten 33. The New Lost City Ramblers 34. Tom Paxton 35. Steeleye Span
36. Utah Phillips 37. Josh White 38. The Chad Mitchell Trio 39. John “Spider John” Koerner
40. Kate & Ann McGarrigle 41. Hazel Dickens 42. Ralph McTell 43. The Highwaymen 44. A.L. Lloyd
45. Townes Van Zandt 46. James Taylor 47. Harry Chapin 48. Oscar Brand 49. Ian & Sylvie
50. John Prine 51. The New Christy Minstrels 52. Harry Belafonte 53. Cisco Houston 54. Bob Gibson
55. Mike Seeger 56. Almanac Singers 57. Loreena McKennit 58. June Tabor 59. Jesse Fuller
60. Joan Armatrading 61. Dock Boggs 62. Dave Van Ronk 63. Suzanne Vega 64. Buell Kazee 65. Fred Neil
66. Eva Cassidy 67. The Clancy Brothers 68. Sandy Denny 69. The Dubliners 70. Iris Dement
71. The Rooftop Singers 72. Gillian Welch 73. Maddie Prior 74. The Roches 75. Alice Gerrar 76. Folksmen
77. Anita Carter 78. Jerry Jeff Walker 79. Christine Lavin 80. Richard Thompson 81. AnneHills
82. Eric Andersen 83. The Chieftains 84. Ani Difranco 85. Pentangle 86. Tracy Chapman
87. Shel Silverstei 88. John Renbourg 89. Judy Henske 90. David Bromberg 91. The Mama’s & The Papa’s
92. Tim Buckley 93. The Brothers Four 94. Emmylou Harris 95. Si Kahn 96. Burl Ives 97. Cat Stevens
98. Nanci Griffith 99. Christy Moore 100. John Kirkpatrick
The Serendipity Singers The Seekers Melanie Spanky and Our Gang Michelle Shocked Nick Drake Bill Morrisey Sandpipers Village Stompers Smothers Brothers The Incredible String Band Victoria Williams Roger McGuinn Shawn Colvin Janis Ian Leo Kottke Rod McKuen Hamilton Camp Taj Mahal Gram Parsons Peggy Seeger Trini Lopez Glenn Yarbourough Bradley Kinkaid Phoebe Snow Buffalo Springfield |
Flaco Jiminez Devendra Banhart Roy Harper The Beau Brummels The Holy Modal Rounders Atwater-Donnelly The Chenille Sisters The Tarriers The Brandywine Singers Ricki Lee Jones Robin & Linda Williams Katty Moffatt Terry Callier Mike Cross Carolyn Hester Richard & Mimi Farina The Everly Brothers The Band The Lovin’ Spoonful Ellis Paul Artie Traum Luka Bloom Bert Jansch Happy Traum The Jolly Rogers Bad Haggis |
Che cos’è la ghironda? Viaggio in mezzo ai musicanti
Alberto Cesa racconta (articolo sulla Stampa, 1999-Fogli Volanti) che una donna di Ferrere, in Valle Stura, raccontò a Nuto Revelli per Il mondo dei vinti che suo nonno per guadagnare qualche soldo, andava a piedi fino in Francia, e l’attraversava tutta, dalla Provenza alla Bretagna, con la lanterna magica e la ghironda in spalla. Chissà quante cose avranno visto lungo il loro faticoso girovagare quei suonatori ambulanti che portavano in giro per ogni angolo d’Europa, sulle orme degli antichi menestrelli, quella che giustamente fu chiamata la regina di tutti gli strumenti!
Chissà quanto avremmo capito meglio certi passaggi della storia se quegli uomini avessero affidato la memoria delle loro avventure, dei loro incontri, delle loro riflessioni, anche alla scrittura, anziché soltanto a quello che rimane pur sempre il confine invalicabile tra la cultura popolare e la cosiddetta cultura dominante: l’oralità. Peccato!
Un suonatore di ghironda, nelle piazze del Cinquecento raccoglieva più pubblico di un predicatore, alla faccia della decadenza che quella sua strana scatola sonora aveva dovuto condividere con i signori di mezza Europa dopo i fasti medioevali delle corti trobadoriche.
Ma che cos’è la ghironda?
La ghironda è il primo strumento a corde sfregate della storia della musica. I primi esemplari risalgono all’anno 1000 d.c. E’ uno strumento tipicamente belga-francese e viene adoperato anche in Italia in quasi tutto l’arco alpino. La ghironda nei secoli è sempre stata costruita in due forme particolari, ma a forma di piccola chitarra, una a forma di liuto. La caratteristica di questo strumento deriva dallo sfregamento delle corde che vengono sfregate da una ruota azionata da una manovella. Il cavigliere è rifinito con un mascherino medievale.
Non c’è l’esatta certezza di una sicura documentazione sulle origini della famiglia delle
ghironde, ma si può procedere per ipotesi abbastanza attendibili basate sull’iconografia e su
tutto quello che è arrivato fino a noi da quei lontani periodi.
Fin dal primo medioevo esistevano strumenti muniti di una ruota impeciata azionata da una
manovella per sfregare le corde creando in modo meccanico quella continuità di suono così
simile alla voce umana tipica degli strumenti ad arco.
L’ipotesi più plausibile si basa sulla derivazione dal monocordo di Pitagora (fisico e
matematico nato a Samo nel 560 a.C. e morto a Metaponto nel 480 a.C.) di vari strumenti
musicali che utilizzavano delle tastature al posto dei ponticelli mobili.

Lo strumento moderno è diffuso in due formati principali pur continuando ad avere svariate forme e fogge. Esaminando questi è comunque possibile risalire alla tecnica costruttiva degli altri esemplari in quanto la struttura e gli elementi che compongono la ghironda sono gli stessi pur con il variare delle forme. In sostanza cambia il contenitore ma non il contenuto.
Questa ghironda è costruita dal liutaio Sergio Verna nella Quinta Rua di Ricetto di Candelo in provincia di Biella. Nel suo laboratorio piccolo ma ricco di storia ho potuto osservare alcune fasi della costruzione di questo affascinante strumento, usato da un’ensemble polistrumentale e multigenerazionale che prende il nome da una delle vie più antiche del Ricetto Medioevale di Candelo dove hanno sede i laboratori artigianali di alcuni membri del gruppo oltre che la sede ufficiale nonché sala prove utilizzata dai suonatori.
Verso la fine degli anni settanta del secolo scorso, alcune persone certamente un po’ fuori di testa o perlomeno fuori dal coro iniziò ad occuparsi di musica tradizionale andando a cercare strumenti dimenticati o fino allora sconosciuti quali ghironde, pive, violini, percussioni di ogni tipo, ed iniziò ad animare feste da ballo ed improvvisate feste in sagre paesane. Tra questi figuri, Frenz Vogel (maestro vetraio), Guido Antoniotti (costruttore strumenti di ogni genere), Sandro Fusetto in combutta con un foresto vercellese (nessuno è perfetto) Luciano Conforti non hanno perso nel nuovo secolo il vizio e anzi lo hanno trasmesso ad altri fuori dal coro che non sapendo dove sarebbero andati a finire sono rimasti coinvolti a tal punto da imbracciare a loro volta ghironde, pive, percussioni e strumenti vari.
E così agli inizi di questo nuovo secolo, che non sembra partito troppo bene, questa banda fuori dal coro ha pensato di riunirsi sotto il nome di QUINTA RUA, composta da ALBERTO CERIA, DONATELLO SIZZANO, FRENZ VOGEL, GABRIELE GUNELLA, GUIDO ANTONIOTTI, LUCIANO CONFORTI, MARCO CERIA, MARCO PETTITI, MASSIMO LOSITO, SANDRO FUSETTO.
QUINTA RUA DI RICETTO DI CANDELO TRA I MUSICANTI DI GHIRONDA E IL LIUTAIO SERGIO
MOSES ASCH ovvero FOLKWAYS RECORDS
Ho letto alcuni libri e molti articoli riguardanti Woody Guthrie, nel centenario dalla sua nascita. Io stessa me ne sono occupata in questo sito e con altri articoli; in moltissimi paesi nel mondo si sono svolti concerti, seminari, festival, dedicati all’immensa opera del più grande ed illustre folk-singer. Woody ha dedicato tutta la sua vita, scrivendo canzoni, poesie, testimonianze e lo ha fatto continuamente, giorno e notte!
Moses Asch, fondatore della etichetta discografica non profit FOLKWAYS RECORDS della Fondazione Smithsonian, una istituzione che ha salvaguardato ogni forma di cultura che hanno reso grande la terra: la musica, la poesia e ogni sonorità del mondo. Quasi tutti i dischi di Woody Guthrie sono stati pubblicati da questa etichetta nella persona di Moses Asch che n’è il fondatore. La Smithsonian ha messo a disposizione tutte le opere raccolte, pertanto chi volesse visionare ed ascoltare questi dischi, un patrimonio immenso, lo può fare.
Ci sono inoltre molti documenti che raccontano molte storie diverse. Vi ho già raccontato che Guthrie era un comunista e un antifascista, un poeta e un musicista, uno scrittore e un pittore. Si sa anche che era un ubriacone e un amante appassionato. Oggi abbiamo a disposizione migliaia di scritti, testi dattiloscritti dallo stesso Woody, spartiti, dischi, copertine, fotografie, alcuni libri e li possiamo toccare con mano.
Per il centenario la Folkways ha pubblicato un box contenente tre CD con il libro. L’opera è immensa, i commenti ai dischi occupano quaranta pagine del libro. Ci sono 57 registrazioni tra le quali la versione integrale di This Land Is Your Land, cantata anche da Pete Seeger e Bruce Springsteen davanti al Presidente degli USA, Obama. Il terzo CD contiene le canzoni All Work Together e My Little Seed, precedentemente le troviamo su dischi a 78 giri.
Fortunatamente il Signor Moses ha registrato i programmi radiofonici e le incisioni alla Radio Station di Los Angeles dove Guthrie tra il 1937 e il 1939 ha partecipato. Molto interessante e da batticuore è la registrazione di alcune canzoni come Weaver’s Life nello spettacolo di beneficienza con Pete Seeger, Cisco Huston, Lee Hays subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e la canzone Goodnight Cathy, cantata da Woody insieme alla moglie Marjorie nel 1946.
E’ proprio Marjorie a raccontare di quanto grande spessore artistico fosse suo marito, nonostante la grave malattia che lo aveva colpito, relegandolo ad un letto d’ospedale inerme…” Woody era perfettamente cosciente di quello che gli succedeva intorno, poteva pensare e capire, c’era sempre la sua mente rivoluzionaria dentro il suo corpo immobile. Quando Pete Seeger andò a fargli visita nel 1967 con Sonny Terry e Brownie McGhee, gli cantarano una canzone e Woody pur non potendo muoversi cercava di battere il tempo con le mani“.
Woody at 100: The Woody Guthrie Centennial Collection
Woody Guthrie SFW4020
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LE PAYS NATAL – RICKY MANTOAN A TORINO IL 28 SETTEMBRE 2012
Ricky Mantoan è un prestigioso chitarrista e compositore. Ha iniziato a suonare a sette anni.
Chitarrista mancino ha elaborato, nella sua lunga carriera, uno stile molto personale, che è una particolare e originale sintesi tra il folk americano e quello europeo di matrice celtica.
Apprezzato a livello internazionale dalla critica specializzata, è considerato un virtuoso della chitarra elettrica e in special modo della pedal steel guitar.
Stimato da musicisti di spicco dell’area californiana, prende parte ai tours italiani di Skip Battin, Greg Harris, Sneaky Pete Kleinow, Roger McGuinn, John York, Gene Parsone.
Ha all’attivo numerosi lavori discografici, sia come solista che con artisti americani e italiani.
Il lavoro di Ricky Mantoan, Le Pays Natal (Edit 1996) è la realizzazione di un progetto che da diversi anni stava a cuore al musicista: invogliare gli ascoltatori, in particolare quelli più giovani, a ricercare le proprie origini, attraverso il linguaggio immediato della musica, al di fuori di etichette e vecchi clichés.
In ogni brano il musicista ha tratteggiato situazioni, emozioni e sentimenti vissuti da uomini che, in vari modi, hanno lasciato nella storia l’impronta dell’indomita gente valdostana: la storico Federico Chabod, contestato per aver voluto un’autonomia troppo “italiana”; Emile Chanoux, assassinato dai fascisti; Lino Binel, che finì in un lager per le sue idee; Albert Deffeyes, che associò al suo impegno culturale un tenero affetto per la regima Maria Josè; Joseph Marie Bréan, biografo di Chanoux; e poi il figlio stesso di Chanoux (Emile anche lui), morto suicida alcuni anni fa; Joseph Marie Trèves, che esortava tutti ad essere fieri della propria identità; infine i Salassi, gli antichi progenitori, sconfitti ma mai domati, deportati in terre lontane a consumarsi nella fatica e nei ricordi come i moderni emigranti, a cui è dedicato il brano che dà il titolo all’album.
Uomini che hanno vissuto e sofferto nello scenario unico dei nostri monti, e ci spronano a ritrovare, attraverso il loro ricordo, le nostre radici…le pays natal.
Venerdì 28 Settembre
dalle 21.00 Al Giardino Askatasuna, lato via Balbo di Torino
Ricky Mantoan ripropone alcune canzoni di questo importante lavoro nella serata in ricordo di Alberto Cesa organizzata dall’ ass.culturale Cantovivo e Egin.
Sul palco ad accompagnarlo ci sarà la sua compagna Gloria, le chitarre e l’arpa celtica.
… Da sempre cultore della musica e della cultura celtica, Ricky si dedica da anni allo studio dell’ Arpa ed attraverso questo affascinante strumento fa oggi rivivere atmosfere medievali e rinascimentali che rievocano un mondo fatto d’incantesimi e leggende. Nella sua musica sogno e realtà si fondono lasciando sensazioni di delicata armonia interiore …
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Programma
PRESENTAZIONE DEI LIBRI DI ALBERTO a cura di Roberto Sacchi (folk bulletin-folkest) – “Con la ghironda in spalla” e “Il Canzoniere del Piemonte” oltre a proiezioni video, sempre dedicate ad Alberto.
A SEGUIRE LIVE ACUSTICO: Yo Yo Mundi (folk rock italiano), Egin (patchanka), Ricky Mantoan (del Branco Selvaggio) arpa, chitarra e voce con Gloria Berloso (voce e percussioni) e i Babemalà (folk popolare)