Posts tagged ‘comunicati stampa’

novembre 16, 2012

OMAGGIO A JOHN CAGE Anniversario di un’idea di libertà

Venerdì 23 novembre – ore 21

Torino, CineTeatro Baretti, via Baretti 4

Per Schoenberg, l’armonia non era solo coloristica: era strutturale. E ‘stato utilizzato il mezzo per distinguere una parte di una composizione da un altro. Secondo lui, Cage non sarebbe  mai stato in grado di scrivere musica. Disse all’alievo:  “Verrai a un muro e non sarai  in grado di passare.” “Allora passerò la mia vita battendo la testa contro il muro”, rispose Cage!

In seguito è diventato assistente di Oskar Fischinger, il regista, per prepararsi a scrivere la musica per uno dei suoi film. Al regista  capitò di dire un giorno, “Ogni cosa nel mondo ha il proprio spirito, che può essere rilasciato impostandolo in vibrazione. Così Cage ha  iniziato a colpire, strofinare tutto, ascoltare, e quindi scrivere musica in  percussioni, e suonare con gli amici. Queste composizioni erano costituite da brevi motivi espresse come suono o come silenzio della stessa lunghezza, motivi che sono stati disposti sul perimetro di un cerchio su cui si potrebbe procedere in avanti o indietro. Ha scritto senza specificare gli strumenti, utilizzando le prove per provare strumenti trovati o affittati. Non ha preso  in affitto molti perché aveva pochi soldi. Era sposato con Xenia Andreevna Kashevaroff che stava studiando legatoria con Dreis Hazel. Dal momento che hanno vissuto in una grande casa la sua musica percussioni era suonata la sera dai legatori. Ha invitato Schoenberg ad uno dei nostri spettacoli, ma Schoenberg ha sempre declinato l’invito.

Ha Ottenuto un posto di lavoro alla Cornish School di Seattle. E ‘stato lì che ha scoperto quello che ha chiamato micro-macrocosmica struttura ritmica. Le grandi parti di una composizione aveva la stessa proporzione delle frasi di una singola unità.Così un intero pezzo aveva quel numero di misure che ha una radice quadrata. Questa struttura ritmica potrebbe essere espressa con qualsiasi suono, compresi i rumori, o potrebbe essere espressa non come il suono e il silenzio, ma come immobilità e movimento nella danza. E ‘stata la sua risposta all’armonia strutturale di Schoenberg.

In occasione di un duplice anniversario, centenario della nascita e ventennale della scomparsa, il Festival EstOvest rende omaggio a John Cage (5 settembre 1912 – 12 agosto 1992), l’artista che più di qualsiasi altra figura del ‘900 ha fatto della libertà artistica una vera missione personale.

Con questo appuntamento lo Xenia Ensemble intende celebrare il valore della libertà dell’arte e della musica in particolare. Il programma, infatti, sostituisce un progetto musicale che avrebbe dovuto essere dedicato alle tradizioni del Mugam azero confrontate con le realtà musicali popolari del sud Italia. Il progetto è stato ostacolato e reso impossibile dall’Ambasciata dell’Azerbaijan che, a causa della presenza di artisti armeni nella rassegna, ha vietato ai propri connazionali di partecipare al concerto.

Alle musiche di John Cage si affianca la proiezione di estratti dal film documentario “John Cage e i bambini” di L. Martinengo e da “19 questions” di Frank Scheffer.

John Cage e i bambini (1984)

Servizio sul “Musicircus” organizzato da John Cage a Torino il 19 maggio 1984 in un Palazzetto dello Sport con un migliaio di alunni delle scuole elementari nell’ambito delle giornate a lui dedicate dal 5 al 20 maggio tra Torino e Ivrea. Il documentario, dal forte valore storico, riprende il compositore al lavoro con i bambini, durante le discussioni con le insegnanti e in giro per la città.

19 Questions, di Frank Scheffer e Andrew Culver (1995)

Nel 1987 Andrew Culver, stretto collaboratore di Cage per 11 anni, e Scheffer, pluripremiato autore di film su Stockhausen, Carter, Mahler, Berio e Andriessen tra gli altri, lo sottoposero a un’intervista cui Cage accettò di rispondere seguendo scrupolosamente le procedure casuali che rappresentano il cardine della sua filosofia musicale.

Cage risponde a 19 domande su una molteplicità di argomenti (matematica, Einstein, zen, morte, politica), la cui durata delle risposte è determinata da un programma informatico “aleatorio”. Una sorta di intervista random in cui la variabilità delle domande e la durata data per rispondere determinano il contenuto delle stesse risposte. Il tutto non fa mancare a Cage quella forte vena ironica che alla fine determina il vero andamento dell’intervista.

 

PROGRAMMA

Sonata for Two Melodies, per violino e violoncello

Cheap Imitations, per violino

Eight Whiskus, per viola

String Quartet in 4 Parts

Introduce Luciana Galliano, musicologa

Xenia Ensemble:

Adrian Pinzaru, violino

Eilis Cranitch, violino

Maurizio Redegoso-Kharitian, viola

Claudio Pasceri, violoncello

Ingresso libero

INFO E PRENOTAZIONI

http://www.xeniaensemble.it

Tel: +39 011 8124881

Mail: info@xeniaensemble.it

novembre 10, 2012

”Avemmaria”

“Avemmaria”  è una sinfonia della mente cantata con il cuore. È il tema principale del nuovo disco di questo eccezionale Duo Artistico: Emma e Sergio. Prodotto e distribuito dalla M.A.P. Edizioni Musicali di Milano (www.map.it).

Il testo scritto da Emma e la musica composta da Sergio s’ispirano ad una sonata di musiche ottocentesche e si amalgamano appassionatamente con dolcezza e malinconia. Diventa quasi una liberazione ed evasione dalle pene e dalle preoccupazioni, sublimazione e trasfigurazione della personalità umana. La melodia si effonde, poco a poco fino a liberarsi completamente in un assolo poetico struggente.

Emma Atonna, affascinante interprete della Canzone Napoletana, nonché autrice, ricercatrice della storia delle sue origini e docente presso la fondazione Humaniter di Milano, rivela una netta personalità ed una coinvolgente presenza scenica. La sua voce diffonde un suono celestiale che insieme alle sue doti di comunicazione diretta con il pubblico, la grande passione per la musica e le tradizioni popolari partenopee, hanno portato ad essere una delle migliori interpreti di questo bellissimo scenario napoletano.  

                                                  L’incontro artistico con il maestro Sergio Parisini ha dato una eccellente spinta alla sua carriera, un pianoforte e una voce che regalano alla musica napoletana un palcoscenico teatrale di emozione partenopea.

Sergio Parisini, compositore e collaboratore di Roberto Vecchioni, Mina, Fred Buongusto, ha partecipato a due Festival di Sanremo come direttore d’orchestra. La sua sensibilità nel ruolo di arrangiatore, unite alla valenza di pianista, danno un quadro completo di un musicista, ma soprattutto di un artista, che ha dedicato tutto se stesso a questo mestiere. Le sue ispirazioni sono la musica classica e il jazz, e la grande curiosità musicale lo porta a spaziare in ogni tipo di stili, favorendolo così nell’approccio e nell’esecuzione delle composizioni più disparate. Importanti sono anche le esperienze teatrali che lo hanno portato a frequentare personalità quali Garinei e Giovannini, Alberto Lupo, Gigi Proietti, ecc. Il suo eclettismo lo ha portato anche a comporre musiche per formazioni sinfoniche di orchestre a fiati come “L’Ultimo Burattino”, un poema sinfonico ispirato al “Pinocchio” di Collodi, la suite sinfonica “Giulio Cesare” e un concerto per Oboe e Orchestra. Insieme ad Emma ha dato vita ad una piéce teatrale “Chischiotte & Dulcinea”, rilettura in chiave astratta tratta dal romanzo di Cervantes, una “Avemmaria” in vernacolo napoletano e una piccola storia musicale sulla vita di Gesù “‘O Figlio ‘E Dio”.

AVEMMARIA

VOCE : EMMA BOSSO ANTONNA

MUSICA : SERGIO PARISINI

info@map.it

disco.map@tiscali.it

Produzione esecutiva Massimo Monti

Promozione Artistica Gerardo Tarallo e Gloria Berloso

 

 

ottobre 23, 2012

Canzone popolare, ma quanti l’ascoltano?

Il termine “canzone popolare,” copre una vasta gamma di stili musicali, ma è più comunemente usato per riferirsi ad un brano narrativo che utilizza melodie tradizionali per parlare su un argomento particolare. Spesso, le canzoni popolari affrontano  le questioni politiche attuali e sociali come il lavoro, la guerra, e l’opinione pubblica.

                                 

Canzoni popolari note da molto  tempo sono tramandate all’interno di una comunità, e si evolvono nel tempo per affrontare le questioni del momento.  “We Shall Overcome” è una di queste. Altre canzoni popolari senza tempo hanno origini precise, come  “Questa terra è la tua terra” di Woody Guthrie, o   “If  I Had A Hammer” di Pete Seeger. Queste canzoni sono spesso così struggenti, oneste, e senza tempo, che si radicano nella cultura, e sono conosciute da quasi tutte le ultime generazioni.  I Canti popolari appartengono in genere ad una comunità di persone per i problemi  che loro ritengono importanti. Le Canzoni popolari moderne narrano argomenti di amore

e di relazioni con il razzismo, il terrorismo, la guerra, il voto, l’educazione, e la religione, tra le altre cose. Come i tempi sono cambiati, di riflesso la musica popolare è cambiata per riflettere i tempi. Molte  canzoni di protesta sono ancora cantate oggi, anche se con nuovi versi che sono stati aggiunti in modo da rivivere il contesto in cui sono risorte le canzoni.

Nel 1960, la musica folk mescolata con la musica tradizionale, come i baby boomer sono maturate tutte in una volta. La musica del folk revival è musica pop narrativa con una coscienza sociale. Da allora, le forme musicali guidati dalla comunità ( punk, hip-hop)  si sono evolute. Ora, nel 21 ° secolo, la musica popolare è fortemente influenzata da tutti questi movimenti musicali.

La “musica popolare” è più spesso usata per descrivere uno stile di musica che si è evoluta rapidamente nel corso del secolo scorso. Se sentite descrivere dalla  critica e dai fans,  un artista,   come “folk“,  in generale, non vuol dire che stanno prendendo in prestito una melodia da una fonte tradizionale. Al contrario, tale termine viene dato alle canzoni che si suonano con strumenti non tipicamente visti in una band  rock o pop.

Dal momento che la musica folk è più adeguatamente definita dalle persone che la compongono, è importante non ignorare che le qualificazioni come “folksinger” o “folk” sono venute a significare qualcosa di diverso da quello che hanno fatto 50 anni fa. Artisti popolari oggi sono sperimentali e si dilettano in diversi generi, integrando varie influenze musicali nelle loro canzoni narrative.

Anche le fiabe popolari sono narrazioni tramandate nel tempo e toccano le stesse  tematiche delle ballate, naturalmente in maniera meno violenta, come può essere una canzone che si riferisce alle guerre, all’olocausto, alla schiavitù, al sesso, alla morte.

Le danze popolari hanno un ruolo fantastico, soprattutto per le persone che vivono in province e località molto lontane, nel senso che, la danza servirà come specchio che racconta la natura delle persone che vivono in quel luogo particolare. Attraverso la danza si rappresentano  l’occupazione, la religione, la cultura,le  tradizioni, i costumi,  la fede e lo stile di vita. Per il modo di danzare, i popoli sono riconosciuti ovunque.

Ogni gruppo di persone, non importa quanto piccolo o grande, ha gestito la sua cultura popolare a suo modo. A seconda come avviene la trasmissione da persona a persona e di essere soggetta alla capacità, o la mancanza di abilità di coloro che la danno e le molte influenze, fisiche e sociali, che consciamente o inconsciamente influenzano una tradizione, ciò che può essere osservato è una storia di cambiamento continuo. Un elemento di cultura popolare in alcuni casi mostra una relativa stabilità e subisce a volte drastiche trasformazioni. Ma si deve tenere conto che la gente che ascolta o partecipa alla sua cultura  orale, dispone di norme completamente diverse da quelle dei loro interpreti.

Di tanto in tanto un talentuoso cantante o narratore, o forse un gruppo di loro, possono sviluppare le tecniche che si traducono in un miglioramento nel corso del tempo da ogni punto di vista e per lo sviluppo effettivo di una nuova espressione culturale. D’altra parte, molti articoli di letteratura popolare, a causa di movimenti storici o opprimenti influenze straniere o la mancanza solo dei cultori della tradizione, diventano sempre meno importanti, e, occasionalmente, si estinguono dal repertorio orale.

Ma le canzoni e le narrazioni popolari, oggi, da quante persone vengono ascoltate? Spesso vengono recepite come noiose cantilene, a volte perché dilaga una totale indifferenza e a volte per il rifiuto di conoscere i problemi di chi un lavoro non ce l’ha per esempio, o alla difficoltà  di inserimento in un contesto sociale formato sempre più da etnie diverse, europee, asiatiche, africane e americane.

Di particolare importanza è il rapporto di ogni espressione culturale popolare con la mitologia. Le storie di Maui e suoi confratelli nel Pacifico, degli dei e degli eroi di africani o gruppi americani  indiani hanno alle spalle una storia lunga e complicata, forse.  Tutti appartengono ad un passato indefinitamente lungo, con influenze di culti e pratiche religiose, come la glorificazione degli eroi. Ma quali che siano le motivazioni storiche, psicologiche, o religiose, le mitologie sono una parte di letteratura popolare e, anche se tradizionale, sono state oggetto di continue modifiche per mano del racconto di storie, di cantanti o conduttori sacerdotali dei culti. Alla fine cantanti o cantastorie di tendenze filosofiche hanno sistemato le loro mitologie e hanno creato con l’immaginazione, molto bene,  le figure di Zeus e della sua famiglia olimpica e la  discendenza di eroici semi-divini . Anche se i dettagli di questi cambiamenti vanno oltre lo scopo di questo articolo, le storie degli dei e degli eroi e delle origini soprannaturali e cambiamenti sulla terra hanno svolto un ruolo importante in tutta la letteratura popolare.

La canzone folk è quasi universale, ed è probabile che dove non ci sono memorie o cantanti interpreti, le informazioni sono semplicemente mancanti. Canzone popolare implica l’uso della musica, e la tradizione musicale varia notevolmente da una zona all’altra. In alcuni luoghi le parole delle canzoni sono di poca importanza e sembrano essere utilizzate principalmente come supporto per la musica. Spesso ci sono monosillabi senza senso e  ripetizioni delle parole per accompagnare la voce o lo strumento musicale . In gran parte del mondo, i tamburelli, il battere il tempo con le mani o i piedi, o un’arpa danno  un forte effetto ritmico “folksinging”. In altre parti del mondo, strumenti a fiato o o ad arco di un tipo o di un altro influiscono sulla natura del testi di canzoni popolari. In molti luoghi canzoni folk sono di grande importanza, che serve ad aumentare l’entusiasmo per la guerra o l’amore o parte del rituale religioso. Attraverso di loro il gruppo esprime le sue emozioni comuni o alleggerisce il carico di lavoro comune. In alcuni gruppi, le canzoni popolari sono utilizzate per effetti magici, per sconfiggere i nemici, per attirare gli appassionati, per invocare il favore dei poteri soprannaturali. A volte l’effetto magico di queste canzoni è così molto apprezzato che la proprietà effettiva delle canzoni viene mantenuta e il loro uso accuratamente custodito.  Anche quando le canzoni popolari non sono utilizzate per tali scopi pratici, ma solo per il piacere di cantare od ascoltare, la maggior parte del mondo le utilizza per l’espressione di idee o le emozioni detenute in comune dal gruppo.  Canti popolari, essenzialmente espressioni di idee condivise o sentimenti, sono spesso banali, ma a volte possono essere profondamente commoventi.

D’altra parte, nelle grandi civiltà occidentali e asiatiche, il canto narrativo è importante da molto tempo ed è stato coltivato dai cantanti più abili. Nel corso del tempo queste canzoni di guerra, di avventura, di vita domestica o hanno formato cicli locali, come la Byline della Russia o le canzoni eroiche di molti Stati balcanici e la Finlandia o la tradizionale ballata dell’ Europa occidentale e altrove. Ognuno di questi cicli ha le proprie caratteristiche, con le sue forme distintive, metriche e le sue formule sia di eventi e d’espressione.

I PRINCIPALI INTERPRETI DI CANZONI FOLK

 1. Woody Guthrie 2. The Weavers 3. Bob Dylan 4. Odetta 5. Peter, Paul and Mary 6. Pete Seeger

7. Joni Mitchell 8. Kingston Trio 9. Joan Baez  10. Leadbelly 11. Phil Ochs  12. Judy Collins 

13. Crosby, Stills & Nash 14. The Byrds  15. Fairport Convention 16. Doc Watson  17. Neil Young

18. Leonard Cohen 19. Simon & Garfunkel 20. Frankie Armstrong 21. Donovan 22. Gordon Lightfoot

23. Steve Goodman 24. Ramblin’ Jack Elliott 25. John Fahey 26. Arlo Guthrie 27. Tom Rush 

28. Sweet Honey In The Rock 29. The Limeliters 30. Buffy-Saint Marie 31. Loudon Wainwright III

32. Elizabeth Cotten 33. The New Lost City Ramblers  34. Tom Paxton  35. Steeleye Span

36. Utah Phillips  37. Josh White  38. The Chad Mitchell Trio  39. John “Spider John” Koerner

40. Kate & Ann McGarrigle  41. Hazel Dickens  42. Ralph McTell  43. The Highwaymen 44. A.L. Lloyd

45. Townes Van Zandt 46. James Taylor 47. Harry Chapin 48. Oscar Brand  49. Ian & Sylvie 

50. John Prine 51. The New Christy Minstrels 52. Harry Belafonte 53. Cisco Houston 54. Bob Gibson

55. Mike Seeger 56. Almanac Singers 57. Loreena McKennit 58. June Tabor 59. Jesse Fuller 

60. Joan Armatrading 61. Dock Boggs 62. Dave Van Ronk 63. Suzanne Vega 64. Buell Kazee 65. Fred Neil

66. Eva Cassidy 67. The Clancy Brothers 68. Sandy Denny 69. The Dubliners 70. Iris Dement 

71. The Rooftop Singers 72. Gillian Welch 73. Maddie Prior 74. The Roches 75. Alice Gerrar 76. Folksmen

77. Anita Carter  78. Jerry Jeff Walker 79. Christine Lavin 80. Richard Thompson 81. AnneHills

82. Eric Andersen 83. The Chieftains 84. Ani Difranco 85. Pentangle 86. Tracy Chapman 

87. Shel Silverstei 88. John Renbourg 89. Judy Henske 90. David Bromberg 91. The Mama’s & The Papa’s

92. Tim Buckley 93. The Brothers Four 94. Emmylou Harris 95. Si Kahn 96. Burl Ives 97. Cat Stevens

98. Nanci Griffith  99. Christy Moore  100. John Kirkpatrick

The Serendipity Singers
The Seekers
Melanie
Spanky and Our Gang
Michelle Shocked
Nick Drake
Bill Morrisey
Sandpipers
Village Stompers
Smothers Brothers
The Incredible String Band
Victoria Williams
Roger McGuinn
Shawn Colvin
Janis Ian
Leo Kottke
Rod McKuen
Hamilton Camp
Taj Mahal
Gram Parsons
Peggy Seeger
Trini Lopez
Glenn Yarbourough
Bradley Kinkaid
Phoebe Snow
Buffalo Springfield
Flaco Jiminez
Devendra Banhart
Roy Harper
The Beau Brummels
The Holy Modal Rounders
Atwater-Donnelly
The Chenille Sisters
The Tarriers
The Brandywine Singers
Ricki Lee Jones
Robin & Linda Williams
Katty Moffatt
Terry Callier
Mike Cross
Carolyn Hester
Richard & Mimi Farina
The Everly Brothers
The Band
The Lovin’ Spoonful
Ellis Paul
Artie Traum
Luka Bloom
Bert Jansch
Happy Traum
The Jolly Rogers
Bad Haggis
ottobre 15, 2012

Che cos’è la ghironda? Viaggio in mezzo ai musicanti

Alberto Cesa racconta (articolo sulla Stampa, 1999-Fogli Volanti) che una donna di Ferrere, in Valle Stura, raccontò a Nuto Revelli per Il mondo dei vinti che suo nonno per guadagnare qualche soldo, andava a piedi fino in Francia, e l’attraversava tutta, dalla Provenza alla Bretagna, con la lanterna magica e la ghironda in spalla. Chissà quante cose avranno visto lungo il loro faticoso girovagare quei suonatori ambulanti che portavano in giro per ogni angolo d’Europa, sulle orme degli antichi menestrelli, quella che giustamente fu chiamata la regina di tutti gli strumenti!

Chissà quanto avremmo capito meglio certi passaggi della storia se quegli uomini avessero affidato la memoria delle loro avventure, dei loro incontri, delle loro riflessioni, anche alla scrittura, anziché soltanto a quello che rimane pur sempre il confine invalicabile tra la cultura popolare e la cosiddetta cultura dominante: l’oralità.  Peccato!

Un suonatore di ghironda, nelle piazze del Cinquecento raccoglieva più pubblico di un predicatore, alla faccia della decadenza che quella sua strana scatola sonora aveva dovuto condividere con i signori di mezza Europa dopo i fasti medioevali delle corti trobadoriche.

Ma che cos’è la ghironda?

La ghironda è il primo strumento a corde sfregate della storia della musica. I primi esemplari risalgono all’anno 1000 d.c. E’ uno strumento tipicamente belga-francese e viene adoperato anche in Italia in quasi tutto l’arco alpino. La ghironda nei secoli è sempre stata  costruita in due forme particolari, ma a forma di piccola chitarra, una a forma di liuto. La caratteristica di questo strumento deriva dallo sfregamento delle corde che vengono sfregate da una ruota azionata da una manovella. Il cavigliere è rifinito con un mascherino medievale.

Non c’è l’esatta certezza di una sicura documentazione sulle origini della famiglia delle              
ghironde, ma si può procedere per ipotesi abbastanza attendibili basate sull’iconografia e su
tutto quello che è arrivato fino a noi da quei lontani periodi.
Fin dal primo medioevo esistevano strumenti muniti di una ruota impeciata azionata da una
manovella per sfregare le corde creando in modo meccanico quella continuità di suono così
simile alla voce umana tipica degli strumenti ad arco.
L’ipotesi più plausibile si basa sulla derivazione dal monocordo di Pitagora (fisico e
matematico nato a Samo nel 560 a.C. e morto a Metaponto nel 480 a.C.) di vari strumenti
musicali che utilizzavano delle tastature al posto dei ponticelli mobili.

La ghironda  (o gironda, in francese vielle à roue, in inglese hurdy gurdy),  oggi è possibile ascoltarla  in alcuni festival europei di musica folk, suonata spesso insieme a cornamuse, in particolare in Francia, in Ungheria e in Italia. Il più famoso festival annuale è a Saint-Chartier, nella Francia centrale ma anche il festival Folkest che si svolge a luglio a Spilimbergo (Friuli).
La prima testimonianza conosciuta è l’organistrum, un enorme cordofono utilizzato nel periodo gotico in ambito monastico per insegnare musica ed eseguire brani sacri. L’essere uno strumento polifonico ne ha probabilmente ispirato il nome, che deriverebbe quindi dal termine organum.
Una delle prime raffigurazioni dell’organistrum si trova nel portico della Gloria della cattedrale di Santiago de  Compostela (XII secolo): si può notare come lo strumento, a forma di violino, sia di grandi dimensioni (anche 2 metri di lunghezza) e sia suonato contemporaneamente da due persone, di cui una addetta esclusivamente a ruotare la manovella.
Attorno al XIII secolo lo strumento, le cui dimensioni sono notevolmente ridotte, prende il nome di sinfonia (in francese chifonie): anche questo appellativo è probabilmente derivato dalla caratteristica polifonia dello strumento.
La sinfonia è suonata da un solo strumentista e viene utilizzata dai menestrelli per accompagnare danze e chansons de geste; in breve la sua popolarità ne allarga l’uso a processioni religiose e mystery plays. L’associazione, che si consolida nei secoli, con menestrelli, vagabondi e mendicanti (spesso ciechi, infatti era soprannominata “viola da orbi“) fa di questo strumento simbolo, alternativamente, di rusticità, ignobiltà, immoralità, povertà.

Lo strumento moderno è diffuso in due formati principali pur continuando ad avere svariate forme e fogge. Esaminando questi è comunque possibile risalire alla tecnica costruttiva degli altri esemplari in quanto la struttura e gli elementi che compongono la ghironda sono gli stessi pur con il variare delle forme. In sostanza cambia il contenitore ma non il contenuto.

Questa ghironda è costruita dal liutaio Sergio Verna nella Quinta Rua di Ricetto di Candelo in provincia di Biella. Nel suo laboratorio piccolo ma ricco di storia ho potuto osservare alcune fasi della costruzione di questo affascinante strumento, usato da un’ensemble polistrumentale e multigenerazionale che prende il nome da una delle vie più antiche del Ricetto Medioevale di Candelo dove hanno sede i laboratori artigianali di alcuni membri del gruppo oltre che la sede ufficiale nonché sala prove utilizzata dai suonatori.

Verso la fine degli anni settanta del secolo scorso, alcune persone certamente un po’ fuori di testa o perlomeno fuori dal coro iniziò ad occuparsi di musica tradizionale andando a cercare strumenti dimenticati o fino allora sconosciuti quali ghironde, pive, violini, percussioni di ogni tipo, ed iniziò ad animare feste da ballo ed improvvisate feste in sagre paesane. Tra questi figuri, Frenz Vogel (maestro vetraio), Guido Antoniotti (costruttore strumenti di ogni genere), Sandro Fusetto in combutta con un foresto vercellese (nessuno è perfetto) Luciano Conforti non hanno perso nel nuovo secolo il vizio e anzi lo hanno trasmesso ad altri fuori dal coro che non sapendo dove sarebbero andati a finire sono rimasti coinvolti a tal punto da imbracciare a loro volta ghironde, pive, percussioni e strumenti vari.

E così agli inizi di questo nuovo secolo, che non sembra partito troppo bene, questa banda fuori dal coro ha pensato di riunirsi sotto il nome di QUINTA RUA, composta da ALBERTO CERIA, DONATELLO SIZZANO, FRENZ VOGEL, GABRIELE GUNELLA, GUIDO ANTONIOTTI, LUCIANO CONFORTI, MARCO CERIA, MARCO PETTITI, MASSIMO LOSITO, SANDRO FUSETTO.

QUINTA RUA DI RICETTO DI CANDELO TRA I MUSICANTI DI GHIRONDA E IL LIUTAIO SERGIO

ottobre 14, 2012

:::ALKA FOR CHILDREN il progetto benefico a favore dei bambini!:::

Dopo più di un mese di lavoro (presso il Freedom Studio Recording a Jolanda di Savoia – FE) prendono forma i 12 brani che andranno a comporre il disco benefico in uscita a Natale.

ALKA For Children è un progetto musicale/sociale nato da un’idea di Massimiliano Lambertini (Amministratore di Alka record label e Vice Presidente dell’Ass. Cult. Gun Club Music), un segnale di coesione e di supporto tra le strutture e le istituzioni.

Le nuove generazioni rappresentano il futuro del nostro pianeta, la consapevolezza di bisogno di aiuto per le organizzazioni che si occupano di portare sollievo “in corsia” e di sopperire alla mancanza di fondi per l’acquisto di prodotti e macchine ospedaliere, queste le ragioni che hanno portato alla concretizzazione del progetto: realizzare, registrare, stampare, promuovere e distribuire un disco/cd contenente classici della musica internazionale, senza trascurare opere nazionali prive tempo, allo scopo di donare i proventi dalle vendite per utilità sociale.

La scelta dell’Associazione “Vola Nel Cuore” è stata dettata dai valori e dal grande impegno di un gruppo di gente comune, legati dall’amore per i bambini e dalla voglia di dare loro parte del tempo, senza limitazioni di età, né professionali o sociali. Con l’obiettivo di far trascorrere nel modo più sereno e tranquillo possibile la permanenza dei piccoli pazienti nelle strutture ospedaliere di Ferrara. Oltre ad occuparsi di progetti quali la fornitura ai reparti di attrezzature indispensabili e di tutto quanto possa favorire la serenità del bambino durante la degenza, senza “limitarsi” soltanto all’aspetto ospedaliero.

Il disco sarà registrato, in un una grande jam session, di musicisti delle bands distribuite da ALKA, con la partecipazione straordinaria di Enrico Ruggeri, un segnale forte di adesione incondizionata e di un combo di artisti uniti per uno scopo sociale, che va oltre la realizzazione di un disco di “cover”.

I Brani di Alka For Children (no tracklist ufficiale)

01) Rockin’ IN The Free World (Neil Young)

02) The Rising (Bruce Springsteen)                                                                                                                              

03) Heroes (David Bowie)

04) Senorita (E. Ruggeri)

05) Power Of Love (Huey Lewis)

06) La Libertà (Giorgio Gaber)

07) Pensieri e Parole  (L.Battisti)

08) L’Ultima Luna (Lucio Dalla)

09) Sunday Morning (Velvet Underground)

10) Suk you dry (Mudhoney)

11) La Stagione dell’Amore (F. Battiato)

12) Never Let Me Down Again (Depeche Mode)

LE BANDS DI ALKA FOR CHILDREN

Cosmic Box | www.facebook.com/pages/Cosmic-Box/179698736630?fref=ts

Dubby Dub | www.facebook.com/pages/Dubby-Dub/238707136167385?fref=ts

Following Friday | www.facebook.com/followingfriday

Koiné | www.facebook.com/Koineband

M’ors | www.facebook.com/pages/MORS/139308337612?fref=ts

The Bankrobber | www.facebook.com/pages/THE-BANKROBBER/258706684280?fref=ts

Underground Railroad | www.facebook.com/underrail

Violassenzio | www.facebook.com/violassenzio

ottobre 12, 2012

Al Tenco per Woody Guthrie i De Gregori,Marini, Sarah Lee Guthrie e …

L’evento importante che si celebrerà sul palco dell’Ariston è la presenza di Francesco De Gregori e il fratello Luigi Grechi, si esibiranno con l’Orchestra Popolare italiana di Ambrogio Sparagna. Con loro ci saranno la nipote di Woody Sarah Lee Guthrie, la band newyorkese The Klezmatics con il suo repertorio klezmer, Giovanna Marini e Davide Van De Sfroos.

Due le serate all’Ariston, venerdì 16 e sabato 17 novembre, mentre la giornata di giovedì 15 sarà dedicata ai talenti emergenti, che saranno invitati a esibirsi nei locali della città all’ora dell’aperitivo.
In attesa di conoscere i vincitori delle targhe TENCO  nella serata del 16 novembre che avrà per titolo Da qualche parte lungo la strada, da un verso della canzone che Bob Dylan dedicò a Guthrie Song to Woody, ci sarà il tributo al grande Maestro. La canzone del Bardo aprirà lo spettacolo nell’esecuzione della band, King Of The Opera.

Nell’occasione verranno consegnati due Premi Tenco: a Frank London & The Klezmatics, che ha musicato una serie di testi inediti di Woody Guthrie; e, come operatore culturale, ad Alessandro Portelli, docente di letteratura angloamericana e uno dei nostri grandi etnomusicologi, che più di ogni altro ha indagato e divulgato in Italia la canzone storica americana, popolare e d’autore, a cominciare proprio da Guthrie.

Nel pomeriggio del 16 si terrà inoltre un incontro sulla figura di Woody Guthrie, con molti fra gli artisti in programma la sera e con i massimi studiosi della materia, mentre il 17 pomeriggio all’Ariston verrà proiettato il famoso film Questa terra è la mia terra, ispirato all’autobiografia di Guthrie Bound for Glory e vincitore nel 1977 di due Oscar.

La serata di sabato 17, nel Teatro del Casinò, sarà la volta di Siamo in Tenco. Nuovi progetti della canzone d’autore, in cui il Club proporrà alcuni nomi non ancora notissimi al grande pubblico. I nomi dei cantautori e dei gruppi che si esibiranno verranno comunicati prossimamente.

ottobre 11, 2012

Pete Seeger e il potere del perdono

Una storia toccante su Pete Seeger e il perdono, raccontata proprio da un talento, il  musicista Marc Black.

Woody Guthrie con Pete Seeger, una grande amicizia

Come raccontato da Michael Kobluk del Trio Chad Mitchell:
Nel 1950, il folksinger, Burl Ives fece girare su Pete la notizia, in risposta alle domande del Comitato della Camera per attività antiamericane che riguardavano  Pete e le tendenze comuniste.
Come risultato,  Seeger è stato inserito nella lista nera  … bandito dalla televisione e dalla radio, mentre Ives ha goduto di una carriera fiorente e di un grande successo anche come attore, nel 1959 vinse il premio Oscar al miglior attore non protagonista per l’interpretazione del capo Ranch Rufus Hannassey in Il grande paese di William Wyler. Anche se erano stati buoni amici negli anni ’40 e ’50, non si sono più rivolti la parola fino al 1995, durante una prova presso il St. 92 “Y”.
“Eravamo tutti consapevoli d’essere molto tesi in sala prove mentre aspettavamo il nostro turno. Burl Ives, inchiodato ad una sedia a rotelle, è stato tirato sul palco per il suo sound check”-
Pete, seduto tra il pubblico con il resto di noi, si alzò, prese il suo banjo e si diresse sul palco. Dopo una parola tranquilla con Burl, gli diede un abbraccio e suggerì di provare alla fine un paio di canzoni che cantavano insieme. Non c’era un solo occhio asciutto tra i presenti. E ‘stata una grande emozione, un momento assolutamente bellissimo.
Non più di 4 mesi dopo, Burl Ives è  scomparso.

                                                       Burl Ives    ♥

Amato da generazioni di bambini, amanti del teatro e gli appassionati di cinema, Burl Ives ha dedicato la sua vita alla raccolta, conservazione, valorizzazione e l’esecuzione di innumerevoli canzoni di  musica folk americana, un patrimonio immenso.

Ha finalmente avuto la fama come cantante folk   nel 1945 con la sua performance in “Sing Out, Sweet Land.” Il saluto teatrale di musica popolare americana caratterizzato da blues, ballate e canti di lavoro, spirituals e inni, ferroviari, fluviali, e canzoni di guerra. Ives è diventato il cantante folk più famoso d’America, celebre per canzoni tra cui “Big Rock Candy Mountain”, “Fly Tail Blue”,  “On Top of Old Smoky” , “I Know an Old Lady” e ” Chim Chim Chiree.”

“His struggle to make a place for himself as a ballad singer arose because many of the people in the entertainment world could see no value in what they called ‘those moss-covered songs”.

ottobre 4, 2012

MOSES ASCH ovvero FOLKWAYS RECORDS

Ho letto alcuni libri e molti articoli riguardanti Woody Guthrie, nel centenario dalla sua nascita.  Io stessa me ne sono occupata in questo sito e con altri articoli;  in moltissimi paesi nel mondo si sono svolti concerti, seminari, festival, dedicati all’immensa opera del più grande ed illustre folk-singer. Woody ha dedicato tutta la sua vita, scrivendo canzoni, poesie, testimonianze e lo ha fatto continuamente, giorno e notte!

Moses Asch, fondatore della etichetta discografica non profit FOLKWAYS RECORDS della Fondazione Smithsonian, una istituzione che ha salvaguardato ogni forma di cultura  che hanno reso grande la terra:  la musica, la poesia e ogni sonorità del mondo. Quasi tutti i dischi di Woody Guthrie sono stati pubblicati da questa etichetta nella persona di Moses Asch che n’è il fondatore. La Smithsonian ha messo a disposizione tutte le opere raccolte, pertanto chi volesse visionare ed ascoltare questi dischi, un  patrimonio immenso, lo può fare.

Ci sono inoltre molti documenti che raccontano molte storie diverse. Vi ho già raccontato che  Guthrie era un comunista e un antifascista, un poeta e un musicista, uno scrittore e un pittore. Si sa anche che era un ubriacone e un amante appassionato. Oggi abbiamo a disposizione migliaia di scritti, testi dattiloscritti dallo stesso Woody, spartiti, dischi, copertine, fotografie,  alcuni libri e li possiamo toccare con mano.

Per il centenario la Folkways ha pubblicato un box contenente tre CD con il libro. L’opera è immensa, i commenti ai dischi occupano quaranta pagine del libro. Ci sono 57 registrazioni tra le quali la versione integrale di This Land Is Your Land, cantata anche da Pete Seeger e Bruce Springsteen davanti al Presidente degli USA, Obama. Il terzo CD contiene le canzoni All Work Together e My Little Seed, precedentemente le troviamo su dischi a 78 giri.

Fortunatamente il Signor Moses ha registrato i programmi radiofonici  e le incisioni alla Radio Station di Los Angeles dove Guthrie tra il 1937 e il 1939 ha partecipato. Molto interessante e da batticuore è la registrazione di alcune canzoni come Weaver’s Life nello spettacolo di beneficienza con Pete Seeger, Cisco Huston, Lee Hays subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e la canzone Goodnight Cathy, cantata da Woody insieme alla moglie Marjorie nel 1946.

E’ proprio Marjorie a raccontare di quanto grande spessore artistico fosse suo marito, nonostante la grave malattia che lo aveva colpito, relegandolo ad un letto d’ospedale inerme…” Woody era perfettamente cosciente di quello che gli succedeva intorno, poteva pensare e capire, c’era sempre la sua mente rivoluzionaria dentro il suo corpo immobile. Quando Pete Seeger  andò a fargli visita nel 1967 con Sonny Terry e Brownie McGhee, gli cantarano una canzone e Woody pur non potendo muoversi cercava di battere il tempo con le mani“.

Woody at 100: The Woody Guthrie Centennial Collection

Woody Guthrie SFW4020

settembre 28, 2012

LE PAYS NATAL – RICKY MANTOAN A TORINO IL 28 SETTEMBRE 2012

Ricky Mantoan è un prestigioso chitarrista e compositore. Ha iniziato a suonare a sette anni.

Chitarrista mancino ha elaborato, nella sua lunga carriera, uno stile molto personale, che è una particolare e originale sintesi tra il folk americano e quello europeo di matrice celtica.

Apprezzato a livello internazionale dalla critica specializzata, è considerato un virtuoso della chitarra elettrica e in special modo della pedal steel guitar.

Stimato da musicisti di spicco dell’area californiana, prende parte ai tours italiani di Skip Battin, Greg Harris, Sneaky Pete Kleinow, Roger McGuinn, John York, Gene Parsone.

Ha all’attivo numerosi lavori discografici, sia come solista che con artisti americani e italiani.

Il lavoro di Ricky Mantoan, Le Pays Natal (Edit 1996) è la realizzazione di un progetto che da diversi anni stava a cuore al musicista: invogliare gli ascoltatori, in particolare quelli più giovani, a ricercare le proprie origini, attraverso il linguaggio immediato della musica, al di fuori di etichette e vecchi clichés.

In ogni brano il musicista ha tratteggiato situazioni, emozioni e sentimenti vissuti da uomini che, in vari modi, hanno lasciato nella storia l’impronta dell’indomita gente valdostana: la storico Federico Chabod, contestato per aver voluto un’autonomia troppo “italiana”; Emile Chanoux, assassinato dai fascisti; Lino Binel, che finì in un lager per le sue idee; Albert Deffeyes, che associò al suo impegno culturale un tenero affetto per la regima Maria Josè; Joseph Marie Bréan, biografo di Chanoux; e poi il figlio stesso di Chanoux (Emile anche lui), morto suicida alcuni anni fa; Joseph Marie Trèves, che esortava tutti ad essere fieri della propria identità; infine i Salassi, gli antichi progenitori, sconfitti ma mai domati, deportati in terre lontane a consumarsi nella fatica e nei ricordi come i moderni emigranti, a cui è dedicato il brano che dà il titolo all’album.

Uomini che hanno vissuto e sofferto nello scenario unico dei nostri monti, e ci spronano a ritrovare, attraverso il loro ricordo, le nostre radici…le pays natal.

Venerdì 28 Settembre

dalle 21.00  Al Giardino Askatasuna, lato via Balbo di Torino

Ricky Mantoan ripropone alcune canzoni di questo importante lavoro nella serata  in ricordo di Alberto Cesa organizzata dall’ ass.culturale Cantovivo e Egin.

Sul palco ad accompagnarlo ci sarà la sua compagna Gloria, le chitarre e l’arpa celtica.

… Da sempre cultore della musica e della cultura celtica, Ricky si dedica da anni allo studio dell’ Arpa ed attraverso questo affascinante strumento fa oggi rivivere atmosfere medievali e rinascimentali che rievocano un mondo fatto d’incantesimi e    leggende. Nella sua musica sogno e realtà si fondono lasciando   sensazioni di delicata armonia interiore …

Programma

PRESENTAZIONE DEI LIBRI DI ALBERTO  a cura di Roberto Sacchi (folk bulletin-folkest) – “Con la ghironda in spalla” e “Il Canzoniere del Piemonte” oltre a proiezioni video, sempre dedicate ad Alberto.

A SEGUIRE LIVE ACUSTICO: Yo Yo Mundi (folk rock italiano), Egin (patchanka), Ricky Mantoan (del Branco Selvaggio) arpa, chitarra e voce con Gloria Berloso (voce e percussioni) e i Babemalà (folk popolare)

settembre 18, 2012

GIOIA&RIVOLUZIONE ARMATO DI GHIRONDA

ASSOCIAZIONE CULTURALE CANTOVIVO E EGIN PRESENTANO ALBERTO CESA TRIBUTO, VENERDI’ 28 SETTEMBRE

YO YO MUNDI

Storia

Il gruppo musicale riunito sotto la giocosa sigla Yo Yo Mundi nasce alla fine degli anni ’80 ad Acqui Terme, città di confine tra le colline del Monferrato, nel sud del Piemonte.

Il Monferrato è zona molto rinomata per la viticoltura e decisamente centrale per la musica e la cultura: questi sono i luoghi di Luigi Tenco – Ricaldone dista 5 km da Acqui -, della “Genova per noi”, dei racconti di Pavese, Lajolo,
Monti e Fenoglio.

Paolo Enrico Archetti Maestri – voce, chitarra, Andrea Cavalieri – basso elettrico e contrabbasso, Eugenio Merico – batteria, Fabio Martino – fisarmonica e tastiere, sono i membri originari di YYM; a loro si unirà nel 1996 Fabrizio Barale – chitarre.
Questo fa di loro uno dei pochi gruppi italiani che ha ancora in organico tutti i fondatori dopo ventidue anni di attività (festeggiano il compleanno il 5 marzo, data del primo concerto “in quattro”).

EGIN

Storia

Nati nel gennaio 1999, gli EGIN (in euskara, la lingua basca, significa “fare, agire”), propongono una musica che, ispirata dalle tradizioni popolari e folk mondiali e di Euskadi in particolare, sfocia in una sorta di patchanka che spazia i generi musicali più disparati.
Fandango, polka, arin arin, reel, walzer, tango, biribilketa per trasportare il pubblico allo sprigionare emozioni fisiche e sensoriali attraverso il suono di fisarmoniche, flauti, violini, fagotti, contrabbassi.

RICKY MANTOAN

Storia

Il suo stile, i fraseggi, la ritmica ed il drive particolare che imprime, lo mettono in luce per il gusto e l’ecletticità che riesce a trasmettere a chi lo ascolta e suona con lui. Suo ispiratore è il chitarrista americano Duane Eddy, allievo di Chet Atkins e celebre per aver introdotto l’utilizzo della chitarra elettrica come protagonista del Rock and Roll. Dopo svariarte esperienze, nel 1978 fonda il BRANCO SELVAGGIO, ed inizia anche a comporre brani originali che fanno parte del suo primo album “RICKY” , pubblicato nel 1980.Negli anni ’80 e ’90, pur esibendosi regolarmente con il Branco Selvaggio, Ricky partecipa, con Beppe D’Angelo alla batteria, a numerose tournèes al fianco di famosi musicisti americani: Chris Darrow, Greg Harris, Skip Battin, “Sneaky” Pete Kleinow, John York, Gene Parsons e Roger Mc Guinn, rivelandosi un eccellente chitarrista e confermandosi un vero caposcuola alla PEDAL STEEL GUITAR.

GLORIA BERLOSO

Storia

Nata in Friuli, si trasferisce in Piemonte divenendo la compagna artistica e di vita di Ricky Mantoan.
Lavora in un progetto di diffusione culturale dal 1984 per passione.
Alcuni amici dicono che è nata per stare in mezzo agli artisti ed in parte è vero! La naturalezza della comunicatività che riesce ad avere con tutti la porta ad essere un punto di riferimento per molti.  Su Alberto Cesa ha scritto alcune recensioni.

Si occupa di promozioni artistiche, scrive su Bravonline, Lineatrad, http://www.ilblogfolk.com

BABEMALA’

Storia

Il gruppo è composto dalla vocalist Laura Sartore, da Giovanna Garzena (voce e flauto), Paolo Ferro (ghironda e percussioni), Giuseppe Tabbia (fisarmonica e mandolino) e da Mauro Sarcinella (chitarra). Si tratta di musicisti che negli anni passati hanno avuto esperienze in vari gruppi folk dell’area torinese, con alle spalle diversi stage di musica antica e barocca, oltre che corsi di musica e danza popolare. Negli ultimi tempi il gruppo dei Babemalà ha attivato diverse collaborazioni con varie scuole di danza popolare e musicisti dell’area folk di Torino. Degna di nota in tal senso è la recentissima collaborazione con Alberto Cesa del Cantovivo, tendente alla realizzazione di uno spettacolo sulla musica tradizionale piemontese. Da segnalare infine l’interessante attività di musicoterapista di Mauro Sarcinella (chitarrista del gruppo) in diversi Enti e scuole della provincia di Torino.